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Ora, questo che offro ai giovani studiosi è il frutto delle gloriose lezioni udite, de' miei studi e delle mie meditazioni. Molte piú cose avrei potuto dire nel commento della VITA NUOVA; ma con le note tratte dalle lezioni del Carducci e con le mie ho voluto solamente andar diritto al mio fine: e questo è stato, ed è, di far comprendere l'anima di Dante nel periodo della vita di lui che va dal 1274 al 1300, e l'intendimento propostosi, quando egli si preparò a celebrare la divina perfezione di Beatrice, di quella gentilissima figliuola di Folco Portinari cittadina di Firenze, che egli volle presentare siccome simbolo della sua fede religiosa, semplice da prima, quasi puerile, e poi avvalorata da tutto il sapere divino, cioè divenuta scienza sacra.

Il mio commento è quello che a me par necessario nella scuola. E poiché agli scolari, che naturalmente ignorano molte cose, certe forme antiche di parole muovono il riso, e forse fanno prendere in uggia il libro; e poiché ancora è bene risparmiare all'insegnante la fatica di inutili spiegazioni, ho pensato di ammodernare, lá dove ciò si poteva fare senza danno del senso e della bellezza del testo, la scrittura delle parole; onde, per esempio, nelle prime pagine invece di menimi, di vertú, di sanza, ho posto menomi, virtú, senza. E in altri punti ho scritto beltà, non bieltà, e chiama, non clama. Ho conservato sempre nel testo imagine, imaginare, imaginazione con la m semplice, perché ciò non è solo della scrittura antica ma era della pronuncia, e si trova pur nella elocuzione poetica d'oggi. Nel commento per altro, ove parlo io, ho sempre scritto tali parole con la doppia m, siccome l'uso odierno richiede. Che se gli scolari, e in generale gli studiosi, vorranno poi anche vedere le questioni relative alla lezione del testo, potranno consultare assai utilmente, in particolar modo, la VITA NUOVA assai dottamente illustrata da Tommaso Casini, e in modo specialissimo l'edizione

dell' opera di Dante recentemente curata da Michele Barbi. Se gli studiosi vorranno abbondanza di erudizione letteraria e storica, leggeranno e mediteranno il bel commento di Alessandro d' Ancona, quello di Giovanni Melodia e quello più recente di F. Flamini, senza trascurare i vecchi, ché han tutti del buono. E tra questi principalmente mi piace d'indicare le dotte illustrazioni di Alessandro Torri e di Carlo Witte. Potranno anche con alcuna utilità vedere le semplici, ma spesso insufficienti, note del Fraticelli, e le men semplici del Padre Giuliani, le quali però talvolta rendono il senso assai bene. Anche guardino con rispetto il più sobrio dei commenti della VITA NUOVA, quello, nella sua brevità assai buono, di G. L. Passerini.

Bologna, 24 settembre 1910 - 11 gennaio 1918.

G. FEDERZONI

NOTIZIE PRELIMINARI

Contro l'opinione di chi crede che nella Vita Nuova non s'abbia a cercare nessun disegno prestabilito dall'Autore, io dico che il disegno non solo c'è, ma appare chiarissimo. Ed è fatto secondo certe norme, osservate poi nella Divina Commedia, cosí nella totale narrazione in prosa, come nella disposizione delle rime.

Vi troviamo una parte centrale *, la piú importante, che tratta della lode di Beatrice: 1.° nella vita (e qui ha luogo la canzone Donne che avete ecc.); 2.o nel drammatico presentimento della morte (e qui la canzone Donna pietosa ecc.); 3.o nella morte della donna (e qui pure una canzone, quella che incomincia Gli occhi dolenti ecc.).

Prima e dopo questo nodo centrale abbiamo due parti; delle quali la prima, cioè l'anteriore, contiene l'innamoramento e le vicende dell' amore per la gentilissima donna; la seconda contiene le vicende dell'amore per la donna gentile, e poi il rinnovamento dell'amore per Beatrice.

Dinnanzi alla prima parte è un breve proemio che è annuncio dell'opera; appresso all'ultima è pur un breve capitolo ch'è annuncio dell' altra e maggiore opera, la mirabile visione.

Ciascuna di queste tre parti consta di tre particelle, o punti; cosicché vediamo qui perfettamente osservata

* Un'idea di disegno, e massimamente per la parte centrale, fu già, prima che da Eliot Norton, indicata da Gabriele Rossetti, siccome io dimostrai in un articolo pubblicato dal Fanfulla della Domenica il 26 ottobre 1902.

dall' Autore la legge dell' uno, del tre e del nove, siccome dimostra il seguente schema di tutto il piccolo libro:

PARTE 1.a: Beatitudine del saluto.

Punto 1.: Proemio, annuncio dell' incominciamento della Vita Nuova.

«

2.o Innamoramento.

3.o; Vicende dell'amore per Beatrice.

PARTE 2.: Beatitudine della lode.

Punto 1.o: La gran lode di Beatrice [Canzone Donne che avete intelletto d'amore].

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2.o: Il presentimento drammatico della morte di Beatrice [Canzone Donna pietosa e di novella etate], con la considerazione di quanto questa donna sia meravigliosa e potente [sonetti XIV, XV, XVI]. 3.o: La morte di Beatrice [Canzone Gli occhi dolenti per pietà del core].

PARTE 3.: Deviamento. Ritorno a Beatrice e glorificazione di lei.

Punto 1.0: Il pianto per la morte, e le vicende del nuovo amore per la Donna Gentile.

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2.o: Rinnovamento dell' amore per Beatrice, potenza

celestiale.

3.o: Annuncio dell'incominciamento di un' altr' opera ad esaltazione di Beatrice.

Ed ora vediamo lo schema descrittivo della disposizione di tutte le rime:

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