Opere di Giacomo Leopardi. ...S. Starita, 1835 |
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Sayfa 44
... guardo La faretrata Diva Scendea ne ' caldi flutti , e dall'immonda Polve tergea della sanguigna caccia Il niveo lato e le verginee braccia . Vissero i fiori e l'erbe Vissero i boschi un dì . Conscie le molli Aure , le nubi e la titania ...
... guardo La faretrata Diva Scendea ne ' caldi flutti , e dall'immonda Polve tergea della sanguigna caccia Il niveo lato e le verginee braccia . Vissero i fiori e l'erbe Vissero i boschi un dì . Conscie le molli Aure , le nubi e la titania ...
Sayfa 60
... guardo Steso nell ' aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti , Dopo il giorno sereno , Cadendo si dilegua , e par che dica Che la beata gioventù vien meno . Tu , solingo augellin , venuto a sera Del viver che daranno a te le ...
... guardo Steso nell ' aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti , Dopo il giorno sereno , Cadendo si dilegua , e par che dica Che la beata gioventù vien meno . Tu , solingo augellin , venuto a sera Del viver che daranno a te le ...
Sayfa 62
... guardo esclude . Ma sedendo e mirando , interminati Spazi di là da quella , e sovrumani Silenzi , e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo ; ove per poco Il cor non si spaura . E come il vento Odo stormir tra queste piante , io ...
... guardo esclude . Ma sedendo e mirando , interminati Spazi di là da quella , e sovrumani Silenzi , e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo ; ove per poco Il cor non si spaura . E come il vento Odo stormir tra queste piante , io ...
Sayfa 69
... guardo traballava il giorno . Quando colei teneramente affissi Gli occhi negli occhi miei , già scordi , o caro , Disse , che di beltà son fatta ignuda ? E tu d'amore , o sfortunato , indarno Ti scaldi e fremi . Or finalmente addio ...
... guardo traballava il giorno . Quando colei teneramente affissi Gli occhi negli occhi miei , già scordi , o caro , Disse , che di beltà son fatta ignuda ? E tu d'amore , o sfortunato , indarno Ti scaldi e fremi . Or finalmente addio ...
Sayfa 71
... , e in ghiaccio è volto Nel fior degli anni . Mi sovvien del tempo Che mi scendesti in seno . Era quel dolce E irrevocabil tempo , allor che s'apre Al guardo giovenil questa infelice Scena del mondo , e LA VITA SOLITARIA 71.
... , e in ghiaccio è volto Nel fior degli anni . Mi sovvien del tempo Che mi scendesti in seno . Era quel dolce E irrevocabil tempo , allor che s'apre Al guardo giovenil questa infelice Scena del mondo , e LA VITA SOLITARIA 71.
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Sayfa 63 - Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 99 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 106 - O Nerina! e di te forse non odo Questi luoghi parlar ? caduta forse Dal mio pensier sei tu? Dove sei gita, Che qui sola di te la ricordanza Trovo, dolcezza mia?
Sayfa 9 - L'itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte ei figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo.
Sayfa 108 - CHE fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli?
Sayfa 64 - Or dov'è il suono Di que' popoli antichi? or dov'è il grido De' nostri avi famosi, e il grande impero Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio Che n'andò per la terra e l'oceano?
Sayfa 113 - Forse s'avess'io l'ale Da volar su le nubi, E noverar le stelle ad una ad una, O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna.
Sayfa 81 - O ne' campi ove splenda Più vago il giorno e di natura il riso; Forse tu l'innocente Secol beasti che dall'oro ha nome, Or leve intra la gente Anima voli? o te la sorte avara Ch'a noi t'asconde, agli avvenir prepara? Viva mirarti...
Sayfa 105 - De' miei poveri dì, che sì per tempo Cadeva: e spesso all'ore tarde, assiso Sul conscio letto, dolorosamente Alla fioca lucerna poetando, Lamentai co' silenzi e con la notte II fuggitivo spirto, ed a me stesso In sul languir cantai funereo canto. Chi rimembrar vi può senza sospiri, O primo entrar di giovinezza, o giorni Vezzosi, inenarrabili, allor quando Al rapito...
Sayfa 8 - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è