Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Giano di Lucino lombardo, nobile cavaliere e di gran senno e bontà. E ricevendo il processo uno suo giudice, e udendo i testimoni prodotti d'amendue le parti, inteso erano contro a messer Corso, fece scrivere al notaio per lo contrario; per modo che messer Corso dovea essere assoluto, e messer Simone condannato. Onde il podestà, essendo ingannato, prosciolse messer Corso, e condannò messer Simone. I cittadini che intesono il fatto, stimarono l'avesse fatto per pecunia, e che fusse nemico del popolo; e spezialmente gli avversari di messer Corso gridarono a una voce: « Moia il podestà: al fuoco, al fuoco. I primi cominciatori del furore furono Taldo della Bella e Baldo dal Borgo, più per malevolenza aveano a messer Corso, che per pietà dell'offesa giustizia. E tanto crebbe il furore, che il popolo trasse al palagio del podestà colla stipa per ardere la porta.

Giano della Bella che era con li priori, udendo il grido della gente, disse: «Io voglio andare a campare il podestà delle mani del popolo; » e montò a cavallo, credendo che il popolo lo seguisse e si ritraesse per le sue parole. Ma fu il contrario, che gli volsono le lance per abbatterlo da cavallo: il perchè si tornò adietro. I priori, per piacere al popolo, scesono col gonfaloniere in piazza, credendo attutare il furore; e crebbe si, che eglino arsono la porta del palagio, e rubarono i cavalli ed arnesi del podestà....

8

Il dì seguente si raunò il consiglio, e fu deliberato per onore della città, che le cose rubate si rendessono al podestà, e che del suo salario fusse pagato: e così si fe; e partissi.

La città rimase in grande discordia. I cittadini buoni biasimavano quello che era fatto: altri dava la colpa a Giano, cercando di cacciarlo o farlo mal capitare; altri dicea: « Poi che

[ocr errors]

1 Lombardo. Il Machiavelli dice, che i Fiorentini per levar via le cagioni delle inimicizie che dai giudicii nascono, providero a due giudici forestieri, chiamato l'uno Capitano di Popolo, l'altro Podestà, che le cause cosi civili come criminali tra i cittadini occorrenti giudicassero. » Del resto il Podestà fu un magistrato comune a tutte le repubbliche italiane. 2 Inteso che erano. Quando intese che erano ec.

3 Intesono. Intesero, riseppero il fatto ma non la cagione.

nia, Corrotto con denaro.

▲ Malevolenza che aveano.

5 Il popolo trasse al palagio. Vi accorse in folla.

nuti, paglia e ciò ch'è atto a pigliar fuoco facilmente.

[ocr errors]

Per pecu

Stipa. Legni mi

Volsono e poco appresso scesono, ed arsono in cambio di volsero,

secsero, arsero, sono forme antiquate; e cosi in generale tutte le desinenzé

si fatte. Perciò ci basti averle notate fin qui.

7 Allulare. Quietare, sedare; poco usato oggidi.

8 Eglino. Il popolo.

cominciato abbiamo, ardiamo il resto; » e tanto rumore fu nella terra, che accese gli animi di tutti contro a Giano. E a ciò consentirono i Magalotti suoi parenti, i quali lo consigliarono che, per cessare il furore del popolo, per alquanti di s'assentasse fuori della terra; il quale, credendo al loro falso consiglio, si parti e subito gli fu dato bando, e condannato nell' avere e nella persona....

Levatevi, o malvagi cittadini pieni di scandoli, e pigliate il ferro e il fuoco colle vostre mani, e distendete le vostre malizie. Palesate le vostre inique voluntà e i pessimi proponimenti; non penate più: andate e mettete in ruina le bellezze della vostra città. Spandete il sangue de' vostri fratelli, spogliatevi della fede e dell' amore, nieghi l'uno all' altro aiuto e servigio. Seminate le vostre menzogne, le quali empiranno i granai de'vostri figliuoli. Fate come fe Silla nella città di Roma, che tutti i mali che esso fece in dieci anni, Mario in pochi dì li vendicò. Credete voi che la giustizia di Dio sia venuta meno? pur quella del mondo rende una per una. Guardate a' vostri antichi, se ricevettono merito nelle loro discordie: barattate gli onori che eglino acquistarono. Non v' indugiate, miseri; chè più si consuma in uno dì nella guerra, che molt' anni non si guadagna in pace: e picciola è quella favilla, che a distruzione mena un gran regno.

3

Carlo di Valois in Firenze, mandato da Bonifazio VIII con titolo di paciere, ma col proponimento di abbattere i Bianchi e inalzare i Neri.

Essendo già venuto messer Carlo di Valois a Bologna, furono a lui imbasciadori de' Neri di Firenze, usando queste parole: «Signore, merzè per Dio, noi siamo i Guelfi di Firenze, fedeli della casa di Francia: per Dio, prendi guardia di te e della tua gente, perchè la nostra città si re...."

Partiti gli ambasciadori de' Neri, giunsono i Bianchi, i quali

1 Non penate. Non indugiate più oltre.

2 Detto per antifrasi, volendo significare che li manderanno in rovina; ed è come se dicesse: Le quali stoltamente credete che empiranno ec. 3 Rende una per una; ma la giustizia di Dio, s' intende, punisce assai più gravemente.

Merito. Frutto, vantaggio. Barattate. Sciupate.

5 Così le stampe più recenti. In quella procurata del Manni si legge la nostra città ec. Però nella prima edizione supposi che l'Autore avesse troncato cosi questo discorso perchè al suo tempo tutti sapessero le parole dette dai Neri.

con grandissima reverenzia1 li feciono molte proferte come a loro signore. Ma le maliziose parole poterono più in lui, che le vere: perchè gli parve maggiore segno d'amistà il dire « guarda come tu vai, » che le profferte. Fu consigliato che venisse per lo cammino di Pistoia per farlo venire in sdegno co' Pistolesi, i quali si maravigliarono facesse la via di là, e per dubbio . fornirono le porte della città con celate armi e con gente. I seminatori degli scandoli gli diceano: «Signore, non entrare in Pistoia, perchè e' ti prenderanno, però che eglino hanno la città segretamente armata, e sono uomini di grand' ardire, e nimici della casa di Francia; » e tanta paura li misono, che venne fuori di Pistoia per la via d'un piccolo fiumicello, mostrando contro a Pistoia mal talento. E qui s'adempi la profezia d' un antico villano, il quale lungo tempo innanzi avea detto: «Verrà di ponente uno signore su per l'Ombroncello, il quale farà gran cose: il perchè gli animali che portano le some, per cagione della sua venuta, andranno su per le cime delle torri di Pistoia. »

Passò messer Carlo in corte di Roma senza entrare in F1renze, e molto fu stimolato, e molti sospetti gli furono messi nell'animo. Il signore non conoscea i Toscani nè le malizie loro. Messer Muciatto Franzesi, cavaliere di gran malizia, picciolo della persona ma di grande animo, conoscea bene la malizia delle parole erano dette al signore: e perchè anche lui era corrotto, confermava quello che pe' seminatori delli scandoli gli era detto, che ogni dì gli erano dintorno.

Avevano i Guelfi bianchi imbasciadori in corte di Roma, e i Sanesi in loro compagnia, ma non erano intesi:" era tra loro alcuno nocivo uomo, fra' quali fu messer Ubaldino Malavolti giudice sanese, pieno di cavillazioni, il quale ristette per cammino per raddomandare certe giurisdizioni d' uno castello il quale teneano i Fiorentini, dicendo che a lui appartenea; e tanto impedi a' compagni il cammino, che non giunsono a tempo.

Giunti l'imbasciadori in Roma, il Papa gli ebbe soli in camera, e disse loro in segreto: «Perchè siete voi così ostinati? Umiliatevi a me. Ciò vi dico in verità, ch'io non ho altra intenzione che di vostra pace. Tornate indietro due di voi, e

1 Reverenzia, penitenzia, sentenzia sono forme tolte dal latino e di susate. Così anche li feciono per gli fecero.

2 Venne fuori di Pistoia, senza entrare in Pistoia, per la via ec. Lui per Egli usano anche molti moderni, accostandosi al linguaggio parlato.

Che ec. I quali seminatori ec.

5 Altri legge: interi, cioè leali,

AEROSOLI. — I.

abbiano la mia benedizione se procurano che sia ubidita la mia voluntà. »

In questo stante furono in Firenze eletti i nuovi signori, quasi di concordia d'ambedue le parti; uomini non sospetti e buoni, di cui il popolo minuto prese grande speranza, e così la parte bianca, perchè furono uomini uniti e senza baldanza, e aveano voluntà d'accomunare gli ufici, dicendo: « Questo è l'ultimo rimedio. »

I loro avversari n'ebbono speranza, perchè li conosceano uomini deboli e pacifici, i quali1 sotto spezie di pace credeano leggermente poterli ingannare.

I signori furono questi, che entrarono a' dì 15 d'ottobre 1301 Lapo del Pace Angiolieri, Lippo di Falco Cambio, e io Dino Compagni, Girolamo di Salvi del Chiaro, Guccio Marignolli, Vermiglio d' Iacopo Alfani, e Piero Brandini gonfalonieri di giustizia; i quali come furono tratti, n' andarono a Santa Croce, però che l' uficio degli altri non era compiuto.

[ocr errors]

I Guelfi neri incontanente furono accordati andarli a vicitare a quattro e a sei insieme, come loro accadeva, e diceano: « Signori, voi siete buoni uomini, e di tali avea bisogno la nostra città. Voi vedete la discordia de' cittadini vostri: a voi la conviene pacificare; o la città perirà. Voi siete quelli che avete la balía, e noi a ciò fare vi profferiamo l'avere e le persone di buono e leale animo. » Risposi io Dino per commessione de' miei compagni, e dissi: « Cari e fedeli cittadini, le vostre profferte noi riceviamo volentieri, e cominciare vogliamo a usarle e richieggiamvi, che voi ci consigliate, e pognate l'animo a guisa che la nostra città debba posare. » E così perdemmo il primo tempo, chè non ardimmo a chiudere le porte, nè a cessare s l'udienza a' cittadini: benchè di così false profferte dubitavamo, credendo che la loro malizia coprissono con loro falso parlare.

Frattanto Carlo di Valois, giunto a Siena, avea mandati ambasciadori in Firenze dicendo che il sangue reale di Francia era venuto in Toscana solamente per metter

1 I quali. Intendo gli avversari; ma forse è caso obliquo, e deve riferirsi ai Signori.

2 Tratti a sorte, come s' usava.

3 Vicitare, qui ed altrove per visitare.

La conviene pacificare. A voi conviene (spetta) pacificarla.

5 Cessare. Interrompere, sospendere.

6 Per non interrompere la narrazione e non riuscir troppo lungo ho compendiate alcune parti del testo, conservandone, quanto ho potuto, le parole ed i modi,

pace nella parte di Santa Chiesa, cioè ne' Guelfi e che dovesse loro piacere ch' egli venisse a fare l'uficio che gli era commesso dal Papa. I Signori, che niente voleano fare senza il consenso de' lor cittadini, raccolsero il Consiglio generale e le Arti coi loro consoli, e vollero che ciascuno consigliasse per iscrittura se loro piaceva che Carlo di Valois fosse lasciato venire in Firenze come paciere. Tutti risposero a voce e per iscrittura, fosse lasciato venire e onorato come Signore di nobile sangue; salvo i fornai, che dissero che nè ricevuto nè onorato fosse, perchè venía per distruggere la città. Mandaronsi_quindi ambasciadori che invitassero Carlo; commettendo loro per altro che da lui ricevessero lettere bollate che non acquisterebbe contro ai Bianchi niuna giurisdizione, nè occuperebbe niuno onore della città, nè le leggi vi muterebbe nè l'uso. La lettera venne, e il nostro storico la vide e la fece copiare; e quando venne Carlo in Firenze, lo domandò se di sua volontà era scritta; ed egli rispose: Si certamente. » Essendo pertanto; (prosegue a dire) imminente l'arrivo di Carlo,

a me Dino venne un santo e onesto pensiero, imaginando: questo signore verrà, e tutti i cittadini troverà divisi, di che grande scandalo ne seguirà. Pensai (per lo uficio ch'io tenea, e per la buona voluntà ch' io sentia ne' miei compagni) di raunare molti buoni cittadini nella chiesa di San Giovanni (e così feci) dove furono tutti gli ufici. E quando mi parve tempo, dissi: «Cari e valenti cittadini, i quali comunemente tutti prendesti il sacro battesimo di questo fonte, la ragione vi sforza e strigne ad amarvi come cari fratelli: e ancora perchè possedete la più nobile città del mondo. Tra voi è nato alcuno sdegno, per gara d'ufici, li quali, come voi sapete, i miei compagni e io con saramento v'abbiamo promesso d'accomunarli. Questo signore viene, e conviensi onorare. Levate via i vostri sdegni, e fate pace tra voi, acciò che non vi trovi divisi: levate tutte l'offese e ree volontà state tra voi di qui adietro: siano perdonate e dimesse per amore e bene della vostra città. E sopra a questo sacrato fonte, onde traesti il santo battesimo, giurate tra voi buona e perfetta pace, acciò che il signore che viene trovi i cittadini tutti uniti. » A queste parole tutti s'accordarono, e così feciono, toccando il libro corporalmente,3 e giu

2

Prendesti per prendeste; dell' idioma toscano. Così poco sotto traesti. 2 Saramento, e sacramento. Giuramento.

3 Corporalmente, ma senza buona e leale intenzione; come dice appresso.

« ÖncekiDevam »