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L'EDITORE ROMANO SIG. DE-ROMANIS

Gli eruditissimi Monsig. Bottari e P. Ab. di Costan

zo, nelle due lettere che abbiamo riprodotte in questa nostra edizione, studiaronsi di mostrare la conformità di molti passi della divina Commedia colla Visione del monaco Alberico: l'impresa per altro era ancora ben lungi dall'essere esaurita. Stimolati dal loro esempio, abbiam rintracciati e riuniti molti altri passi, quali più, quali meno interessanti, che tutti però concorrer potrebbero a far giudicare della conformità in molte delle idee del Monaco e dell'Alighieri. Quindi poniamo sotto gli occhi della Repubblica letteraria ciò che è risultato dalle nostre ulteriori osservazioni, seguendo l'ordine delle tre Cantiche; prevenendo i lettori che in tale operazione abbiam voluto con qualche studio abbondar piuttosto, che

incorrere la taccia di esserci contenuti per ispirito di favorevol prevenzione; dal che siamo totalmente lontani. Sotto il testo pertanto di Alberico, ai luoghi che come paralleli furono avvertiti da Monsig. Bottari e del P. Ab. di Costanzo, si aggiungono quelli che sono stati da noi particolarmente osservati.

Fu, come già si disse più volte, la detta Visione pubblicata con versione italiana a lato dal chiariss. sig. Ab. Cancellieri; ma, poichè egli disgraziatamente in quel tempo che ne fè trarre la copia dalla biblioteca Alessandrina, per le sue lunghe malattie, che a lui han costato tanti incomodi, ed ai letterati la privazione ed il ritardo di utilissime Opere, non potè attendere alla diligenza dell' amanuense ed all'opportuna collazione coll'originale, contrasse lo scritto errori molti e di molta conseguenza, dei quali a comodo dei possessori di quel libro abbiam creduto di citarne alcuni, affinchè non inducano contrasenso, o facciano intoppo, ed affinchè per tali cagioni non s'abbia più ad incolpare il benemerito Editore.

Nell'Indice dei Capitoli alla rubrica del cap. 8 nell'originale si legge: Qui scientes Sacerdotem perjurum; il copista trascrisse sedentes ; e quindi l'errore della traduzione, che stando in carica. Similmente nella rubrica del cap. 18 lo scrittore ommise il sostanziale avverbio non, ed invece di scrivere de non desperando scrisse de desperando; e così assurdamente nella traduzione si legge della disperazione. Inoltre alla rubrica 49, invece di porre,

secondo l'originale, in visione ad Matrem ejus, che corrisponde al soggetto di detto penultimo Capitolo, stampò con doppio errore, de visione ad mentem ejus; e lo stesso errore s'incontra nella versione: sopra l'immagine e la visione secondo la di lui

mente.

Sebbene in tutto il corso del Prologo non si fosse fatta mai menzione di stile, tuttavia lo scrittore copiò, in dicto stylo; e la pedissequa versione ha, nello stesso stile. Nell' originale però si legge indocto, cioè rozzo ed incolto.

capo

Nel 3. della Visione, dopo le parole congelatae glaciei sfuggi allo scrittore il sostantivo acervos; e quindi il traduttore, prendendo l'accusativo innumeros per un aggettivo sostantivato, volgarizzò apertamente: osservai innumerabili persone quasi di ghiaccio congelate; e così errore sopra errore, fecero divenir teste di uomini quelle che altro non erano che cacumina eorum, cioè la sommità di quei monti di neve che vide Alberico.

Nel capo 6 il sig. Cancellieri stampò, ad Christianitatem non struistis. Neppur egli intese quel passo difettosamente trascritto, e si dispensò dal tradurlo. Peraltro nell'originale si legge il senso compito e corretto, ad Christianitatem venire non scivistis.

Nel capo 42 Alberico annunzia l'enumerazione di cinquantuna provincie; ma, secondo l'edizione Cancellieri, non se ne contano che cinquanta, perchè lo scrittore non si avvide della ripetizione delle due

Armenie maggiore e minore, ed ommise la seconda, come pur si trova trascurata nel volgarizzamento.

Tralasciamo di rilevare scorrezioni di minore importanza, e solo avvertiremo che, con molta cura e fatica esaminando e studiando lo scritto alquanto corroso, abbiamo supplito il fine del capo 49, e varj luoghi del capo 50 ed ultimo, nei quali lo scrittore adoperato dal sig. Ab. Cancellieri aveva lasciate delle lacune.

N. B. La sigla (D. C.), che trovasi appresso le Note, significa essere del P. Ab. Di CoSTANZO; quella (B) di Monsignor BoTTARI ; la (E. R.) dell' Editore romano sig. De-ROMANIS.

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