Sayfadaki görseller
PDF
ePub

la decima in ordine da pochi conosciuta, perchè non più di sessanta esemplari ne vennero impressi, mentre servir dovea di modello alla nuova edizione incominciatasi a Padova delle Opere Minori di Dante pei tipi della Minerva; la quale poi, qualsiasene il motivo, non proseguì più oltre al volume che contiene il Convito. E dissi poc' anzi la decima in ordine, sebbene più rigorosamente parlando sarebbe la terza; poichè le precedenti sei venete, cioè tre del Pasquali (1739 - 1741 1772), due dello Zatta (1756-1760), una del Gatti (1793), una di Chemnitz (1810), e la fiorentina del Ciardetti (1830), non possono riguardarsi che come una sola colla seconda, vale a dire la Biscioniana, di cui sono copie materialissime, e meno di essa corrette -4).

E vo' qui per debito di giustizia far manifesto, che grande vantaggio io trassi dal lavoro di quegli illustri Milanesi; e che non lieve soccorso mi porse altresì la posterior edizione di Pesaro (1829), eseguitasi sopra un ottimo codice del secolo XV, che moltissime emendazioni ha fornito, quantunque non tutte le altre sue lezioni possano dirsi di eguale bontà. Ma quelle che mi parvero preferibili alla volgata (colla qual denominazione intendo citare l'edizione Biscioni e le altre ad essa uniformi), non mi feci scrupolo d'introdurle nel testo, riportando le primitive a piè di pagina in qualità di varianti, come avean già fatto i surriferiti Lombardi editori per altre lezioni; ai quali tuttavía non mi sono sempre conformato. Ed operando nel modo suddivisato, io non intesi già di alterar minimamente il testo di Crusca, l'identità del quale non è punto manomessa, per essersi conservate fra le lezioni varie quelle, a cui le novelle vennero sostituite, e che chiunque è libero di ammettere o rigettare a proprio talento, ove male io mi fossi apposto; rimanendo sempre ai diversi annotatori la responsabilità delle rispettive opinioni tanto in riguardo all' intelligenza dei pensieri dell'Autore, come intorno alle lezioni, dove non è dichiarata espressamente la mia adesione. Ogni altra differenza fra

4) Fra queste per altro non va confusa l'elegante ristampa veneta del 1840 procu

rata dal ch. Sig. Luigi Carrer, che seguì per lo più l'edizione di Milano sopraccitata.

l'anzidetto testo e le stampe Sermartelli, di Milano e Pesarese, fu da me scrupolosamente ricordata nelle note; dimodochè la presente sarà lo specchio che rifletterà le quattro principali da cui fu preceduta, tranne qualche divario di ortografía o desinenza di voci, che non parvemi degna di speciale avvertenza - 5).

VI. Con tutti questi sussidii, ed altri ancora che mi farò ad accennare in appresso, io venni da qualche anno preparando la stampa che ora finalmente rendo di pubblica ragione. L'oggetto precipuo delle mie applicazioni si fu di sanare non pochi luoghi che difettavano di chiarezza o giusto senso, e di raggiungere la lezione possibilmente vera; non tralasciando di apporre qualche nota spiegativa d' altri o mia, dove parvemi richiesta dal bisogno di dilucidare alcune voci o fogge di dire, di render la ragione delle varianti adottate, e di soggiungere qualche opportuna osservazione'; tanto più che nessuno dei precedenti editori erasi di ciò espressamente occupato -6); laddove quasi tutti gli antichi nostri classici vanno più o meno di simil corredo vantaggiati.

A questo intento sommamente soccorse il preclaro mio concittadino monsig. Gian Jacopo de' marchesi Dionisi, tanto benemerito di DANte per gli utili studii intorno ad esso impiegati per lungo tratto della sua vita. Nessuno al par di lui e con maggior costanza e fervore, come altrove notai (e chiedo scusa se per l'opportunità oso citare me stesso -7), si pose a meditarne gli scritti, e con critica spesso felice ne andò illustrando varie parti; ed era alla per fine venuto nel pro

5) Noteremo qui una volta per sempre, che nell' edizione Biscioni, o perchè tale si fosse l'abitudine sua di scrivere, o perchè così in fatto leggesse il codice da lui seguito, v' è qualche frequenza di parole tronche; il che non si osserva in altri testi.

6) Ciò era effettivamente, allorchè venne in luce questo mio scritto (Vedi sopra la nota 1); ma per giustizia debbo dire, che l'ultima edizione fiorentina 1839 è commen

devole assai per le cure prestatevi dall'egr. mio amico P. Fraticelli, che v'ha unito alcune illustrazioni di proprio fondo, il che nessun altro avea fatto prima di lui. Egli si attenue principalmente al testo pesarese dianzi ricordato.

7) Prefazione alle Opere varie in verso e in prosa di GIUSEPPE TOrelli veronese. Pisa 1833-34, vol. 2 in-8.°

ponimento, come già innanzi il Perazzini - 8), di darne una corretta e compiuta edizione, della quale pubblicò anche il prospetto nel secondo de' suoi Aneddoti - 9): e non è da dubitarsi, che da uomo fornito com'era di varia e vasta erudizione, non si fosse avuto un lavoro grandemente perfetto. Ma quando appunto erasi associato a convenevolmente condurlo l'abate che fu Santi Fontana, persona propriamente da ciò, egli cedette al comune destino, poco dopo aver dato in luce la Preparazione istorica e critica ecc. 10); opera da cui si comprende, con quanta e quale dottrina quel divisamento sarebbesi mandato ad effetto: nè il collega superstite potè poi da solo reggere a tanta mole; non già che attitudine e sapere non gli bastassero, ma perchè scoraggiato dalla perdita fatta e da insorte diffitoltà, gli fu forza rinunziarvi - 11).

8) L'ab. BARTOlommeo Perazzinı, arciprete di Soave, aveva ugualmente concepito l'idea di premettere un' edizione delle minori opere di DANTE a quella della Divina Commedia, che da lui doveva essere illustrata in concorso col celebre TORELLI ed altri letterati Veronesi. Del primo son già note le riputatissime Correctiones et Adnotationes in DANTIS Comoediam etc., Veronae, apud Marcum Moroni, 1775 in-4.o; e del secondo io riprodussi non ha molto nelle Opere varie dianzi citate le Postille allo stesso Poema, delle quali i dotti aveano già conosciuto il pregio fin da quando vennero in gran parte alla luce la prima volta nella pregevole stampa della Società tipografica della Minerva di Padova coi comenti del P. LOMBARDI e d'altri. Dell' uno e dell'altro dovrò far parola nuovamente nel volume del Convito. - Anche i fratelli VOLPI di Padova volsero in mente un simile progetto, come si rileva dall'epistolario di ApoSTOLO ZENO, il quale dava consigli e pressa va per l' eseguimento; ed è increscevole che questo non abbia avuto luogo per opera di quei dotti e diligentissimi editori.

9) Verona, 1786, in 4.", a pag. 96 e segg.

10) DIONISI GIAN-JACOPO, Preparazione istorica e critica alla nuova edizione di DANTE ALLIGHIERI. Verona 1806, dalla Tipografia Gambaretti, vol. 2 in-4.° .L’o pera è intitolata con lettera proemiale al cav. PIO MAGENTA, allora Prefetto del Dipartimento dell' Adige (la Provincia Verone

se); e l'onorato nome di quell' integro ed abilissimo Magistrato, non meno che letterato distinto, registrasi qui da me con animo riconoscente per la generosa benevolenza di cui mi onorava come suo subalterno d'ufficio, e che pur tuttora gli piace di continuarmi. Fra le diverse opere di lui sì in verso che in prosa, le quali dal pubblico già si conoscono e giustamente apprezzano, merita che soprattutte si ricordi con onore il filantropico suo scritto - Su le pie Fondazioni, e su l'ufficio loro a benefizio de' Poveri - (Pavia 1838), da cui si desumono le sagge vedute del profondo economista e dell' esperto amministratore; come pure l'elegante, facile e robusta versione, che il primo egli diede d' un libro difficilissimo a interpretarsi, vo' dire gli Epigrammi di Marziale -(Venezia 1842); lavoro altre volte tentato, ma da nessuno condotto a compimento, comechè troppo ardua impresa per le frequenti oscurità che il testo presenta a causa delle molte allusioni a cose, fatti, luoghi e persone, e delle particolarità di stile proprio dell' Autore. Ciò tutto richiedeva copia di nozioni storiche di quel tempo, speciale erudizione e gusto squisito; e questo lavoro, mercè alla perseveranza dell'esimio volgarizzatore, riempie ora felicemente il vuoto che rimaneva nella italiana letteratura, poichè Marziale era forse il solo dei classici latini che non fosse stato rivolto nella nostra poesia.

[ocr errors]

11) Vedi in calce la nota n.o 26).

Ora pertanto subentrando io, forse con troppo ardire, a dar esecuzione alla parte del progetto Dionisiano che riguarda le Prose, dovrei giustameute diffidare di me stesso, veggendomi a tanta distanza dall' ingegno e dalle cognizioni dei due prelodati soggetti - 12). Senonchè ad animarmi nell' intrapreso arringo vennero i sagaci consigli e i direttivi suggerimenti, e più di tutto la spontanea offerta generosamente fattami da altro Veronese mio distinto amico, il ch. Dott. Filippo de' Scolari, di cedermi cioè varie inedite annotazioni alla Vita Nuova, che trovavasi avere scritte sul gusto di quelle già da lui pubblicate per Appendice alla padovana edizione del Convito di sopra mentovata - 13). Furono tutte queste da me collocate in via pure d'Appendice subito dopo l'opera - 14), ove inoltre ho interpolato le poche mie e d'altri di qualche estensione, che non poteano ragionevolmente aver luogo fra le più brevi chiose a piè del testo.

VII. Da quanto io mi feci ad esporre fin qui, sarà facile desumere che procurai, per quanto era in me, di adempiere agli obblighi imposti ad accurato editore, mettendo a profitto i lumi e gli ajuti che valeano a giovare lo scopo mio, senza uscire dai prescrittimi confini. · Alieno per natura e per fermo proposito dalle dispute letterarie, io mi tenni lontano il più possibile da ogni risoluto giudizio, che potesse farmi credere propenso ad entrare in quella anche a' di nostri discussa relativamente ai personaggi che hanno parte principale nelle opere Dantesche. E nessuno ignora, che non solo fu messa in dubbio, ma negata perfino l'esistenza della Beatrice, ch'è il protagonista della Vita Nuova, com' essa sotto figura allegorica è causa, mezzo e fine di ciò che si opera nella Divina Commedia, « non altri

12) Vedi in calce la nota n.o 27). 13) Nel volume da pubblicarsi ben tosto del Convito, le note illustrative che formano l'Appendice qui ricordata, saranno da me riposte ai proprii luoghi sotto il testo, con qualche aggiunta favoritami dall'egr. Autotore, cui per più titoli professo sincere obbligazioni. A queste note andranno riunite altresì, con quelle degli Editori milanesi e

d'altri dotti, alcune inedite pregevolissime postille di cui mi furon cortesi il prof. GiuSEPPE TODESCHINI, il capit. PEDERZINI-CAVAZZONI (il quale rettificò pure in qualche passo le prime già da lui pubblicate nella edizione di Modena 1829), ed il sig. GIOVANNI GALVANI; nomi tutti non meno illustri che cari alla repubblica letteraria.

14) Vedile fra i N.1 I a XXIV.

-

per

menti (dice il Gozzi) che per la preghiera fatta da Minerva nel concilio degli Dei, esce Ulisse dall' isola di Calipso, luogo di errori, come la selva di DANTE, e ritorna alla patria ». Μα buona ventura ogni motivo di quistione su questo particolare sembra omai dover cessare, dopo la molta luce recata in mezzo dal ch. sig. Pietro Fraticelli di Firenze colla sua elaborata Dissertazione che precede la Vita Nuova (1839), nella quale con ingegnosi raziocinii venne dimostrando, in appoggio ai molti già precedentemente addotti dal prefato canonico Dionisi, che femmina reale ed amica dell' ALLIGHIERI si fu la Beatrice di questo libretto - 15), senza togliere nondimeno che in più luoghi ed occasioni, secondochè la materia gliene porgeva il destro, l'abbia egli allegoricamente rappresentata, massime nelle sue sublimi Canzoni e nel principale Poema; perocchè sotto tutte le forme, ed in ogni maniera di lode erasi quel sommo Genio proposto di rendere immortale, e quasi dissi divinizzare l'oggetto della sua passione amorosa.

[ocr errors]

VIII. Siccome per altro un letterato e critico valentissimo, il sig. Gabriele Rossetti di Napoli, resosi celebre pel suo Comento analitico alla Cantica I della Commedia, ha pubblicato in Londra uno scritto 16) (1832), nel quale fra varie altre rimarchevoli proposizioni si sostiene l'assunto, essere fantastica per assoluto la donna, cui Dante chiamò col nome di Beatrice, e non aver mai questa avuto vita che nella sua immaginazione; così ho creduto prezzo delľ opera il dare un sunto delle argomentazioni, sulle quali egli fonda l'opinion sua 17).

Ed affinchè potesse chiunque venire in conoscenza d'ogni particolare della controversia, pensai ben fatto di raccogliere ed avvicinare in questo volume l' essenziale di ciò che fu detto sul particolare di cui si tratta, sia perchè non sono comuni le più dell' edizioni a cui con

45) Vedi fra li seguenti preliminari l'allegato Let. S.

16) Sullo spirito antipapale che produsse la Riforma, e sulla segreta influenza ch' esercitò nella letteratura d'Europa e specialmente d'Italia, come risulta da molti

suoi classici, massime di Dante, Petrarca e Boccaccio, Disquisizioni di Gabriele RosSETTI ecc. in-8.°

47) Vedi fra li preliminari l'Alleg. Lett. FF, e nell' Append. li N. VIII e XVI.

« ÖncekiDevam »