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PROFANE E SACRE

DI

DANTE ALIGHIERI

PRECEDUTE

DALLA SUA BIOGRAFIA

E SEGUITE

DALLE VARIANTI DELLA DIVINA COMMEDIA
IMPRESSA IN Udine nel 1823

E DALLA SERIE Dell'edizioni di questo poema

VOLUME V.

FIRENZE

PER LEONARDO CIARDETTI

1830

JNE

YORK

DEGLI EDITORI DELLA MINERVA

Abbiamo dato cominciamento a questo ultimo volume

della divina Commedia colla biografia di Dante; e sebbene appagar si potesse forse bastevolmente la brama de' nostri lettori intorno a tale argomento riproducendo soltanto, sull'esempio del sig. De-Romanis, la Vita che ne scrisse il celebre Tiraboschi nella sua Storia letteraria d'Italia, corredata delle annotazioni del romano tipografo, pure abbiamo creduto di poter aggiugnere un qualche pregio alla presente edizione, arricchendola di due altre Vite del divino Poeta, le quali, oltre che rendono la biografia di lui assai più compiuta, sono poi entrambe pregevolissime nel fatto della nostra lingua.

La prima delle Vite per noi aggiunte è quella che si trova in un antico codice già posseduto dal cav. Giuseppe Bossi che fu, appartenente ora al chiariss, sig, marchese Trivulzio, e pubblicata per la prima volta nel 1809 in Milano dal tipografo sig Laigi Mussi in fronte della sua splendida e rara edizione della divina Commedia. Questa Vita è certamente un compendio dell'altra scritta da Giovanni Boccaccio, nel quale si trovano assai poche cose che non appartengano direttamente all'Alighieri; e male perciò a questo compendio si apporrebbe la taccia che all' altra Vita viene imputata, di essere, cioè, un romanzo d'amore. In alcuni pochi luoghi differisce, è vero, dalla comune e nelle voci e nelle frasi; ma non l'è certamente inferiore ne' pregj della lingua: e noi assentiamo ben volentieri

all'opinione di alcuni Letterati, i quali affermano anche la Vita da noi ristampata essere indubitatamente lavoro del Certaldese illustre, e forse steso da lui col fine di togliere alla sua prima scrittura que' difetti che le vengono giustamente rimproverati. Comunque però siasi la cosa, noi le abbiamo data la preferenza, perchè, oltre all'essere assai meno dell'altra conosciuta, è poi notabilmente più breve, e nullameno contiene quanto in quella si riscontra intorno alla vita del nostro Poeta.

La seconda che riproduciamo è scritta da Lionardo Bruni Aretino, pregevolissima per la fedeltà storica, per la lingua e per la brevità. L'abbiamo corredata in alcuni luoghi di brevi annotazioni necessarie per la più chiara intelligenza di alcuni punti di storia, e per emendarla da un qualche errore nel quale è pur corso l'autore.

Dopo la biografia dell'Alighieri abbiamo ristampate le più interessanti scritture comparse finora alla luce intorno alla originalità della invenzione della divina Commedia, le quali consistono in due Lettere, l'una di Mons. Bottari, l'altra del P. Ab. di Costanzo; e nella Visione del Monaco Alberico, come la pubblicò il sig. De-Romanis, tratta dal manoscritto alessandrino, e corredata dei passi della divina Commedia che vi corrispondono, seguita da alcune Lettere dei chiarissimi letterati Cancellieri e De-Rossi, e dalla Conclusione del romano Editore. Unitamente alla Lettera del P. Ab. di Costanzo abbiamo pure riprodotto il suo Esame delle varie Tezioni e postille del celebre codice cassi– nese, sebbene delle une e delle altre siasi già profittato più volte per arricchire il comento del poema. Ciò abbiamo fatto appunto per non mancare alle nostre promesse, di ristampare, cioè, tutta intera la romana edizione del 1815-17, ed anche perchè l'esame, che quel benemerito Letterato va facendo delle varianti e delle chiose, serve non poche volte mirabilmente a giustificare la lezione adottata dal nostro P. Lombardi, ed a mettere in luce più chiara la buona critica di quel celebre Comentatore. Nel riprodurre le suddette varianti abbiamo esattamente seguita la edizione del

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