A La Canzone comincia: Quantunque volte 5); ed ha due parti: nell'una, cioè nella prima stanza, si lamenta questo mio caro amico distretto a lei; nella seconda mi lamento io, cioè nell'altra stanza che comincia: E' si raccoglie. E cosi appare che in questa Canzone si rammaricano 6) due persone, l' una delle quali 7) si lamenta come fratello, l'altra come servitore. Ch'io sono astioso 11) di chiunque muore. E' si raccoglie nelli miei sospiri Un suono di pietate, Che va chiamando Morte tuttavia. A lei si volser tutti i miei desiri, Fu giunta dalla sua crudelitate; Perchè il piacere 12) della sua beltate, Che per lo cielo 13) spande Luce d'Amor, che gli Angeli saluta 14), 4) lo intendea dare. - Cod. B., EP. e CC. 3) avvegnachè l' una e l'altra paja fatta per una persona detta - Cod. B. 4) Acciocchè, equivalente a perciocchè, come altrove si è veduto, leggiamo coll' EP. La volgata - parlano in ciò ; che l'una ecc.* §. XXXV. Al compiersi dell'anno dal di della morte di BEATrice, egli ne scrive un Sonetto di commemorazione. Ꮮ quel primo giorno, nel quale si compiea l'anno che questa donna era fatta delle cittadine 1) di vita eterna 2), io mi sedeva in parte, nella quale ricordandomi di lei disegnava un Angelo sopra certe tavolette; e mentre io il disegnava, volsi gli occhi, e vidi lungo me 3) uomini, alli quali si conveniva di fare onore. E' riguardavano quello ch'io facea; e, secondo quello che mi fu detto poi, essi 4) erano stati già alquanto, anzi che io me ne accorgessi. Quando gli vidi, mi levai, e salutando loro dissi Altri era testè meco; e perciò pensava 5). Onde, partiti costoro, ritornaimi 6) alla mia opera, cioè del disegnare; e facendo ciò, mi venne un pensiero 7) di dire parole per rima, quasi per annovale di lei, e scrivere a costoro, li quali erano venuti a me; e dissi allora questo Sonetto, il quale comincia: Era venuta. † Questo Sonetto ha due cominciamenti, e però 8) si dividerà secondo l'uno e secondo l'altro. Dicò che, secondo il primo, questo Sonetto ha tre parti. Nella prima dico, che questa donna era già nella mia memoria 9); nella seconda dico quello, che Amore però mi facea; nella terza dico degli effetti d'Amore. La seconda comincia: Amor, che ecc; la terza: Piangendo uscivan. Questa parte si divide in due: nella prima dico, che tutti li miei sospiri uscivan parlando; nella seconda dico, che alquanti diceano certe parole diverse dagli altri. La seconda comincia: Ma quelli. Per questo medesimo modo si divide secondo l'altro cominciamento; salvo che nella prima parte dico, quando questa donna era così venuta nella mia memoria 10); e ciò non dico nell'altro. SONETTO XVI. Primo cominciamento Era venuta nella mente mia La gentil donna, che per suo valore Nel ciel dell'umiltà 11), dov'è Maria. Era venuta nella mente mia Quella donna gentil, cui piange Amore, S'era svegliato nel distrutto core, Le lagrime dogliose agli occhi tristi. 8) Lo dividerò secondo l'uno e l'altro - 9) 10) mente - EP. e CC. EP. e CC. Note al Sonetto XVI. Noi per agevolmente questo senso ». EP. §. XXXVI. È veduto DANTE da gentil donna andarsene tristo e dolente; ond' ella mostra pietà di lui. Egli si nasconde, per non essere notato di tanto vile abbandono di sè stesso, e manda a questa donna un Sonetto. Poi per alquanto tempo, conciofossecosache io fossi in parte nella quale mi ricordava del passato tempo, molto stava 1) con dolorosi pensamenti, tanto che 2) mi faceano parere di fuori una vista di terribile sbigottimento. Onde io, accorgendomi del mio travagliare, levai gli occhi per vedere se altri mi vedesse. Allora vidi, che una gentil donna, giovane e bella molto 3), da una finestra mi guardava 4) si pietosamente, quanto alla vista, che tutta la pietà pareva in lei raccolta. Onde, conciossiacosachè quando i miseri veggiono di loro compassione altrui, più tosto si muovono a lacrimare, quasi come di se stessi 5) avendo pietà; io sentii allora li miei occhi cominciare a voler piangere; e però, temendo di non mostrare la mia viltà 6), mi partfi dinanzi dagli occhi di questa gentile, e dicea poi fra me 7) medesimo: E' non può essere, che con quella pietosa donna non sia nobilissimo amore. E però proposi dire un Sonetto, nel quale io parlassi a lei 8), e conchiudessi in esso tutto ciò che narrato è in questa ragione; e cominciai: Videro. † Questo Sonetto è chiaro, e però non si divide 9). † SONETTO XVII. Videro gli occhi miei quanta 10) pietate La qualità della mia vita oscura 14); §. XXXVII. E' ne aggiunse un altro, per la tenera compassione che seguitava ella a mostrare di lui. Avvenne poi, che là dovunque questa donna mi vedea, si facea d'una vista pietosa e d'un color pallido, quasi come d'amore: onde molte volte 1) mi ricordava della mia nobilissima donna, che di simile colore 2) mi si mostrava. E certo molte volte non potendo lacrimare, nè disfogare la mia tristizia, io andava per vedere questa pietosa donna, la quale parea che tirasse le lacrime fuori degli occhi miei 3) per la sua vista. E però mi venne volontà di dire anche parole, parlando a lei; e dissi 4) questo Sonetto. † |