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timore sparso nel pubblico, diviene sorgente feconda di nocive conseguenze.

Finalmente conviene calcolare la perdita della libertà, ed è questo il danno che supera di gran lunga tutti gli altri. In effetto per salvare questa, molti abbandonarono e amici, e parenti, e figli, e sostanze, e si esposero alle spese più esorbitanti; è dunque evidente che sulla loro bilancia aveva maggior peso la perdita della libertà, che tutti i mali accennati. La libertà, quel potere, per cui vi trasportate ne' luoghi che più v'aggradano, conversate colle persone che più vi vanno a sangue, cogliete que' piaceri che più vi solleticano ; la libertà che anche in lidi stranieri vi permette d'assidervi sulla sponda fiorita d'un ruscello nelle campagne, di visitare i capi d'opere dell'arte nelle città, di conversare coi dotti che più non sono, in una biblioteca; la libertà che vi guida al teatro allorchè il vostro spirito si offusca, vi permette d'abbandonarvi agli affari, allorchè ve ne prende il desio, di carteggiare coi vostri amici lontani, e liberarvi dalla noja scorrendo lo spettacolo di quanto succede sul terracqueo globo; la libertà che non vi costringe a dipendere da persone che odiate, a pascervi di cibi che non vi vanno a genio, a vegliare, allorchè la vostra macchina inchina ed appetisce il riposo; la libertà che ardente come il fuoco anima e ravviva tutti i sentimenti, bella come la luce irraggia tutti gli oggetti e ce li rende più cari; per acquistar la quale profusero oro e sangue le nazioni, inalzarono tanti trofei a chi la

rese ai popoli; per cui Bruto uccise i suoi figli, Scevola si abbruciò la destra, Catone si stracciò le viscere, e il sangue francese tinse le campagne di Marengo, la libertà è di un valore immenso incalcolabile. L'indennizzazione per la perdita della libertà è in ragione composta del tempo in cui durò la prigionia, delle ristrettezze e degli orrori che l'accompagnarono (1).

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(1) In questo capitolo e nell' antecedente ho calcolato la quantità dell' indennizzazione a norma delle leggi e dell' eguaglianza; ciononostante sembra che si doveva prescindere da quest' ultima. Difatti benchè io sia persuaso dell' eguaglianza della natura, benchè sappia che la legge è la stessa per tutti sotto le Repubbliche; pure siccome i delitti contro i Repubblicani furono commessi in tempo della monarchia alemanna, siccome gli autori di questi delitti fecero tutti gli sforzi per rimettere in trono l' ineguaglianza, siccome preferirono lo stato di schiavitù allo stato di libertà, perciò a norma de' loro desiderj, fatti pubblicamente palesi, dovrebbero essere trattati alla maniera con cui i popoli liberi trattarono li schiavi. Ora secondo il codice de' Franchi, e in generale di tutti i popoli che aspiravano alla libertà, le ingiurie fatte ad un uomo libero erano valutate di più di quelle fatte a' servi. Se un Romano spogliava un Franco pagava 60 soldi e mezzo d'argento, se un Franco spogliava uu Romano, non ne pagava che trenta. Le leggi Ripuarie stabilivano 200 soldi di pena per l'omicidio d'un Franco, 160 per l'omicidio d'un Alemanno, 100 per un Romano. Io non voglio approvare questa aritmetica dell' ineguaglianza. Ma trattandosi di persone che vollero questo stato, dovendosi altronde calcolare oltre il danno recato ai particolari, l' affronto fatto alla Repubblica, sembrarebbe giusta una pena ineguale o maggiore. Perciò secondo il codice Alemanno chi vendeva un uomo libero ad uno straniero, oltre la restituzione, pagava un' ammenda di 60 soldi. Ne' tempi in cui sussisteva il dritto d'asilo nelle chiese, dritto di cui non si vuole far qui l' apologia, se un padrone d'un servo lo ritraeva dalla chiesa, gli pagava 18 soldi d'argento, e 60 al

CAPO VI.

Chi debba pagare il lucro cessante e il danno emergente.

Allorchè Cicerone fu richiamato dall'esilio egli ritornò come in una specie di trionfo. Il suo ritorno fu celebrato con feste e sacrifizi; le sue case diroccate per ordine del senato furono co denari del pubblico erario ristabilite.

Siccome dei danni sofferti dai repubblicani non furono cagione nè il governo che più non esisteva, nè la maggioranza del popolo Cisalpino ancora affezionato alla Repubblica, perciò l'indennizzazione non deve farsi a spese del pubblico

erario.

Siccome uno o più atti maliziosi e nocivi trasfondono la loro malizia tanto sopra chi li eseguì, quanto sopra chi li promosse, e li consigliò, perciò l'obbligo dell'indennizzazione si estende ed

duca per la violazione della pace pubblica. Aggiungi che non ho messo a calcolo tutta la serie delle ingiurie che i seguaci della schiavitù fecero agli uomini liberi; eppure secondo il codice Franco, chi dava il solo titolo di poltrone ad un Frauco Salio pagava 15 soldi d' argento. Da ciò risulta che dai calcoli antecedenti ho sottratto tre quantità, la prima per ineguaglianza voluta, la seconda per affronto recato alla Repubblica, la terza per insulti ai democratici. Era giusto che facessi osservare questi elementi trasandati, onde mettere in evidenza la moderazione de' calcoli antecedenti.

abbraccia l'intera massa degli esecutori, de' promotori e de' complici. Siccome costoro formano una specie di corpo, le cui parti insieme reagi

e si fanno le une delle altre garanti, siccome non avvi ragione alcuna, per cui un danno ingiusto debba essere tollerato dalla persona danneggiata, siccome il dritto di difesa reagisce con una forza costante contro l'ingiustizia della violazione, perciò l'obbligo dell'indennizzazione, in mancanza d'una parte offendente, tutto si riunisce, e si condensa sopra le altre permanenti. Ora il governo Alemanno esecutore degli esilj e delle prigionìe non avendo beni nella Cisalpina, l'obbligo di indennizzare i repubblicani va a rifondersi e si ristringe sopra i di lui complici. Quel branco d'uomini oscuri, a cui i talenti e il merito fanno ombra, quella folla di schiavi, per cui la libertà è un tormento, quegli esseri nulli che per comparire qualche cosa, hanno bisogno di titoli, quegli uomini ad abito nero, feroci contro la repubblica, perchè reprimeva le loro ingiuste pretese, que' falsi repubblicani che dopo avere divorate le sostanze pubbliche tradirono i loro concittadini, e svelarono le traccie del patriotismo, questa gente che eccitò il governo Alemanno ad infierire contro i Cisalpini, deve reintegrare gl'ingiusti danni di cui fu cagione.

Conviene qui distinguere le accuse, di cui si può provare nominatamente l'autore, da quelle che nacquero da rumori sparsi ad arte nel pubblico.

Le prime portano l'obbligo dell' indennizzazione sopra quelle sole persone che si fecero accusatrici, le altre sopra quelle che mostrarono il loro odio contro la repubblica, ed anche attualmente lo confermano col rimanerne lontane.

I danni sono reali ed evidenti; furono questi sofferti da persone che all'ombra de' trattati seguirono di buona fede un governo legittimo. Questi danni furono recati da uomini che ribelli ad un governo voluto dal popolo, riconosciuto dalI'Imperatore, favorirono l'ingresso de' nostri nemici, sia spargendo voci d'allarme, sia sollecitandoli ad avanzarsi, sia mandando loro denari per accelerarne la venuta. Esiste una somma di debiti in mezzo alla nazione, contratti pe' lucri cessati e pe' danni emersi; si dimanda a quali membri di essa debba questa somma accollarsi, agli offesi o agli offensori. Questa somma d'indennizzamenti oltre d'essere conforme alla più rigorosa giustizia, s'unisce anche colle viste della politica. "Voulez-vous donc, dice Rousseau, donner à l'é» tat de la consistance? Rapprochez les dêgrés » extrémes, autant qu'il est possible: ne souffrez "ni des gens opulens, ni des gueux. Ces deux » états naturellement inséparables sont également " funestes au bien commun: de l'un sortent les » fauteurs de la tyrannie, et de l'autre les tyrans; » c'est toujours entr'eux que se fait le trafic de la liberté publique; l'un achete et l'autre vend.» Se da questa indennizzazione emergesse per avventura

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