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Ma l'Allighieri non è soltanto il più sublime dei poeti, egli è il massimo degli italiani che fra le empie lotte e le nefaste divisioni fraterne primo propuguò il grande concetto della patria vera.

Sì, storico e critico del suo passato in numeri che non morranno, profeta del suo avvenire, padre della sua lingua e quindi della sua nazionalità, Dante è la più vera, la più splendida, la più eccelsa personificazione d'Italia.

E ben lo sente Italia ogni di più; e prova ne sia, fra l'altre, che in più parti ella si apparecchia a festeggiare con monumenti nel maggio 1865 la sesta secolare ricorrenza dei natali di quel Divino. Verona, che dopo Firenze e Ravenna più d'ogni altra italiana città deve glorificarsi da Lui, potrebbe Verona non commuoversi alla nobile gara ? Qui l'ospitalità del gran Lombardo, per quel poco che erale dato, leniva le generose ire del suo esiglio, qui la città fra' suoi cittadini lo accolse; qui giudice egli sedette; qui compose gran parte della sua Commedia immortale; qui in una delle nostre prosapie scorre il sangue del suo sangue; qui degli ultimi suoi discendenti riposan le ceneri, e qui non una effigie, non una lapida, qui nulla lo ricorda ai viventi ed ai venturi, tranne quell' ala, ah! troppo fuggevole, che da tre secoli carica lo stemma della patrizia casa dei Sarego-Allighieri.

Animate dallo spirito dei tempi, interpreti del voto del paese, le Presidenze dell'Accademia d'Agricoltura, Arti e Commercio e della Società delle Belle Arti, divisarono, mercè azioni da conseguirsi per libera soscrizione, dovesse Verona in quella ricorrenza erigere una statua a quel Sommo a quel Sommo e coll' unanime assenso, anzi col plauso dei rispettivi Corpi morali, comecchè non ricchi e per l'indole loro estranei a somiglievoli assunti, soscrissero per l'ammontare di fiorini cinquecento.

Del pari il cittadino Consiglio, non appena invitato a proteggere e sussidiare una impresa che torna di tanto lustro e decoro a Verona, le votava, plaudendovi, la somma di fiorini mille, offerta generosa se pongasi mente alle angustie in cui versa l' economia del Comune.

A raccogliere il residuo fondo occorrente (per non escire dai limiti del possibile si preventiva la spesa approssimativa di fiorini seimila), apresi nella Città e Provincia una soscrizione alle condizioni qui sotto descritte.

Nè l'opera nostra fia per fermo degna di Dante. E chi potrebbe nè tampoco idearlo, lui in tanta altezza locato, noi caduti in tanto gravi distrette economiche? Farà testimonianza nullameno del nostro culto a quel Divino; avrà sciolto un debito antico degli avi e nostro; e, come oggi noi, i figli dei

nostri figli nei severi lineamenti del suo volto apprenderanno ad ogni istante l'invitta costanza nei forti propositi, l'odio implacabile a tutte colpe e tristizie, l'amore santissimo della patria e d'ogni cosa grande.

Verona, settembre 1863.

Chiusasi l'annuale Esposizione, si raccolse nel 24 gennaio 1864, in una delle sale del Museo, la Società delle Belle Arti per assistere all'estrazione a sorte dei premi. Siccome poi in questa tornata doveasi dar ragguaglio eziandio di quanto erasi operato intorno al Monumento a Dante Allighieri, così erano chiamati ad assistervi i Soci pure della patria Accademia di Agricoltura, Commercio ed Arti, la quale d'accordo colla nostra Società iniziava e conduceva l'impresa.

L'adunanza incominciava colla lettura del verbale della Seduta del 28 giugno 1863.

Finita la lettura di quel verbale, il Presidente pronunziava il seguente discorso nel quale, dopo di aver toccato delle ultime nostre Esposizioni ed indicato per qual guisa migliorarle, passa ad informare sopra quanto riguarda il monumento a Dante Alighieri. Un tale discorso, alle cui idee e conclusioni più flate dai numerosissimi ed eletti uditori applaudiasi, viene pubblicato e per aderire al desiderio esternato da molti Soci, e perchè riassume tanto per la parte economica quanto per la parte artistica la storia di questa nobilissima impresa, sciogliendo in pari tempo un debito di gratitudine verso tutti quelli che fino a qui si adoperarono.

Prestantissimi Signori!

Volto è oggimai il settimo anno dacchè in queste Sale inaguravasi la fondazione della Società nostra. Presiedevano a' suoi natali i più lieti auspicii. E di vero, voi tutti ricordate la copia non meno che la prestanza degli oggetti d'arte che abbellirono le prime due Esposizioni; voi tutti ricordate la nobile gara nei nostri concittadini, la ressa, direi quasi, di farne acquisto; di maniera che la somma dispendiata dai privati nella seconda di quelle Esposizioni ebbe a superare la somma stessa che vi erogava la Società.

Ma basti dell' Esposizione; passo al monumento da erigersi al divino Allighieri dietro l'iniziativa secondo il programma delle Presidenze di questa Società delle Belle Arti e dell'Accademia di Agricoltura Arti e Commercio; ai Soci pur della quale ora parlo.

Dire che l'impresa fosse accolta con plauso fuor di Verona torna soverchio per Voi che in più giornali della Penisola la vedeste commendata; per Voi che sapete le vicine città del Trentino, di Padova e di Gorizia emulando ed alcune additando l'esempio di noi, essersene fatte, per quanto il comportano le diverse loro condizioni ed i rapporti diversi coll'Allighieri, imitatrici. Dire che l'impresa in Verona e nella sua Provincia fosse accolta meglio che con plauso con entusiasmo tornerebbe ancora più soverchio per Voi che, attori o firmatari, queste cose le vesapete Ma a noi, onorati dello incarico di agire e depositarii degli atti, a noi l'obbligo incombe di offerirvene, sulla base di quelli, esatta informazione. E quivi, o Signori, dalla muta ma invitta eloquenza delle cifre vi sarà tessuto il più splendido elogio; avvegnachè, solo da poco più che un mese diffuse le schede d'associazione, siasi oggimai tanto di soscrizioni raccolto d'aver già superato quel minimum che in preventivo erasi creduto all' uopo necessario. Eccovi come e per mezzo di chi operavasi questo che, nelle strettezze economiche nelle quali versiamo, potrebbe per poco un miracolo appellarsi. E miracolo fu; ma dovuto al divo Taumaturgo delle tre Cantiche alle quali poser mano e terra o ciolo o nella cui grande anima compiacquesi Iddio di stampare tanta orma del suo spirito creatore.

Divisarono le esecutrici Presidenze di dirigere una scheda ad ogni Comune della Provincia onde, ad imitazione del Comune di Verona, desse ognuno, secondo sue forze, l'obolo proprio. Nè all' invito, comecchè tutti di mezzi economici quale più quale meno stremati, si addimostrano sordi i rurali Comuni. Giovi fra gli altri citare il Comune di Nogara che votò per azioni N.o 18, Cologna per N.o 12, Ronco 40, S. Martino 6, Marcelise 6, Negarine 5, Negrar 5, Isola Porcarizza 4, Oppeano 4 ec. Non tutti per altro fino a qui hanno votato i Comuni; nè di tutti que'che votarono, in forza delle necessarie preventive superiori approvazioni, i risultati son noti. Tuttavolta a noi sembra potervi assicurare che da questo lato un trecento azioni circa sono acquisite alla nobile impresa nostra (1).

(1) In altra occasione, e finita la raccolta delle soscrizioni, saranno pubblicati eziandio i nomi di tutti gli altri Comuni della Provincia che vi avranno preso parte, e così pure il nome di tutti anco i privati soscrittori della Città e Provincia con di fronte il numero delle azioni soscritte da ciascuno di essi.

Ma a questa sola prova, quanto alla Provincia, noi non ci ristammo. Designate tutte le più impor lanti sue borgate, noi vi scegliemmo un incolano, noto per amore agli studj e curante del lustro della patria, e gli dirigemmo una lettera con alcune schede, invitandolo a raccogliere soscrizioni fra i suoi compaesani. Ci gode l'animo nell'annunziarvi che non fallia nè questo secondo intento nostro, mentre, dove più dove meno, ma ovunque trovò un eco efficace il nostro invito. A causa di onore e ad esempio di operosa emulazione vorremo fra gli altri menzionati:

Gli abitanti del Comuue di Valeggio, che mercè l'opera del Dott. Catani soscrissero finora per azioni 34;

Quelli del Comune di Soave che mercè l'opera del Dott. Tommasini ne soscrissero 28;

Quelli del Comune di Parona che mercè l'opera del Dott. Luigi Fagiuoli ne soscrissero 16;

Quelli del Comune di Tregnago che mercè l'opera del Dott. Domenico Fiorini ne soscrissero 13;

Quelli del Comune di Sambonifacio, che mercè l'opera del Dott. G. B. Mazzotto ne soscrissero 12;

Quelli del Comune di Nogara, che mercè l'opera del sig. Evaristo Polettini ne soscrissero 12 ec.

Non per anco, o Signori, ci fu dato raccogliere tutte le schede affidate nella Provincia a quei benemeriti, ai quali in nome dell' impresa ci è dolce fin d'ora tributare atti solenni di grazie; ma reputiamo di non andare errati valutando a 150 circa il numero delle azioni che per tale modo, a cosa compiuta, si saranno raccolto; e perciò copulativamente la Provincia sarà concorsa nell'impresa coll'approssimativo ammontare di azioni 450.

Passo alla Città dove i dati sono più positivi. Non vi diremo, chè a tutti è noto, come fosse da noi dato incarico di raccogliere soscrizioni fra i commercianti ad una Commissione di egregi scelta nel seno loro; e come a tre Commissioni di egregi scelti fra i possidenti, il compito si affidasse di farne incetta fra quelli; sì, e solo l'obbligo sentiamo di segnalare alla pubblica gratitudine il nome di tutti quei benemeriti, i quali, per la prima, furono gli onorevoli signori Giuseppe Ipsevich, Trajano Vincentini, Carlo Sega, Carlo Agostini, Francesco Festa; e per le seconde gli onor. sigg. nob. Giambattista Campostrini, conte Enrico Murari, conte Carlo Da Lisca, Dott. Luigi Avanzi, conte Giacomo Montanari, Antonio Gaspari, Giulio Forti, Giuseppe Morgante, Ercole Calvi, Gaetano Bertani, conte Bartolommeo Guarienti. A prova poi del loro zelo commendevolissimo basti accennare gli splendidi risultamenti da essi ottenuti. I primi infatti raccolsero già per oltre azioni 400; le rasentano i secondi; il perchè col

l'opera loro si conseguirono fino a qui copulativamente azioni 800.

L'onorevole Avvocato Michelangelo Smania con quello amore che tutti gli conoscono al sommo Allighieri, e ad ogni cosa che frutti lustro alla patria, in unione ai sigg. Dott. Cesare Calabi e Notajo Dottore cav. Senatore Carpentari raccoglieva ( esempio ammirabile e che fa splendida testimonianza della coltura e del patriottismo di quel nobile corpo) raccoglieva fra i soli Dottori in legge, avvocati e notai azioni N.o 113.

Gli onorevoli medici Dott. Recchia, Emmanuelli e Bellini, essendosi occupati a raccogliere fra i loro colleghi, e coll'opera spicciolata di qualche altro benemerito, non che col concorso di alcuni Uffici, e specialmente del Municipale che soscrisse per 24 azioni, devonsi aggiungere altre 57 azioni.

E quindi dalle accennate fonti un totale in città di azioni 970.

Ma a tali pratiche, o signori, non stettero paghe le esecutrici Presidenze. Esse volgevano speciale invito, sollecitandone il concorso, al Comune di Verona, alla Società Letteraria, all'Accademia di Pittura e Scultura, alla Camera di Commercio ed alla Società del Teatro Filarmonico.

Rispondeva tosto e generosamente all'appello il Comune di Verona, assumendo in consigliare seduta azioni 250.

Vi rispondeva con pari slancio la Società Letteraria, assumendone in generale tornata quale corpo morale N.o 50; e 57 soscrivendone nella propria specialità i soci dietro iniziativa ed esempio del tanto benemerito socio il Dott. Pietro Montagna; copulativamente per azioni 107.

L'Accademia di Pittura e Scultura, comecchè assai limitata ne' propri mezzi economici, in unione alla spettabile sua Presidenza assumevane 18.

La Camera di Commercio, collegialmente unita a deliberare, non ismentiva punto quel nobile zelo per la bella opera onde i singoli commercianti si mostrarono animati; ed assumeya Azioni 50.

Perciò un totale nei quattro Corpi di Azioni 425. Tutti così e generosamente risposero i corpi morali della Città invitati al concorso. Sola pon per anco pronunziavasi la Società Filarmonica. Ma potrebbe nè tampoco idearsi ch'ella non fosse del bel numero una, essa presieduta da quell' egregio che è l'Avvocato Michelangelo Smania; essa ricca, e memore certamente che le sue sale furono un dì nobile palestra letteraria, dove di tanta luce brillarono i Pindemonti, gli Spolverini, i Maffei? (1)

(1) Nè la Società Filarmonica venia meno ad una tale aspettazione. Convocata nel giorno 31 gennaio p. p. espressamente per deliberare sopra questo unico oggetto, essa volava azioni 50:

Riassumendo impertanto la dimostrazione economica, se alle azioni probabilissime della Provincia valutate sui dati noti a 450, ma che per maggiore cautela si riducono a sole N.o 350, si aggiungano le raccolte in città fra i privati (meno quelle dei Soci della Società Letteraria unite a quelle di quel Corpo), N.o 970, e le raccolte dai quattro Corpi morali suddetti, 425, si avranno in totale Azioni N.o 1745 ascendenti a Fiorini aust. 6980; ai quali aggiungendo quelli votati dalla iniziatrice Accademia di Agricoltura N. 300, e dalla pure iniziatrice Società delle Belle Arti N. 200, si avrà disponibile una somma complessiva di Fior. 7480.

Eccovi vero quindi quanto fin da principio io vi accennava con festa: in così breve lasso di tempo, cioè, essersi assicurata l'impresa; dappoichè sorpassavasi quel minimum che fu creduto tornarle strettamente necessario.

Non è per questo però che lo zelo dei collettori e dei soscrittori non vogliasi tuttavia vivamente stimolato; chè sa ognuno come i preventivi sieno di leggieri dai consuntivi superati; e quando pure ciò non occorresse ognun sente nell' animo quauto meriti l'Allighieri, quanto la ricorrenza, e come la somma preavvisata (fu detto nel Programma con non bastante fiducia, per non uscire dai limiti del possibile) a tanto non si ragguagliasse.

Esaurita così la parte economica, che tanto fa onore al patriottismo ed intelligenza dei Veronesi, tocca ora, o signori, la parte artistica, la quale pure, ne nutriamo fiducia, sarà per aggiungere una nuova foglia al serto onde la nostra Verona brilla eziandio nei fasti dell'arte. (Continua)

ESTRATTO DEL LIBRO DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO GENERALE DEL COMUNE DI FIRENZE DELL'ANNO 1864.

A dì 17 marzo 1864.

Adunati serv. serv. gl'illustrissimi signori Consiglieri in sufficiente numero di 21 per trattare ec.

Omissis ec.

Considerando le maggiori proporzioni date alla statua di Dante e la convenienza di col

e ciò dopo aver udito dalla bocca del benemerito suo Presidenteuna erudita e calorosa allocuzione che per volere dei Soci vide la luce e che, coll' assenso dell'autore, viene ora ripubblicata.

locare il monumento del Divino Poeta presso il Tempio di S. Croce, al Pantheon di tante glorie Italiane;

Il Consiglio riponendosi dalla Deliberazione del 14 dicembre 1861

Delibera:

La statua monumentale di Dante scolpita dal sig. Enrico Pazzi sarà collocata nella Piazza di S. Croce.

E ciò conferma con partito di voti favorevoli diciannove, contrari due.

Pel Gonfaloniere

E. LOTTI

Secondo Priore.

Il Cancell. Ministro del Censo P. MANCI.

PARTE NON OFFICIALE

Proposte

PER LA CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO DI DANTE

tutto quello che per la memoria di lui e il debito nostro fu già suggerito da molti, desse opera ad -aprirvi possibilmente sul davanti una piazza e si ampiassero le vie adiacenti, perchè comparisse in bella vista e si facesse così. una vera e completa restaurazione. Quindi presi gli opportuni concerti col governo, il quale dovrebbe eseguire per parte sua quanto dal Parlamento si decidesse, importerebbe stabilire fin d'ora il programma delle feste, perchè per la veramente magnifica solennità loro, tutti, italiani e stranieri, potessero conveniente prepararsi.

Le quali feste dovrebbero esser tali che in esse si raccogliesse non solamente quanto da Dante proviene di bello e di buono, quanto in lui e nel suo nome si aduna di patria grandezza, e quanto per lui si può ed è possibile fare da una nazione ridivenuta grande; ma anche porgessero occasione d'iniziare ogni sorta di belle ed utili opere in lettere, in arti, in industrie, in beneficenza, e servissero a suggellare (e qual suggello il nome di lui!) il completo affratellamento e la completa unione degl' Italiani d'ogni angolo della penisola.......

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Io non volli stender progetti che altri maggiori di me fecero e sapranno pur fare; pago di accennar quello solo che come fiorentino mi parve più urgente ricordare a' miei compatriotti. Tocca alla stampa, tocca alla nazione intera fare tutto quel resto che Firenze non può. Ed ella, gentile amico, che tanto si compiace di questa città e si onora di esser italiano, perchè in Dante tutti ci onoriamo, avrà care queste poche parole; alle quali non mi resta che aggiungere il desiderio che tutti gl'Italiani nell'amore di Dante e nello zelo della gloria di lui possano somigliarla. Guido Corsini.

....

FRAMMENTO DI UNA LETTERA A LUIGI PARAazzi.

(Dalla Gioventù del 15 Settembre 1863).

Fatto questo (decretata cioè dal M. F. la celebrazione del Centenario di Dante), si dovrebbero dal Municipio stesso invitare i Municipi d'Italia e tutti i corpi scientifici, morali ec. a nominare ciascuno un rappresentante per intervenire alla festa; e speciale e più solenne invito dovrebbe farsi alla città di Ravenna, e non coll'ordinario modo, ma nominando una deputazione di cittadini che colà si rechi espressamente e solennemente. E perchè subito desse il Municipio di Firenze testimonio efficace del buon volere, parrebbe convenevole, anzi necessario, aprisse una sottoscrizione ed invitasse i cittadini, ed essi soli, a concorrervi, onde per mezzo di quella si comprasse la già troppo negletta e modesta casa del Poeta; e non solo per questo l'aprisse, ma anche perchè la città intera, comprata la casa e fattovi

Ci è pervenuta in questi giorni la lettera seguente:

Sig. Direttore Gerente del Giornale del Centenario di Dante Allighieri.

Le invio una proposta per la celebrazione del Centenario di Dante Allighieri. È un'idea che non credo affatto disprezzabile, ma che accenno così alla buona, e senza pretensione di averla lungamente ponderata, per cui non sia suscettibile di modificazioni e miglioramenti.

Io proporrei la fondazione in Firenze di un Museo Nazionale Dantesco nella casa ove nacque il Divino Poeta, che dovrebbe a tale oggetto essere acquistata dallo Stato e restaurata secondo l'antico disegno in

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