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II.

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Poi che furono passati tanti dí, che appunto1 eran compiuti li nove anni appresso l' apparimento sopra scritto di questa gentilissima 3, nell'ultimo di questi dí avvenne che questa mirabile donna apparve a me, vestita di colore bianchissimo, in mezzo di due gentili donne,

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1. appunto vale con tutta precisione.

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2. erau compiuti li nove anni Il Fraticelli appresso ecc. avverte che dunque Dante avea diciotto annie Beatrice diciassette e un terzo. Perciò questo avvenimento del nuovo saluto e della prima visione in sogno avuta da Dante, non che il sonetto che la dichiara, sono da riportarsi al 1283. CARDUCCI.

3. di questa gentilissima Beatrice, che nella prosa della Vita Nuova è già nella intenzione del poeta, come s'è detto, la persona allegorica rappresentante la Fede religiosa cristiana, che è la più nobile, ed alta dirizzatrice dell' anima umana a Dio, è chiamata sempre (e solo nella prosa) gentilissima. Vedremo dal capitolo xxxv in poi che l'altra donna, similmente allegorica, ma rappresentante di quell' antica filosofia umana che è indulgente ai naturali appetiti, pure essendo buona dirizzatrice a quel bene ch'è tutto compreso nelle quattro

virtú cardinali, sarà detta gentile.

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4. vestita di colore bianchissimo Dante non poteva tollerare (s' è già accennato nella nota 9 al cap. 1) le donne che vestivano con troppo sfarzo di colori o d'ornamenti: la catenella, la corona, le contigie, la cintura che fosse a veder piú che la persona (vedi Parad., xv, 100-102), tutto quello insomma che poteva attirare l'attenzione dei passanti invece della bellezza semplice e del contegno onesto della donna, gli dispiaceva e gli pareva indizio di anima volgare e corrotta. Beatrice, anche sposa e ricca, aveva una semplice veste tutta bianca: nessun altro colore misto a quello volgeva a sé l'occhio, né oro, né fiori, né gemme: ella appariva solamente vestita di colore bianchissimo, di schietto candore, di purezza, del colore piú appropriato all' amore suo, a quel nobile amore che Dante dirà piú innanzi (cap. XII) d'aver veduto in sogno nella forma

le quali erano di piú lunga etade; e, passando per una via, volse gli occhi verso quella parte ov'io era molto pauroso; e per la sua ineffabile cortesia, la quale è oggi meritata nel grande secolo, mi salutò virtuosamente tanto, che mi parve allora vedere tutti li termini della beatitudine 10.

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L'ora che lo suo dolcissimo salutare mi giunse era fermamente nona di quel giorno; e però che quella fu la prima volta che le sue parole si mossero per venire a' miei orecchi, presi tanta dolcezza, che come inebriato mi partii dalle genti, e ricorsi al solingo luogo d'una mia camera, e posimi a pensare di questa cortesissima 12.

d'un giovane vestito di bianchissime vestimenta.

5. lunga etade - Lungo dicesi anche di tempo o di cosa che abbia relazione a tempo, e vale che dura molto. (Questa prima parte della nota è del Giuliani). È dell'uso comune lungo tempo e dicesi lunghi anni, e v'è lunga fiata; e il Petrarca: Lunga stagion di tenebre vestito (Canz. Nel dolce tempo della prima etade, v. 106). Ma usato nel modo che lo usa qui Dante è assai nuovo, se bene ha relazione col significato di longe latino. Dicesi lunga vita; ma è altra cosa. CARDUCCI.

6. molto pauroso Trepidante quasi dinnanzi alla póssanza d'una bellezza cosí nuova e meravigliosa.

7. meritata Equivale a rimeritata, rimunerata, premiata.

8. nel grande secolo

Secolo

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III.

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1

E pensando di lei, mi sopraggiunse un soave sonno, nel quale m'apparve una maravigliosa visione; ché mi parea vedere nella mia camera una nebula di colore di fuoco, dentro alla quale io discernea una figura d'un signore, di pauroso aspetto a chi la guardasse. E pareami con tanta letizia, quanto a sé3, che mirabil cosa era; e nelle sue parole dicea molte cose, le quali io non intendea, se non poche; tra le quali intendea queste: Ego dominus tuus. Nelle sue braccia mi parea vedere una persona dormire nuda, salvo che involta mi parea in un drappo sanguigno leggermente : la quale

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glio del drappo. Ma (parmi utile insistere su quello che ho detto alla n. 8 del cap. 1) quando Dante compose la prosa della Vita Nuova, e ciò fu a mio avviso assai presso, e fors' anche un po' dopo, l'anno 1300, gli giovò di far apparire che il drappo in cui era avvolta madonna fosse di colore sanguigno; perché allora Beatrice già si levava nel pensiero del poeta quale simbolo, immagine della fede religiosa.

Quanto all'avverbio leggermente, che si suol riferire a sanguigno, parmi piuttosto da riferire a involta; ché in tutti gli altri casi in cui Dante ci parla della veste di Beatrice fanciulla dice ch'era propriamente rossa, non rosea.

io riguardando molto intentivamente, conobbi ch'era la donna della salute 5, la quale m' avea lo giorno dinnanzi degnato di salutare. E nell' una delle mani mi parea che questi tenesse una cosa, la quale ardesse tutta; e pareami che mi dicesse queste parole: Vide cor tuum. E quando egli era stato alquanto', pareami che disvegliasse questa che dormía; e tanto si sforzava per suo ingegno, che le facea mangiare quella cosa che in mano gli ardea, la quale ella mangiava dubitosamente. Appresso ciò poco dimorava 10 che la sua letizia si convertía in amarissimo pianto "; e cosí piangendo si

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sveglia) ma dubitosamente, cioè con paura, accoglie in seno l'ardore del dolce amico. 9. mangiava ecc. Il cuore mangiato era, dice il D'Ancona, episodio di racconti cavallereschi comunemente conosciuti nell'età di Dante, e tanto frequentemente adoperato da non eccitare la ripugnanza che muove in altri tempi e con altri costumi.

10. poco dimorava - Da dimora nel senso d'indugio si fece dimorare a significare appunto lo stesso che indugiare.

11. la sua letizia si convertia

in amarissimo pianto - È qui il présagio della morte di Beatrice, la quale sarebbe avvenuta sette anni appresso. Vero è che, quando scrisse la prosa, Dante sapeva troppo bene il fatto, e però con tale accenno faceva una specie di profezia post factum. Senonché noi leggiamo questo medesimo presagio anche nell' ultimo verso del sonetto, il quale fu composto veramente nell'anno 1283. È dunque da credere

ricogliea questa donna nelle sue braccia, e con essa mi parea che se ne gisse verso il cielo; ond' io sostenea sí grande angoscia, che lo mio deboletto sonno non poté sostenere 12 anzi si ruppe, e fui disvegliato. E immantinente cominciai a pensare; e trovai che l'ora 13 nella quale m'era questa visione apparita era stata la quarta della notte; sí che appare manifestamente ch'ella fu la prima ora delle nove ultime ore della notte.

E pensando io a ciò che m'era apparito, proposi di farlo sentire a molti, li quali erano famosi trovatori 14

che Beatrice dimostrasse già, fin da quell'anno, che avrebbe avuto vita breve?: o si ha da pensare che il giovine rimatore, quando scrisse quell'ultimo verso appresso gir ne lo vedea piangendo, avesse

un

vago presentimento di sciagura, o per sé o per la donna, a cagione di quell' amore? Questo mi pare piú verosimile; perché solo nel 1289 Dante vide che doveva attendersi di perdere presto Beatrice, siccome appare chiaramente dalla st. II della canzone Donne che avete ecc. Ma dal poeta nella sua prosa fu narrato codesto pianto e immaginato il particolare, che allora aggiunse, dell' ascendere d'Amore con Beatrice al cielo siccome presagio certo di un vero dolorosissimo, cosí nel senso della perdita di Beatrice, donna amata, come in quello della perdita di quella fede religiosa pur tanto amata nell'età prima. Il verso finale del sonetto si prestava benissimo a tal senso nuovo.

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13. l'ora nella quale ecc. Quando l'Allighieri descrisse la visione in rima (e ciò fu, come già s'è detto, nel 1283) non ebbe certamente altra idea, riguardo all' ora, che quella di dirci che aveva veduto Amore e Beatrice in sogno quando era passata quasi una terza parte della notte (Già eran quasi che atterzate l'ore ecc.). Ma poi, avendo considerato, allorché scrisse la prosa, che quel fatto della sua prima visione era di gran momento nel concetto della Vita Nuova, egli volle in ogni modo ritrovarci il numero rivelatore dell'alto fato di Dio; e, non potendo, 0 non volendo forse, cambiare le parole del sonetto, già ben noto, disse che l'ora del sogno era stata la prima delle nove ultime ore della notte. Cosí il mistico amatore della teologica Beatrice faceva che il numero nove qui apparisse, benché forzatamente, appunto ad annunziare l'alta importanza della sua prima visione.

14. trovatori - Come si disse trovare per poetare, onde Fe

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