Sayfadaki görseller
PDF
ePub

dele a una tomba, contrasto sí finamente disaminato da Nicolò Tommaseo (1), al quale par che valga per cinquanta sonetti di Francesco Petrarca, che è troppo. E, se il lettor nostro ha letto anche le vite di Dante scritte dal Balbo e dal Fraticelli (2), ha forse sospettato con essi che la giovane donna fosse tutt' uno con la Gemma Donati, poi presa a moglie dall' Allighieri, le cui case da San Martino rispondevano da tergo a quelle de' Donati su la piazzetta della Rena, onde madonna Gemma potea ben vedere per una finestra nelle stanze del giovine doloroso. Tutto ciò va bene nel senso letterale, ma non toglie che nel senso allegorico la giovane donna non sia la filosofia.

Dico

Iscrive Dante nel Convito I che, come per me fu perduto il primo diletto della mia anima, io rimasi di tanta tristizia punto, che alcuno conforto non mi valea. Tuttavia dopo alquanto tempo la mia mente che s'argomentava di sanare provvide, poi che né il mio né l'altrui consolare valea, ritornare al modo che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarsi. E misimi a leggere quello non conosciuto da molti libro di Boezio, nel quale cattivo e discacciato consolato s'avea. E udendo ancora che Tullio scritto avea un altro libro nel quale trattando dell'amistà avea toccate parole della consolazione di Lelio uomo eccellentissimo nella morte di Scipione amico suo, misimi a leggere quello. E siccome esser suole che l'uomo va cercando argento e fuori della intenzione trova oro, lo quale occulta cagione presenta non forse senza divino imperio, io, che cercava di consolare me, trovai non solamente alle mie lacrime rimedio, ma vocaboli d'autori e di scienze e di libri, li quali considerando

(1) Nei Discorsi che precedono la Commedia da lui illustrata : Milano, Reina, 1854, pag. 76 e 77. (2) BALBO, Vita di D. II VIII: FRATICELLI, Stor. della v. di D. v.

giudicava bene che la filosofia, che era donna di questi autori, di queste scienze e di questi libri, fosse somma cosa. E immaginava lei fatta come una donna gentile, e non la potea immaginare in atto alcuno se non misericordiosa; perché si volentieri lo senso di vero l'ammirava, che a pena lo potea volgere da quella. E da questo immaginare cominciai ad andare là ov'ella si dimostrava vera cemente, cioè nelle scuole de' religiosi e alle disputazioni de' filosofanti (1).

La menzione di Boezio ci mette su la via di ritrovare il primo esempio della figura allegorica prestata dall' Allighieri alla filosofia: ella è quella stessa che le diè Boezio: se non che il senatore romano in prigione se la imaginava di grand' età, austera in vista e veneranda, e mutando per guise soprannaturali sembianza e statura (2); mentre pe 'l giovine fiorentino ell'è tutt' umana, giovine, bella e pietosa. E cosí seguitò nascondendo sotto il velame d'un amor naturale con tutte le sue vicissitudini la dottrina dell' amore alla verità e alla virtú; tanto che gli occhi di madonna vengono ad essere le dimostrazioni della sapienza colle quali si vede la verità e il riso le sue persuasioni nelle quali si dimostra la luce interiore della sapienza (3). E la sua condizione mostrò sotto figura d'altre cose, però che dice della donna di cui io m'innamorava non era degna rima di volgare alcuno palesemente parlare, né gli uditori erano tanto bene disposti che avessero sí leggiero le non fittizie parole apprese, né per loro sarebbe data fede alla sentenza vera

"

egli

(1) Conv. II, XIII. (2) BOETIUS, De consolat. philos. I pros, 1. (3) Conv. III xv.

come alla fittizia, però che di vero si credea del tutto che disposto fossi a quello amore [della giovine vera e viva, che non si credeva di questo (1). "

Quando la gentil donna della Vita Nuova, che divenne una con la donna del Convivio nella mente del poeta filosofo, apparve primamente agli occhi di lui, due rivoluzioni di Venere si erano compite dal trapassamento di Beatrice. Ciò affermasi nel Convivio (2): e come tenevano gli antichi la rivoluzione di Venere compiersi nello stesso numero di giorni che quella del sole, cosí l'apparizione della donna gentile è da fissare a due anni dalla morte di Beatrice. Il che si conviene press' a poco con la Vita Nuova, ove il poeta narra d'averla veduta alquanto tempo dopo l'annuale del 9 giugno 1299 (3). Da un altro capo del Convivio, quello stesso più sopra recato, ove trae a significazione filosofica il nuovo amore, abbiamo, che, messosi ad andare per le scuole de' religiosi e alle disputazioni de' filosofanti, in picciol tempo forse di trenta mesi cominciò tanto a sentire della dolcezza della filosofia che'l suo amore cacciava e distruggeva ogni altro pensiero; "perché io, sèguita il poeta, sentendomi levare dal pensiero del primo amore alla virtú di questo, quasi maravigliandomi apersi la bocca nel parlare della proposta canzone Voi che intendendo il terzo ciel movete (4) Adunque l'applicar di Dante a studi di filosofia e il maturarsi dell' ingegno di lui a una nuova manifestazione sono da riporre tra il giugno del 1292 e

(1) Conv. II XIII. (2) II II.

[ocr errors]

(3) V. N. XXXVI (4) Conv. II XIII.

tutto il 1294, quando ammogliato dové anche attendere alle cure della famiglia e quando cominciò a prender parte nelle cose pubbliche. La canzone da lui stesso ricordata come prima del nuovo ciclo non poté a ogni modo essere composta molto dopo il 1294, da poi che la ricorda al poeta nel Paradiso (1) 'anima di Carlo Martello morto nel 95, il quale dimorato quell' anno stesso per un venti giorni in Firenze poté averne avuto notizia da esso Dante. Né molto di poi dovè essere composta l'altra Amor che nella mente mi ragiona, che è seconda del Convivio, come rilevasi da quel che dice il poeta nella prosa ilustrativa, averla, cioé, scritta quando gli durava dentro anzi quando era in lui maggiore la dolcezza dei nuovi studi filosofici (2), e dal fatto che ella fu musicata da Casella il quale morí innanzi

al 1300.

Quanto tempo e quante poesie comprenda questo periodo allegorico, è difficile a definirsi. Parrà che non molto, chi ponga mente alla terza canzone del Convivio, nella quale il poeta conviene che lasci le dolci rime d'amore che solea cercare ne' suoi pensieri, perché gli atti disdegnosi e feri che sono apparsi ella sua donna gli han chiuso la via dell'usato parare. Veramente anche dice che spera ritornare ad esse rime d'amore: ma in altra canzone morale, ch'è d'una natura e d'un modo con la precedente e che probabilmente dovea esser quarta del Convivio, se questo libro fosse stato continuato, egli af

(1) VIII 37. (2) Conv. III 1.

CARDUCCI.

7

ferma chiaramente che amor del tutto l'ha lasciato. Certamente il periodo della lirica allegorica fu chiuso a un dato punto della vita di Dante: v'è un sonetto che n'è il termine ultimo, come la canzone Voi che intendendo è il primo:

Parole mie che per lo mondo siete,
Voi che nasceste poi ch'io cominciai

A dir per quella donna in cui errai

"Voi che intendendo il terzo ciel movete „;

Andatevene a lei, ché la sapete,

Piangendo si ch'ell'oda i nostri guai;
Ditele Noi sem vestre: dunque omai
Piú che noi semo non ci vederete.

Con lei non state, ché non v'è amore;
Ma gite attorno in abito dolente

A guisa delle vostre antiche suore (1).

Il periodo allegorico, in somma, si contiene nella durata del nuovo amore episodico della Vita Nuova e termina un po' innanzi al 1300, quando la memoria di Beatrice tornò ad essere fonte di nuove e piú stupende ispirazioni al poeta. E le altre rime propriamente allegoriche, o che Dante si proponeva d'interpretare allegoricamente nel Convivio, quante son elleno? Tutte per poco quelle composte dopo la morte di Beatrice, a sentire alcuni egregi e benemeriti commentatori del Canzoniere. Io, oltre la ballata a cui accenna il poeta stesso nel Convivio, Voi che sapete ragionar d'amore, e forse qualche

(1) Son. XXXIV.

« ÖncekiDevam »