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Firenze è naturalmente la città ove questo congresso si deve riunire. Il suo Municipio stanzierà

Senza dubbio una somma adeguata alla nobiltà dell'oggetto ed al ricevimento degli ospiti distinti che certo vi accorreranno numerosi. L'onore che ne le ridonderà, e l'attiva circolazione di persone e denaro le ne daranno ampio compenso. I corpi accademici, i municipi e i ricchi e colti cittadini volenterosi contribuiranno quanto occorrerà per celebrare degnamente questo fasto della nazione italiana. Il governo, il Parlamento non devono darvi che la san

zione morale e legale.....

DE TIVOLI.

(Dalla Gazzetta di Genova, 20 Novembre 1863).

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E. Rossi.

(1) Questa proposta a primo aspetto parrà forse una speculazione municipale o libraria, ma non è. Essa, secondo noi, è la miglior guisa di onorare il Vate, essendochè niun omaggio può farsi più grande agli Scrittori che di diffondere le loro opere; e niuna utilità più cospicua e duratura alla Nazione che di far meglio penetrare per ogni dove le sublimi e civili idee

Ho letto nel suo pregevole giornale (foglio d' ier l'altro) che il Municipio di Firenze ha preso, or ora, la deliberazione di celebrare solennemente in quella città il Centenario di Dante Allighieri nel maggio del 1865; e che avea nello stesso tempo nominata de' suoi più nobili figli. una Commissione di cittadini fiorentini, coll' incarico di studiare e proporre quanto potesse occorrere per eseguire colla maggiore splendidezza la detta

deliberazione.

Certamente i concittadini di Dante prepareranno a quest' uopo cose degne di loro e dell' alma Italia; ed il porgere ad essi consiglio a cotale riguardo può parere temerità non che altro. Tuttavia siccome i consigli quando sono presentati con rispetto e procedono unicamente dall' amore del ben comune,

non

(2) Il monumento novello dovrebbe: 1.° innalzarsi nella loca-
lità più acconcia della nostra Atene; 2.0 Esser costrutto a modo
di tempio che fosse scompartito in guisa da rappresentare i tre
regni dal Poeta descritti, e si dovrebbe entrare in esso per mezzo
d'una selvetta. In esso tempio sarebbe depositato un gran libro
in cui si registrerebbero i nomi di tutte le città e i Comuni
(degl' Italiani non ne dovrebbe mancare alcuno) che avrebbero
cooperato all' edificazione. A questo scopo sarebbero anche
invitate le Nazioni tutte, perocchè Dante è poeta di quanti cre-
dono in Dio e nel progresso dell' Umanità.
sarebbe aperta indefinitamente e indicati i nomi e le somme
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Il principe Giovanni Nepom di Sassonia, cominciò a pubblicare fin una sua traduzione in tedesco della Commedia e n'ottenne l'approvazione univer le. E noi per dare a conoscere gl'intendimenti ch'egli ebbe in questo lavoro e come siasi adoprato di compierlo degnamente, riportiamo intanto il Proemio della sua traduzione, della quale daremo alcun saggio ai nostri lettori, nel volgarizzamento inedito del benemerito P. Eustachio Della Latta troppo presto rapito all'onore delle lettere italiane.

G. C.

Vagliami'l lungo studio e 'l grande amore,
Che m' han fatto cercar lo tuo volume.
DANTE, Inf. 1, v. 85, 84.

Queste parole del mio Poeta varranno a scusarmi presso i miei lettori, se audacemente mi sono messo

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sunto generale per opera di una Commissione eletta appositamente dal Congresso. Così si giungerebbe a ottenere perfetto o quasi perfetto il lavoro tanto desiderato ed appena accennato finora dal lord Vernon, Karl Witte, Dott. Barlow e tanti altri distinti letterati si italiani che stranieri, che con lungo studio e grande amore cercarono il gran volume e con intelletti sani mirarono la dottrina che s'asconde sotto il velame delli versi strani. Dopo quanto è detto fin qui sarebbe superfluo aggiungere che si debbano ammettere come membri al Congresso non solo gl' Italiani ma anche gli stranieri che volessero concorrervi, purchè competenti e muniti di sufficienti commendatizie. Essi colla loro presenza attesteranno la venerazione e la gratitudine di tutti i popoli civili per sì gran luminare dell' umanità, che proclamò per tutti le più sublimi verità filosofiche e virtù sociali, corroborando i precetti con esempi tratti da tutti i luoghi e dalle storie di tutti i tempi e di tutti i popoli, per cui esso fu, è, e sarà sempre il più universale e il più morale e il più incivilitore di tutti gli scrittori dell'êra moderna.

Firenze è naturalmente la città ove questo congresso si deve riunire. Il suo Municipio stanzierà senza dubbio una somma adeguata alla nobiltà dell'oggetto ed al ricevimento degli ospiti distinti che certo vi accorreranno numerosi. L'onore che ne le ridonderà, e l'attiva circolazione di persone e denaro le ne daranno ampio compenso. I corpi accademici, i municipi e i ricchi e colti cittadini volenterosi contribuiranno quanto occorrerà per celebrare degnamente questo fasto della nazione italiana. Il governo, il Parlamento non devono darvi che la sanzione morale e legale..... DE TIVOLI.

(Dalla Gazzetta di Genova, 20 Novembre 1863).

Preg. Sig. Direttore.

Ho letto nel suo pregevole giornale (foglio d' ier l'altro) che il Municipio di Firenze ha preso, or ora, la deliberazione di celebrare solennemente in quella città il Centenario di Dante Allighieri nel maggio del 1865; e che avea nello stesso tempo nominata una Commissione di cittadini fiorentini, coll' incarico di studiare e proporre quanto potesse occorrere per eseguire colla maggiore splendidezza la detta deliberazione.

Certamente i concittadini di Dante prepareranno a quest'uopo cose degne di loro e dell' alma Italia; ed il porgere ad essi consiglio a cotale riguardo può parere temerità non che altro. Tuttavia siccome i consigli quando sono presentati con rispetto e procedono unicamente dall' amore del ben comune,

non

riescono mai sgraditi, mi permetto, per mezzo delle effemeridi da lei dirette, d' osservare ai Membri di detta Commissione che non ultime fra le disposizioni a prendersi dovrebbono essere le seguenti:

1.o Decretare la stampa della Divina Commedia e delle Opere minori del Poeta, corredandola del ritratto di lui, di alcuni disegni rischiarativi non che delle varianti più accette alla pluralità dei commentatori. Indi pubblicare il tutto il dì innanzi alla grande solennità, con nitidissimi caratteri della miglior forma italiana e con carta nazionale appositamente preparata (1).

2.o Invitare i Traduttori, i Commentatori e gli Editori delle opere di Dante, i quali ancor vivono, a prender parte alla civile festa, e ad accettare l'alloggio gratuito che il Comune di Firenze loro appresterebbe durante il tempo di cotale solennità.

3.o Far coniare delle medaglie commemorative in oro, in argento ed in rame da vendersi a benefizio: a) del Monumento novello da erigersi all'Allighieri nella sua Fiorenza (2);

b) e per sopperire alle spese della stampa delle opere del Poeta.

Sugli altri provvedimenti ed inviti da farsi a' diversi municipii italiani più cospicui, come ai corpi accademici di ogni civile regione, noi non entriamo a parlare, sicuri che a ciò già avrà pensato il Fiorentino Municipio; come ancora non diciam nulla di quella specie d'obbligo nazionale che correrebbe a ciascun paese, non che ad ogni cittadino italiano, che ne ha i mezzi, di procacciarsi una di dette medaglie ed un esemplare della proposta edizione, qualora venisse in luce nel modo e con gl' intendimenti da noi accennati.

Pubblichi se la crede opportuna questa mia; e

m' abbia

Suo Devotissimo E. ROSSI.

(4) Questa proposta a primo aspetto parrà forse una speculazione municipale o libraria, ma non è. Essa, secondo noi, è la miglior guisa di onorare il Vate, essendochè niun omaggio può farsi più grande agli Scrittori che di diffondere le loro opere; e niuna utilità più cospicua e duratura alla Nazione che di far meglio penetrare per ogni dove le sublimi e civili idee de' suoi più nobili figli.

(2) Il monumento novello dovrebbe: 1.° innalzarsi nella località più acconcia della nostra Atene; 2.° Esser costrutto a modo di tempio che fosse scompartito in guisa da rappresentare i tre regni dal Poeta descritti, e si dovrebbe entrare in esso per mezzo d'una selvetta. In esso tempio sarebbe depositato un gran libro in cui si registrerebbero i nomi di tutte le città e i Comuni (degl' Italiani non ne dovrebbe mancare alcuno) che avrebbero cooperato all' edificazione. A questo scopo sarebbero anche invitate le Nazioni tutte, perocchè Dante è poeta di quanti credono in Dio e nel progresso dell'Umanità. La sottoscrizione sarebbe aperta indefinitamente e indicati i nomi e le somme offerte, in detto gran volume ».

(Dal Piccolo Educatore, 24 Febbraio 1864).

Il Giornale del Centenario di Dante nel suo N. 4 delli 10 Febbraio porta che a celebrare viemmeglio la solennità, di cui esso è promotore, sarebbero da musicarsi alcuni versi di Dante, per cantarli poscia il dì della festa a fine di offerire all'altissimo Poeta una corona degna di lui, intrecciata dalle due arti sorelle Musica e Poesia. Noi commendiamo altamente un tale pensiero, che viene a dire non potersi encomiare Dante con versi abbastanza degni, se non sono de'suoi. Ma osiamo esporre un nostro pensiero, dal quale, se fosse attuabile, potrebbe venire un bel dono, e non indegno di Dante.

Il Genio vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, che piantò la Croce sull'urna dell'uom fatale, a dispetto de' Farisei che non volevano, non ha più dato scintilla del suo fuoco divino. Or bene, si ecciti quel gentile a riprendere in mano la lira per cantare di Dante. Egli il può fare meglio d'ogni altro, e lo sarà, perchè è eminentemente Italiano, anzi il primo cittadino d'Italia. E come Dante col suo poema fu autore della unità italiana, così egli col suo romanzo fe'sentire l'onta e il peso della straniera dominazione. Ma chi adatterà la musica ai versi del Manzoni? Rossini. Questi sono i due genii che possono inghirlandare d'immarcessibil serto il nuovo monumento di Dante. M. BAZZONI.

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per una strada, che prima di me hanno percorso parecchi maestri nell' arte del tradurre, coi quali nemmeno a grandissima distanza io m'arrischio di paragonarmi nè per profonda cognizione dell' idioma italiano, nè per apparecchi storici ben fondati.

Dante è da lungo tempo uno degli scrittori a me prediletti, e le malagevolezze medesime ch' ei presentava, furono per me un nuovo incitamento a consacrarmi a lui con affetto ognora più vivo.

L'impronta caratteristica d' un uomo supremamente distinto da ogni altro ed espressivo, in un tempo, supremamente distinto da ogni altro tempo, del quale non possediamo altra opera sì compiuta; una lingua, che tanto più faceva contrasto all' ingegno del poeta, in quanto ch'egli doveva pel primo crearla, l'alta dignità morale e la diligenza infinita nella esecuzione, mi furono d' un'attrattiva irresistibile.

La Divina Commedia mi ha sempre avuto l'aspetto d'una cattedrale gotica, dove il sopraccarico d'alcuni ornamenti può sì offendere il nostro gusto raffinato, intanto che la sublime ed austera impressione del tutto e la finitezza e varietà dei particolari ci riem piono l'animo di maraviglia. L'una siccome l'altra sono viventi prodotti di quella età feconda di commozioni, di quell' evo medio che oramai è tornato un'altra volta in onore.

Con questa predilezione per Dante si accese per tempo in me la premura di renderne la grande opera nella materna mia lingua, e ciò con la più possibile fedeltà letterale, per quanto almeno il permettesse lo spirito della lingua tedesca, e non solamente la grammatica di essa. A questo scopo io preferii di tradurlo, esattamente si secondo la quantità sillabica dell' originale, ma libero affatto dalla rima. Io sperava con ciò d' essermi proposto uno scopo diverso da quello de'miei predecessori intanto che quello che inevitabilmente io perdeva da una parte nella forma, era forse per l'altra parte in grado di guadagnarlo con una maggiore esattezza e chiarezza, al che io pel grande alleviamento che a me concedeva mi tenni doppiamente obbligato.

La prima edizione dell' Inferno venuta per questo modo alla luce io la feci preparare per distribuirla ad alcuni conoscenti. Siccome però non restò al tutto priva di approvazione, così mi arrischio oramai di presentare questa seconda edizione al pubblico più

numeroso.

Un poeta quale si è Dante, pieno di rapporti storici, teologici, astronomici, ec., non si potrebbe gustare senz' annotazioni. Io però mi sono limitato solo a quelle, che sono necessarie all' intelligenza, essendo che io non pensava a scrivere un commentario. Alcune poche osservazioni, che solo debbono servire a giustificare la mia traduzione, sono volta

per volta segnate con asterisco (mentre le altre sono numerate), acciocchè possano più facilmente saltarle coloro, che non si propongono di paragonare la traduzione coll' originale.

Io non debbo deliberatamente omettere di confessare con grato animo, che, ove trovinsi qua e là nuove ed interessanti osservazioni per rispetto a cose naturali, anatomiche e mediche, io debbo saperne grado ai cortesi aiuti del mio dotto amico. sig. Hoftrath dott. Carus di Dresda, ingegnoso medico e naturalista, come del pari per gli schiarimenti più esatti delle date astronomiche mi è stato in ciò appunto giovevole il valoroso astronomo e primo ispettore Lohrmann.

Se finalmente questa nuova edizione si offre come accresciuta, ciò si riferisce solo ad alcune aggiunte e mutazioni nelle note, la cui necessità m' incalzava per la continuazione dell' opera.

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gemono sotto il flagello dell'Austria, e di quei luoghi lasciò più ricordi nel sacro poema. E la memoria di lui durò vivissima nelle regioni Trentine i cui abitatori ora concorrono alacremente a onorarlo grande poeta e sacro profeta dell'unità e dell' indipendenza italiana. Nel Trentino furono raccolte fra private persone 472 lire pel monumento che si scolpisce in Firenze dal Pazzi. Le città di Trento e di Rovereto offrirono allo stesso scopo 500 lire ciascuna. Cento lire furono offerte da Ala, 125 da Borgo di Valsugana e 150 da Riva sul lago di Garda. Oltre a ciò il municipio di Trento stanziò la erezione di un gran busto del divino poeta in uno dei luoghi più frequentati della città e anche la piccola, ma gentile città di Riva incaricò non ha guari Andrea Maffei di allogare in nome di essa a quell' artefice che egli creda più atto la scultura del ritratto di Dante in un medaglione portante iscritti i versi che la riguardano sì da vicino:

Suso in Italia bella giace un laco

Appie dell'Alpe che serra Lamagna
Sovra Tiralli, ed ha nome Benaco ec.
Inf. XX.

Sia lode ai generosi nostri fratelli Trentini, che colgono ogni occasione per mostrare quanto amano la comune patria italiana e tutte le glorie di lei.

AVVERTENZA. — Gli Editori i quali desiderano che il Giornale del Centenario annunzi edizioni dantesche da loro pubblicate o da pubblicarsi, avranno diritto alla inserzione dal relativo avviso per sei numeri consecutivi. mediante l'invio alla Direzione di una copia dell'opera stampata del a quale sarà tenuto anche parola nella Rassegna Bibliografica del giornale.

IL SECOLO DI DANTE
commento storico

NECESSARIO ALL' INTELLIGENZA DELLA DIVINA COMMEDIA

SCRITTO

DA FERDINANDO ARRIVABENE

colle illustrazioni storiche di UGO FOSCOLO

sul Poema di Dante.

Elegante edizione compatta in un volume in 8vo a due colonne. Monza, Tipografia Corbetta, prezzo L. 8.

LA DIVINA COMMEDIA

con note

DI PAOLO COSTA

edizione eseguita sull'ultima fiorentina dal commentatore medesimo rivista ed emendata.

Elegante edizione compatta in un volume in 8vo a due colonne. Monza, Tipografia Corbella, prezzo L. 8.

SI

Fratelli Nistri, Tipografi Librai in Pisa.

Commento di FRANCESCO da BUTI sopra la Divina Commedia di DANTE ALLIGHIERI (letto nella Università di Pisa dal 1365 al 1440, Testo di Lingua inedito, citato dagli Accademici della Crusca nel loro Vocabolario pubblicato per cura di Crescentino Giannini, Pisa 1858-1862. Tre gr. Tomi in 8.o con Ritratto di Dante dip. da Giotto, e del Buti . . it. L. 45, 00 Lo stesso, Edizione da Biblioteche, in 8.o massimo di carta imperiale con margini allargati (ediz. di 75 esempl.). >> 75, 00

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Sarà cessata la spedizione del Giornale a chi non spedisce il il prezzo d'associazione a tutto il 15 Marzo 1864. (2)

Mediante vaglia postale di sole L. 6. 50 s' invieranno i due volumi suddetti in tutto lo Stato a chi ne farà domanda con lettera affrancata all'editore Carlo Corbetta, tipografo-libraio in Monza.

TIP. GALILEIANA DI M. CELLINI E C.

G. CORSINI Direttore-Gerente.

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