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per ciò

(Estratto dal volume_intitolato Autori che ragionano di sè che concerne alla Vita Nuova. Venezia, co' tipi del Gondoliere, in-16.o )

I

principale de' nostri letterati e poeti, così nell' ordine de' tempi come dell' ingegno, in questa Vita Nuova, onde comincia il nostro volume, rispose preventivamente alle indiscrete indagini degli eruditi circa l'origine del suo Poema. Che si ha egli a cercare dei libri e degli autori, onde venissegli il concetto della Commedia, dopo la lettura della Vita Nuova? Non c'è ella qui tutta? Non ne abbiamo qui tanto per la storia del Poema dell' Allighieri, quauto, mi si permetta il paragone, nelle Confessioni di Sant' Agostino a giudicare della sua conversione? Quella Beatrice, che nella terza Cantica ne si mostra circondata di tanta luce poetica, e sollevata di tanto dalla condizione mortale, non la vediamo qui vera e viva, piena d' ingenuità, di freschezza, segnare d' un' orma fuggitiva la terra, e appena eccitato un amore ch' ebbe ad espressione un Poema, ch'è la maggiore delle nostre glorie, chiudersi in una tomba? O, a meglio dire, non intendiamo subito, alla lettura affettuosa di questo libretto, che un amore accompagnato da tanta gentilezza e da tanta sventura, sì profondo e si schivo, che appagò sì poco la vista, e lasciò tanto desiderare al pensiero, doveva necessariamente inspirare una poesía compresa ne' punti più estremi, la vita e la morte, il premio e la punizione, il passato e il futuro, la vendetta e il perdono, il raziocinio e la fede, l'originalità e l'imitazione, lo studio e l'ardimento, la storia e l'emblema, la soavità e la forza, la confidenza e la disperazione, l'attuale e l'antico, la severità e la mitezza, le lagrime e l'ironía, il transitorio e l'eterno? Ripetiamolo pure: nella Vita Nuova è tutta in germe la Commedia ; e chi non sa vedervela, o piuttosto sentirla, come hassi a sperare che intenda (del sentire qui non si parla ) le strane deduzioni de' commentatori? Se non che i documenti più autentici sono per lo più i men consultati, o soltanto da ultimo ; e nell' interpretare un autore, quello a cui meno e con men di fiducia si ricorre, è lui stesso. Noi e i lettori nostri, speriamo, terremo altra strada. El oltre al concetto generale delle Cantiche, troveremo anche nel libretto d'amore, che il Poeta trascrive sotto la dettatura della fedele memoria, le forme esteriori che il fanno, anche in questa parte, singolare da tutti. Troveremo quell' immaginare fecondissimo e parco ad un' ora, quell' esprimere rapido e intenso, quel ritrarre sensibilissimo e nuovo ; il colore religioso diffuso su tutti gli affetti, e gli affetti tutti compresi nella religione; uno stile non punto insolito, quantunque pellegrino, e, quantunque allora allora trovato, già adulto: quanto in somma può sembrare esagerazione, o delirio, o smania di comparire ingegnoso, chi il voglia ripetere con fredde parole o generali di critico; ma che, praticato dal Poeta grande, anzi unico, forina la maraviglia d'ogni secolo e d'ogni nazione, l'orgoglio degl' Italiani, e l'argomento più aperto e solenne della dignità dell' umana natura.

*) Vedi l' Indice Bibliografico. Finite con questa le Prefazioni delle precedenti edizioni, seguono cronologicamente gli Al

Dante, Vita Nuova.

legati, uei quali da' diversi autori parlasi della Vita Nuova, cominciando dallo stesso Dante.

I

G

ALLIGHIERI DANTE

(Convito, Cap. I verso il fine).

Se nella presente opera, la quale è Convito nominata, e vo' che sia, più virilmente

si trattasse che nella Vita Nuova, non intendo però a quella in parte alcuna derogare, ma maggiormente giovare per questa quella. E io in quella dinanzi all' entrata di mia gioventute parlai; e in questa, di poi, quella già trapassata - 1).

4) È chiaro l'ordine cronologico della composizione di queste due opere segnato dall' Autore medesimo; ond'è che senza

fondamento altri scrisse, la Vita Nuova essere stata scritta posteriormente al Con

vito.

I

DALL'OTTIMO COMENTO DELL'ANONIMO CONTEMPOraneo di Dante - 2). (Proemio al C. XXX del Purgatorio Pisa 1828, Vol. II, pag. 525).

E più laicalemente si potrebbero sporre a lettera le parole di Beatrice, prendendo lei

semplicemente per quella madonna Beatrice, ch'egli amò con pura benivolenza (siccome mostra nelle sue Canzoni e nella sua Vita Nuova), la quale partita dal mortale corpo tosto dimenticò, ed amò quella, per la quale disse: « Io mi son pargoletta bella e nova » ecc. Onde disse Beatrice : Se tu m' amavi prima, quando io era al mondo, molto mi dovevi più amare quando io era salita nel cielo, dove li Angeli hanuo pace; poich' io era venuta a quel sommo grado di beatitudine, ch'è l'ultimo fine; e se tu m'amavi, come tu dicevi, tu mi dovevi amare per essere in sommo grado di degnitade. E che io vi fossi pervenuta, tu stesso il provi quivi : « Ita n'è Beatrice in l'alto Cielo, Nel reame, ove gli Angeli hanno pace ». Ma tu abbandonasti il perfetto amore per lo vano, là dove lo intento desti in cosa mortale ed in corruttibile, tosto transitoria; ma io, per questo uon abbandonai di amare te, ma continovo per te orai il sommo Creatore, e sovente t'ammoníi in sogno, che tu ti rimovessi da quelle vanitadi.

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2) Vedi pag. XXIV, nota 24 alla nostra Prefazione.*

L

BOCCACCIO GIOVANNI

(Vita di Dante, Venezia 1825, per cura di B. Gamba, pag. 82 ).

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Egli primieramente, duranti ancora le lagrime della sua morta Beatrice, quasi nel

suo vigesimo sesto anno compose in un suo volumetto, il quale egli intitolò Vita Nuova, certe operette, siccome Sonetti e Canzoni, in diversi tempi davanti in rima fatte da lui, maravigliosamente belle, di sopra ciascuna partitamente ed ordinatamente scrivendo le ragioni e cagioni, che a quelle fare l'avevan mosso; e di dietro ponendo le divisioni delle precedenti opere. - 1).

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(Vitae Dantis, Petrarchae et Boccaccii, ex Codice inedito Barberiniano. Florentiae, typis Magherianis, 1826 in-8. pag. 10)

Is, dum juvenis adhuc dulci usu patriae frueretur, Béatricis, cui morositate forenti

nae facetiae Bice dicebatur, amore castissimo, qui in ipso pueritiae limine coeperat, ardentissimè teneretur; in ejus honorem multas vulgares composuit cantilenas, elegantiae multae, eloquentiae multae, multaeque gravitatis et doctrinae, sub certâ pedum mensuratione legeque decurrentes, quae audientium ingeniosas aures mirâ cum suavitate demulcerent, et prudentium ingenia pro allegoriarum mysteriis in admirationem suspenderent. Quarum plerasque sub certo volumine compilavit, cui imposuit titulum Vitae Novae. Cùmque Beatrix dies obiisset suos, seriò coepit Poeta utiliora tractare, arduumque et profundissimum Comoediae opus aggressus est, cùm illi fortuna benignior arrideret. Jamque Cantus septem perfecerat, quando exulare coactus est - 2).

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N

FILELFO GIO. MARIO - 1)

Sed ego aequè Beatricem, quam amasse fingitur Dantes, mulierem

unquam fuisse opinor - 2), ac fuit Pandora, quam omnium Deorum munus consecutam esse fabulantur poetae. Scripsit, dicet ille, ad amicam cantiones. Scripserunt et poetae somnia, quae figuratâ ratione majus aliquid complectuntur. Scripserunt et navalia bella, et castra in hostes firmarunt, et machinas erexerunt poetarum carmina, quibus nunquam adfuerunt. Multa soleut exercendi ingenii gratiâ fieri, quae nullam admisêre libidinem. Hoc verius argumentum, quod cùm uno Dante nemo fuerit incorruptior et innocentior, nemo moderatior, possimus manifestò conjectari, solius hunc virtutis ac honestatis amicum extitisse. Non enim qui sibi summum bonum in gloriâ constituunt immortali, voluptates praeficiunt dominas, quas sequantur, quae ad interitum nos deducunt. Sed ut si quis ebrius ea senserit, quae dicta sunt misticè, bibite et inebriamini, et cadetis et vometis, secundùm vini suavitatem interpretabitur; ita Bocchacins amantium princeps Beatricis amorem, virtutis, inquam, ac beatitudinis jucunditatem, secundùm carnis voluptatem judicavit - 3).

1) Vita Dantis Alligherii a J. Mario Philelpho scripta, nunc primum ex codice Laurentiano in lucem edita et notis illustrata. Florentiae, ex Typographia Magheriana, 1828 in-8.° (pag. 20).

2) << Non vi è stato che il solo Filelfo tra gli antichi, per quanto i' mi sappia, che abbia negata l'esistenza di Beatrice Portinari, e che l'abbia creduta un soggetto ideale, e non una vera femmina »>.

Questa e la seguente nota è del canonico che fu Domenico Moreni, primo edi Lore ed illustratore della presente Vita. *

3) « Del precitato strano parere, cioè, che la Beatrice Portinari, tanto celebrata da Dante e tanto da lui amata, fosse un essere fantastico, fu eziandio Anton Maria Biscioni canonico, altronde celebratissimo, di questa imp. Basilica di S. Lorenzo, manifestato nella Prefazione alle Prose di Dante e del Boccaccio a pag. 7 e segg.; e nelle annotazioni alla Vita Nuova; e questo suo parere non mancò di avvalorare con quelle ragioni, le quali a lui parvero le più opportune e più convincenti ; ma elleno incontrarono una generale disapprovazione. Un sì fatto argomento stato eccellentemente e dottamente sviluppato dal Pelli nelle Memorie per la Vita di Dante a pag. 69 e segg., ove ad evidenza fa vedere che Beatrice non fu un soggetto ideale, ma una vera femmina. Ciò venne avva lorato con altre ragioni da mons. Dionisi a pag. 43 e segg, del Num. II de' suoi Aneddoti su la vita e le opere di Dan

te ».

re.

Intorno alla precedente nota due cose ci occorre di osservare; 1.° che il Biscioni non ha altrimenti mosso parola nelle sue Annotazioni alla Vita Nuova sulla questione che riguarda Beatrice, avendo egli di ciò trattato a lungo nella ricordata sua Prefazione ecc.; 2.° che il Pelli, nel raccoglier prove sull'esistenza di questa donna, si tenne espressamente lontano da siffatta questione pel motivo addotto nel passo che qui appresso soggiungeremo, ed è per questo che da noi si omette di dare il relativo estratto delle citate sue Memorie; tanto più che queste sono già comuni, per esserne fatte quattro edizioni, che ad ognuno è facile il poter consulta« Si potrebbe ancora ricercare se « la Beatrice, da cui finge di esser guida« to Dante per il glorioso sentiero del « Cielo, sia l' anima beatificata di quella « che amò in terra; o come la intendono « tutti, o quasi tutti i commentatori della « Commedia, la cristiana Teología; ma « io reputo miglior consiglio il non entra«re in simil disputa, lasciando che in ciò. « ciascuno creda a suo piacimento. Lunga « certamente e pericolosa inchiesta sareb« be l'esame di tutti quei luoghi della « Commedia, ove si ragiona di Beatrice; « ed alla fine non altro si potrebbe con« chiudere, se non che molti passi male si « accordano in ambedue i supposti, e che « resta oscuro se il Poeta sempre abbia a inteso parlare dell'ombra di Beatrice, o « della Teologia ». PELLI (Memorie ecc. pag. 73).

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(Lettere ecc. Vol. IV, Venezia 1785, pag. 9).

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Leggendo i giorni passati le Prose di Dante e del Boccaccio, stampate ultimamente

in Firenze (1723), non restai appien soddisfatto dell' opinione di chi vi fece la Prefazione, in cui egli sostiene che la Beatrice di Dante non sia persona reale e femmina in carne ed ossa; ma soggetto ideale, cioè la Teología, o la Sapienza, della quale s'invaghisse di nove anni, come da per voi potete vedere 1). Ma non è questo il principal motivo ecc. (E qui passa a parlare molto eruditamente dei Signori da Camino, di cui fa cenno Dante nel Convito, a pag. 175, e nel Par. C. 1X; notando cose non avvertite dal Biscioni. *).

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1) Lettera al fratello P. Pier-Caterino Zeno, da Vienna 2 Dicembre 1724. *

P

PELLI GIUSEPPE

(Memorie per la Vita di Dante, Firenze 1823, pag. 158).

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La Vita Nuova scrisse Dante in età giovanile intorno al 1295,

forse per consolarsi della perdita della defunta Beatrice Portinari, imperocchè non altro è che una storia de' suoi giovanili amori, distesa in forma di comento ad alcuni poetici componimenti fatti da lui in occasione degli stessi. Non intese per altro il Poeta, quando scrisse quest' opera, di voler soltanto per mezzo di essa immortalare la sua Beatrice, ma fin d'allora col suo divino Poema, di cui aveva già concepito il disegno, promesse di dire di lei quello, che mai non era stato detto da alcuno - 2).

.......

2) Vedi l' artic. VII a pag. 69, ove sostiene con buone ragioni che la Beatrice celebrata da Dante non fu un essere fantasti

co; e parla dettagliatamente della Vita Nuova.*

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