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staurazioni e poi d'altre innovazioni e di conservazioni, accennano pur troppo a un bisogno di rinnovata cultura nell' arte; la quale, come ramo staccato dal suo tronco e tenuto a calore artificiale, intristisce appassita in precoce vecchiezza. Pur tutta via, tenendosi lontani dalle fazioni letterarie, e restaurare si può con riacquisto d'idee e di forme; e conservare, con decoro di ricchezza; e innovare, con vantaggio d' aumento. Ma si restauri quello solo ch'è acconcio di ciò, e temperando: ma si conservi quello che è degnamente utile, e riformando: ma s' innovi dov'è necessario, e ben meditando il presente e riguardando al passato, adeguamente all'indole della nazione. E queste operazioni non sieno ciascuna principio e fine a sé stesse, non procedano separate l'una dall' altra. Questo fu gran danno all' Italia presente: che i suoi scrittori e letterati considerarono le tre operazioni non come elementi di un principio e di un atto solo, sí come principii ed atti elleno stesse per sé; e se le divisero, e scambiarono i mezzi co 'l fine, e nella grande unità della letteratura alla sintesi surrogarono l' analisi. Cosí in vece d' un' opinione letteraria avemmo altrettante eresie, in vece d'una letteratura nazionale e moderna avemmo le scuole. Ma conservazione insieme ed innovazione sono i due fattori del progresso; ed ambidue insieme e ciascuno per sé inchiudono l'idea di restaurazione e riforma ; e ad ambidue è misura equilibrio e criterio infallibile l'armonia. Conserviamo adunque, ché nella gran varietà delle idee e delle forme è permanente

da natura la identità: innoviamo ancora, perché quella varietà è inesauribile, perché lo spirito umano benché essenzialmente identico è pur modificabile e trasmutabile per mille e diverse guise. Ma le idee e le forme de' tempi passati conserviamo, riformandole in armonia a' tempi che corrono: ma, quando innovare bisogni, innoviamo in armonia all'indole della nostra nazione; che viene a dire in armonia con le tempere del sentire e dell' intendere, con gli abiti e le assuefazioni che il popolo nostro hassi formato e ha contratto fino da tempi antichissimi; cioè, innoviamo rinnovando. Che se quello che conserviamo non ci fosse piú acconcio, se non rispondesse affatto al nostro senso. e a'razionali affetti nostri, se non aiutasse il movimento delle fantasie e de' pensieri verso il buono ed il bello, ciò escluderebbe e interdirebbe l'andare avanti: se per converso le novità non avessero un addentellato nell' antico, se ripugnassero e quasi stonassero al senso e al pensiero collettivo della nazione, se altrimenti non entrassero negli animi che per violenza e di forza, non progresso sarebbe ma distacco repente ed acerbo. Nella profondità delle idee e delle forme, de' principii e dei fatti d' una letteratura, tutto è unità, tutto è concordia mirabile; onde la necessità ragionevole di quest' armonia tra i diversi elementi del suo progresso: senza la quale, ripetiamolo, progresso certamente non è, anzi è deviamento e del senso e del pensiero e del gusto, che vengono a forza distratti dal loro usuale cammino; e chi voglia tornare su la vera via, conviene poi fare da

capo il sentiero errato; e molto si pena, e molto perdesi di vigore e di tempo, prima di ritrovare il punto da cui si incominciò ad errare. Ma, quando cotesta armonia esista, allora la letteratura procede sicura e franca al suo fine. E come il suo fine è di rappresentare la nazione presso gli altri popoli nel suo ideale, e quella informare sensibilmente della universal civiltà; cosí ella guarda a tutti i tempi, e s' ispira al passato, e parla al presente, e crea l'avvenire, e collega i popoli in fratellanza d' idee, perché procedano uniti e forti ai loro destini; amfizioniade e feciale delle età moderne, veneranda, inviolabile, sacra.

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Tale dovrebbe essere la lode più degna a un' impresa come quella che noi ci assumiamo. Noi, che siffatta lode desidereremmo ma non osiamo sperare, vogliamo almeno che quasi ammonimento perpetuo e rimprovero al bisogno siano in fronte al nostro periodico impressi cotesti versi del savio che tutto con l'occhio della mente sempre desto e aperto, quantunque or sereno or turbato, tutto abbracciò il mondo de' tempi suoi. E con ciò veniamo anche ad aprire il concetto che ci guida; che è quel del progresso.

Si, il progresso: con tutte le sue forze, per tutte le sue vie, sino all' ultimo suo fine, in tutti i suoi modi, nulla escluso, nulla rifiutato, nulla diminuito. o attenuato o dissimulato. Il progresso; e sua forza

CARDUCCI.

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prima, la critica; e sua maestra via, la libertà; e solo suo istrumento, la ragione; ed ultimo suo fine, la verità; e modi di lei nell' ordine cosí delle idee come dei fatti e delle forme, la realità, la giustizia, l'armonia.

E come il progresso le sue parvenze più comuni e a tutti aperte rivela nel triplice ordine su accennato, cosí per tre categorie specialmente delle umane discipline lo seguirà la Rassegna italiana: ciò sono le scienze noologiche (filosofia e filologia propriamente detta), le scienze storiche politiche sociali, l'arte. Indi la ragione dello intitolarsi essa dalla scienza e dall' arte; come dell' aggiunto d'italiana è la ragione nel proporsi ch'ella fa di considerare la scienza e l'arte massimamente per rispetto all' Italia e nelle attinenze con l'incivilimento italiano. Rassegna s'intitola, perché al nostro fine vogliamo giungere co 'l modo più semplice e umile ma forse piú utile, quello di dar notizia larga ed esatta e giudizio imparziale e accurato delle opere che saran prodotte nelle accennate materie.

Nazionali nel sentimento, liberi nel pensiero, soggetti alla sola ragione nella critica: non potendo noi per la forma delle compilazioni accettar discussione, non potremo pur pubblicare se non quelle scritture che partecipino i nostri principii o a quelli si accordino. Un giornale di erudizione, una periodica pubblicazione di documenti e memorie scientifiche e letterarie possono utilmente accogliere scritture diverse di principii e d'intendimenti; perocché i compilatori di siffatte raccolte possono considerare la scienza e l'arte esclusivamente per loro stesse.

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