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modo da renderla atta e conveniente a servire allo scopo al quale sarebbe oggi destinata.

2.o Ordinare che tutti i documenti, codici, manoscritti, libri a stampa, quadri, medaglie ed altri

Il Museo dovrebbe a poco per volta raccogliere oggetti concernenti le opere o la vita di Dante che

e conservare:

4. Una biblioteca esclusivamente composta di tutte l'edizioni e di tutti i commenti a stampa delle opere di Dante e di tutto quanto è stato pubblicato sulla vita di lui.

2. Tutti i codici e manoscritti tanto editi che inediti che potessero aversi sullo stesso argomento.

3.o Il fac-simile di tutti quei codici o manoscritti che per essere all'estero o per appartenere a privati che non volessero cederli o per qualunque altro motivo non potessero aversi o acquistarsi.

4. Tutte le pitture (in originale o in copia), tutti i disegni, incisioni, medaglie ec., contenenti i ritratti o concernenti fatti ed illustrazioni della vita del Poeta.

5.o Le fotografie o pitture dei monumenti inalzati a suo onore o dei luoghi ove si compierono i fatti principali della sua vita.

6. Finalmente tutto quanto può aversi o ritrovarsi che abbia relazione alla persona, alla vita e alle opere di Dante.

In questo Museo dovrebbe inoltre essere istituita una cattedra, all' unico scopo di esporre ed interpreed interpretare la Divina Commedia e dovrebbe nel tempo stesso esser permesso a chiunque di farvi delle libere letture sullo stesso argomento.

Sembrerà a prima vista che questa proposta sia di difficile esecuzione, specialmente a causa della spesa che occorrerebbe per la prima instituzione e per la futura conservazione del Museo. Ma riguardo a questo io farò in primo luogo osservare che la proposta sarebbe specialmente diretta al Governo come rappresentante della Nazione. Dante non è gloria di un Municipio o di una provincia, ma è gloria d' Italia; e se l'Italia per onorare la memoria del più grande fra tutti i suoi figli dovesse fare il sacrificio di un cento o centocinquantamila franchi, nou farebbe mai tanto da compensare i sacrificj più grandi di colui che tanto amò la sua patria e dalla quale non ebbe che ingratitudine e dolori. Avvertirò inoltre che se il Governo si assumesse l'incarico della fondazione di questo Istituto, si avrebbero tante altre facilitazioni da diminuire grandemente il dispendio.

si trovano attualmente negli archivj, nelle biblioteche, nelle gallerie o in altre collezioni dello Stato fossero depositate nel nuovo Museo Dantesco.

3.o Invitare i Municipj e gl' Italiani tutti ad eseguire volontariamente il deposito di tutto quanto o dai Municipj stessi o dai privati si possedesse e che servisse a rendere più completa la collezione.

In secondo luogo il Municipio Fiorentino potrebbe onerarsi della spesa di mantenimento ordinario del Museo e dello stipendio al titolare della cattedra.

Finalmente potrebbe aprirsi una libera sottoscrizione fra gl'Italiani onde costituire un fondo da rimanere come dote dell' Istituto, e i frutti del quale dovrebbero erogarsi in acquisti per completare la collezione.

Ripeto che non credo di aver fatto una proposta che non possa essere migliorata, specialmente nel modo di portarla ad esecuzione. Credo però che essa tenderebbe al doppio scopo di inalzare un monumento o, quasi direi, un tempio destinato al culto dell'Altissimo Poeta, e di fondare un Istituto che potrebbe favorire e facilitare lo studio delle sue opere. UN ITALIANO.

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Ciò posto, ecco come io credo che questa propo- grande cordoglio. sta potrebbe attuarsi.

Primo di tutti il Governo dovrebbe:

4.o Stanziare, con legge speciale da votarsi solennemente in Parlamento, una somma conveniente per l'acquisto della casa di Dante e per il restauro e riordinamento della medesima allo scopo indicato.

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La sua veste, che cadea come lungo scapolare il suo freddo, pallido volto il suo cappuccio nero, a prim' aspetto agghiacciavano l'anima.... figurar potevasi un monaco dalla tomba uscito.

Tuttavia, da uomo prudente, l'albergatore, che da lungo tempo non aveva alloggiato di simili ospiti,

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La camera assegnata contava l'epoca di un secolo almeno. Il pavimento senza tappeto, le pareti rudi esalavano un odore di vecchia osteria. Il ragnatelo distendeva la sua tela su tutti gli angoli.

A quei tempi di miseria e di guerra civile, fra quei quattro muri rovinosi, freddi e nudi, avevano forse dormito celebrità sconosciute, vaganti allora tristamente per le città.

I due viaggiatori profondamente addolorati, ma avidi del giorno che sembrava sparire, fra il nebbione invernale aprirono la finestra.... Dante curvato, spinse lo sguardo sopra Parigi.

L'occhio, indifferente dapprima, soffermavasi sugli affaccendati, che formicolavano al basso. Chierici, mercanti, scolari.... egli non riconobbe un sol abito toscano in mezzo a quella folla errante.

Scorse poscia fra palagi e case di legno, un fiume dal corso melanconico, e - dominando da lungi la città cattolica una foresta di torri, di pinacoli e di croci.

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Fino dall' anno 1483, il veneto Patrizio Bernardo Bembo, Pretore in Ravenna per la Signoria di Venezia, provvide del proprio al sepolcro di Dante.

Venezia, per prima, ornò la sua reggia (il palazzo Ducale) dei noti versi, che stavano sopra il seggio Ducale del Consiglio dei Dieci, e che andarono perduti nell' incendio del 1571.

Dal secolo XV, fino al 1859, vanta Venezia maggior numero d'edizioni del Poema di Dante, più che non possa vantarne Firenze, od altre città d'Italia.

La nostra città ha in Dolce il primo dei Postillatori dell' immortale Poema.

Gaspare Gozzi, primo ed ingente difensore di Dante, nel 1757 sfolgorò da suo pari l'Autore delle Lettere Virgiliane.

Un Veneziano inventò e fece eseguire e coniare nel secolo XIX due medaglie in onore di Dante, una nel 1834, in cui il busto di Dante, e nel rovescio Roma Galeata e sedente, medaglia incisa da Puttinati; l'altra nel 1846, con lo stesso busto di Dante, e nel rovescio l'Arsenale di Venezia, medaglia incisa dal Veneziano Stiore.

È nato in Venezia quegli che, tra i viventi per anzianità certo, è il Nestore degli illustratori del Poema e d'altre opere minori di Dante

Ed ecco fin dove e pel corso di cinque secoli occupavasi la nostra illustre città del sommo fra i sommi poeti Italiani.

Or vedremo se, a tanti titoli, Venezia saprà ora aggiungerne un altro.

• L'illustre Filippo Scolari.

NOTIZIE

Il M.o cav. Pacini ha composto una Sinfonia intitolata DANTE. Vi si dipinge, col magistero de'suoni, i tormenti nell' Inferno, le pene mitigate dalla

speranza nel Purgatorio, la beatitudine nel Paradiso, e finalmente il ritorno trionfale di Dante sulla terra, acclamato e celebrato da tutte le genti. È un lavoro colossale, degno del gran Maestro. Il Municipio di Firenze non deve lasciarsi fuggire l'occasione di ottenere dal celebre compositore la facoltà di farla eseguire per il Centenario di Dante.

AVVERTENZA. Gli Editori i quali desiderano che il Giornale del Centenario annunzi edizioni dantesche da loro pubblicate o da pubblicarsi, avranno diritto alla inserzione dal relativo avviso per sei uumeri consecutivi. mediante l'invio alla Direzione di una copia dell'opera stampata del a quale sarà tenuto anche parola nella Rassegna Bibliografica del giornale.

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SI

Fratelli Nistri, Tipografi Librai in Pisa.

Commento di FRANCESCO da BUTI sopra la Divina Commedia di DANTE ALLIGHIERI (letto nella Università di Pisa dal 1365 al 1440, Testo di Lingua inedito, citato dagli Accademici della Crusca nel loro Vocabolario) pubblicato per cura di Crescentino Giannini, Pisa 1858-1862. Tre gr. Tomi in 8.° con Ritratto di Dante dip. da Giotto, e del Buti. . it. L. 45, 00

- Lo stesso, Edizione da Biblioteche, in 8.° massimo di carta imperiale con margini allargati (ediz. di 75 esempl.). » 75, 00

Ediz. citata nella ristampa (che è in corso) del Vocabolario della Crusca. Si spedirà franca per posta nel Regno a chi ne rimetterà agli Editori in Pisa l'importo con Vaglia Postale.

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Le associazioni per l'Italia si ricevono in Firenze alla Direzione del Giornale, alla Tipografia Galileiana di M. Cellini e C., e presso i principali Librai.

Incaricati generali per le Associazioni:

Per la Spagna e Portogallo, Sig. Verdaguer, libraio a Barcellona, Rambla del Centro;

Per il resto d' Europa: Sig. Ermanno Loescher, libraio a Torino, Via Carlo Alberto, N.° 5.

Le Presidenze esecutrici impertanto aveano affidato già ad una Commissione l' arduo incarico del giudizio; e quella Commissione fino dal primo di e prima che nelle sale il pubblico ponesse piede, e che per le sempre e troppo possibili indiscretezze di taluno potessero neppure essere sospettati gli autori di quei sette modellini, quella Commissione, dico, recatasi a giudicarli, dopo la più attenta e severa disamina, dopo la più franca ed approfondita discussione sceglieva quello che porta l'epigrafe « Lo primo tuo rifugio »; e lo sceglieva, quantunque vi riconoscesse alcune mende assai lievi, perchè nella sua maggioranza la Commissione avea la certezza che sarebbero state tolte dall' artista, resone edotto, nel tradurre il bozzetto alle forme del vero modello; consapevole ben anco che nè tutte nè le più squisite estrinsecazioni del pensiero artistico ponno in un modellino richiedersi. E la Commissione deveniva alla scelta di quel modellino, non tanto perchè lo reputasse di tutti gli altri il migliore, quanto perchè, a suo avviso, rendeva il vero concetto della grandezza e terribilità di quel Sommo ehe effigiare intendeva; e per soprappiù lo ritraeva quale egli doveva essere in Verona, meditabondo sul proprio passato, nobilmente mesto dei propri destini e viepiù di quelli della sua patria.

Se non che, giova tosto avvertirlo, nella mente. della Commissione quella scelta non era punto assoluta e definitiva. Unanime sentenza e proposito di lei era avesse egli bensì quel modellino vinta la gara, ma stante anco i lievissimi desiderii lasciati, non fosse mai da allogarsi l'opera definitivamente al suo autore, se non dopo che, tradotto alla grandezza della statua, il nuovo e vero modello si mostrasse veramente perfetto e sotto ogni riguardo degno di Dante e della ricorrenza solenne.

Quantunque una tale riserva dovesse tranquillare pienamente la coscienza dei giudici e quantunque il parere fin dalle prime esternato da alcuni intelligenti del paese soffulcasse il loro voto, ciò nullameno, tutta essi sentendo nell' animo la terribile responsabilità del proprio compito e quanti riguardi fossero dovuti alla grandezza piuttosto unica che rara di Dante ed alla ricorrenza; e dovendo servire altresì ad un programma spontaneamente già tracciatosi prima, essi deliberavano di sentire il voto d'un perito nell' arte che, estraneo a Verona, si presentasse per dottrina e pratica valentia fra i meglio autorevoli. Il celebre autore del Laocoonte, il chiarissimo scultore Luigi Ferrari, che l'arte sua con tanta lode professa nell'Accademia di Venezia, per carattere integerrimo, per acume di critica, per istituzione artistica ed estetica prestantissimo, egli presentavasi alla mente della Commissione quale il giudice, quale il perito meglio qualificato. Ed egli che a tutte le qualità sopraccennate aggiunge un amore all' arte ardentissimo ed una cortesia la più squisita, benchè dapprima reluttante per la grave responsabilità (esempio imitabile da quanti credono con troppa facilità potersi sedere a scranna), costrettovi da quelle ultime due doti, veniva espressamente a Verona il dì 15 del mese corrente. E qui godeci l'animo nell' annunziarvi che egli, ignaro del giudizio della Commissione, non solo lo confermava pienamente, ma ogni peritanza di quella toglieva e la incuorava ad affidare all' ignoto artista il lavoro, essendosene, come egli sentenziava, relativamente. ed assolutamente mostrato meritevole. Tanto risulta ben anco dal suo voto scritto, speditoci da Venezia e che a noi mancava tuttavia otto giorni or sono, d'onde veniva differita fino a questo di l'attuale. seduta, troppo a noi interessando di rendervelo conto (1).

Assicurata dal voto autorevolissimo che vi fu letto ed altrettanto e più ancora dal fermo indeclinabile

proposito della seconda prova, la Commissione apriva la scheda sigillata portante il motto « Lo'primo tuo rifugio »>< e si trovò essere autore del modellino condizionatamente prescelto il signor Ugo Zannoni, il quale dal chiaro suo maestro il Bernasconi e dagli altri grandi scultori che onorano Italia, sembra, a non dubitarne, avere attinte le nobili ispirazioni dell'arte vera e grande.

Nè l'essere egli ancor giovane, nè per anco in grande fama salito smoveva la fede e manco i propositi della Commissione. Essa si assicurava nel pensiero, che il primo lavoro dei giovani, se la sacra fiamma del genio li accenda, riesce bene spesso il meglio improntato da quello; esempio, fra i molti, il Fraccaroli nostro che trovò nell' opera prima, l'Achille, per poco le colonne d'Ercole d'una carriera che con tanto splendore gli si schiudeva davanti e che pure con tanta gloria percorre. Si assicurava in pensando che lo egregio, che fu suo maestro, vorrà certamente essergli largo di lumi e di guida. Si assicurava da ultimo e più che tutto all'idea che se il modello tradotto alla grandezza della statua (e s' avverta che è solo sopra tal modello che può pronunciarsi un sicuro ed adeguato giudizio) non rispondesse in tutto e per tutto alla sublime altezza del subbietto, essa, la Commissione, la quale nel suo giudizio si sarà fatta assistere da artisti di primo ordine, sciolta da ogni impegno collo Zannoni, potrà tosto rivolgersi ad uno scultore di fama preclara ed il lavoro allogargli (1).

Quanto sopra, o Signori, veniva ad unanimità e con soddisfazione accolto dalle due Presidenze esecutrici. E come poteva essere altrimenti, se la determinazione presa offre il mezzo, secondo il programma; di elevare ai primi onori dell'arte un giovane nostro concittadino che se ne mostrava degno, e ciò senza legarci a subire quelle incertezze

superiore di merito all'altro, e reputo meritevole tale autore di questo modello lo avente per epigrafe « lo primo luo rifugio »

avere dai suoi concittadini l'onorevole ordinazione del monumento ».

(1) Godeci poter annunziare che lo scultore Zannoni non solo accetta una tale condizione, ma pel caso in cui dietro la presentazione del nuovo e vero modello l'opera non gli venisse allogata, rinuncia persino ad ogni diritto di correspettivo per quello. Tanto risulta da rogito già stipulato coll' Artista in atli del Notaio Cavalier Carpentari, il quale (corre debito di proclamarlo) ad ogni sua competenza rinunziava in omaggio alla nobile impresa. Nè qui finisce l'elenco dei benemeriti che intesero od intendono favorirla e coadiuvarla. Si è lieti di poter pubblicare che l'egregio signor Gaspare Biondelli Crovato con recente sua lettera da Venezia offre le sue cave di Domegliara e S. Ambrogio di questa Provincia, perchè senza alcun correspettivo se ne estraggano tutti i marmi che fossero trovati più idonei pel piedistallo del monumento; e ciò, come egli dice, per concorrere in

(4) Il voto del Professore Luigi Ferrari, del quale a questo punto fu data lettura, dopo avere nella prima sua parte esposte le ragioni che giustificano l'esclusione di cinque fra i modelli esposti al concorso, e dopo avere istituito un confronto analitico fra i due da esso reputati migliori, così conchiude: « giudico | qualche modo alla bella opera.

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