Barattieri, ippocriti, eresia, Con quei che fanno scandol volentieri, Che rompe fede, ed in quattro 'l diparte: El quarto chi con Giuda sè riceve Ed ha in otto cerchj ancor sortito Cotal salire in forma di un bel monte; Onde convien di fuor dai sette starsi Nel primo ci dimostra esser disposto Prima a purgarsi sotto gravi pesi Quel superbir che non si accende tosto. Nel quarto ristorar fa con gran fretta Con gran sospiri gli avari saetta: E l'appetito nostro ha si distinto A chi la sua scrittura non abborra. In nove parti figurando preude, La prima con quella virtù risplende, E la seconda celestial semenza Al governo del mondo cura e guarda, La sesta par che tal piacere imprenti E la settima par che se contenti E ciò dimostran ben li suoi argomenti. D'ogni virtù e d'ogni abito santo L'ottava d'ogni ben fa esser madre, Per le virtù ch'ella ha in sè cotanto. La nona in sè conchiude come padre, Mobile più che alcun moto celeste, E questa inchiude sincere e leggiadre. Poscia di sopra a tutte quante queste Per dimostrar che sola nostra vista Nel bene universal per nostro esemplo, Non vi smarrite per lo mal cammino Nel mezzo del cammin di nostra vita (*). (*) Si questo Capitolo che l'antecedente furono, come altrove si disse (fac. 182.), comunicati in iscritto all' E. R. dal sig. Guglielmo Manzi Bibliotecario della Barberina, donde gli ha tratti. Il medesimo R. E., dichiarando che quelli che si trovano a stampa sono molto piùambigui di questi da lui pubblicati, confessa però che in varj luoghi, ed in ispecie il secondo Capitolo, presentano ancora dei passi oscuri ed affatto inestricabili. E noi soscriviamo pienamente a questo giudizio; anzi, trovandoli oscurissimi e cosa di assai poca importanza, protestiamo di non averli qui riprodotti se non per soddisfare alla data promessa di ristampare tutto ciò che si riscontra nel quarto volume della romana edizione. Gli Editori. |