Opere di Giacomo Leopardi. ...S. Starita, 1835 |
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Sayfa 39
... Giove , a tutela ? e quando esulta Per l'aere il nembo e quando Il tuon rapido spingi , Ne ' giusti e pii la sacra fiamma stringi ? Preme il destino invitto e la ferrata Necessità gl ' infermi Schiavi di morte e se a cessar non vale Gli ...
... Giove , a tutela ? e quando esulta Per l'aere il nembo e quando Il tuon rapido spingi , Ne ' giusti e pii la sacra fiamma stringi ? Preme il destino invitto e la ferrata Necessità gl ' infermi Schiavi di morte e se a cessar non vale Gli ...
Sayfa 41
... Giove contende . E tu dal mar cui nostro sangue irriga , Candida luna , sorgi , E l'inquieta notte e la funesta All ' ausonio valor campagna esplori . Cognati petti il vincitor calpesta , Fremono i poggi , dalle somme vette Roma antica ...
... Giove contende . E tu dal mar cui nostro sangue irriga , Candida luna , sorgi , E l'inquieta notte e la funesta All ' ausonio valor campagna esplori . Cognati petti il vincitor calpesta , Fremono i poggi , dalle somme vette Roma antica ...
Sayfa 52
... Giove a noi sul capo , Tonando , il tenebroso aere divide . Noi per le balze e le profonde valli Natar giova tra ' nembi , e noi la vasta Fuga de ' greggi sbigottiti , o d ' alto Fiume alla dubbia sponda Il suono e la vittrice ira dell ...
... Giove a noi sul capo , Tonando , il tenebroso aere divide . Noi per le balze e le profonde valli Natar giova tra ' nembi , e noi la vasta Fuga de ' greggi sbigottiti , o d ' alto Fiume alla dubbia sponda Il suono e la vittrice ira dell ...
Sayfa 54
... Giove , poi che perir gl ' inganui e il sogno Della mia fanciullezza . Ogni più lieto Giorno di nostra età primo s'iuvola , Soltentra il morbo , e la vecchiezza , e l'ombra Della gelida morte . Ecco di tanle Sperate palme e dilettosi ...
... Giove , poi che perir gl ' inganui e il sogno Della mia fanciullezza . Ogni più lieto Giorno di nostra età primo s'iuvola , Soltentra il morbo , e la vecchiezza , e l'ombra Della gelida morte . Ecco di tanle Sperate palme e dilettosi ...
Sayfa 167
Giacomo Leopardi. XXXVIII . DAL GRECO DI SIMONIDE . Ogni mondano evento È di Giove in poter , di Giove , o figlio , Che giusta suo talento Ogni cosa dispone . Ma di lunga stagione Nostro cieco pensier s ' affanna e cura , Benchè l'umana ...
Giacomo Leopardi. XXXVIII . DAL GRECO DI SIMONIDE . Ogni mondano evento È di Giove in poter , di Giove , o figlio , Che giusta suo talento Ogni cosa dispone . Ma di lunga stagione Nostro cieco pensier s ' affanna e cura , Benchè l'umana ...
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Sayfa 63 - Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 99 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 106 - O Nerina! e di te forse non odo Questi luoghi parlar ? caduta forse Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita, Che qui sola di te la ricordanza Trovo, dolcezza mia?
Sayfa 9 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Sayfa 108 - CHE fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli?
Sayfa 64 - Or dov'è il suono Di que' popoli antichi? or dov'è il grido De' nostri avi famosi, e il grande impero Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio Che n'andò per la terra e l'oceano?
Sayfa 113 - Forse s'avess'io l'ale Da volar su le nubi, E noverar le stelle ad una ad una, O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna.
Sayfa 81 - O ne' campi ove splenda Più vago il giorno e di natura il riso; Forse tu l'innocente Secol beasti che dall'oro ha nome, Or leve intra la gente Anima voli? o te la sorte avara Ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara? Viva mirarti...
Sayfa 105 - De' miei poveri dì, che sì per tempo Cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso Sul conscio letto, dolorosamente Alla fioca lucerna poetando, Lamentai co' silenzi e con la notte II fuggitivo spirto, ed a me stesso In sul languir cantai funereo canto. Chi rimembrar vi può senza sospiri, O primo entrar di giovinezza, o giorni Vezzosi, inenarrabili, allor quando Al rapito...
Sayfa 8 - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è