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La bellezza morale di Beatrice.

Vede perfettamente ogni salute
Chi la mia donna tra le donne vede:
Quelle, che van con lei sono tenute
Di bella grazia a Dio render mercede.
E sua beltate è di tanta virtute,
Che nulla invidia all' altre ne procede,
Anzi le face andar seco vestute
Di gentilezza, d'amore e di fede.

La vista sua fa ogni cosa umìle,'
E non fa sola sè parer piacente,
Ma ciascuna per lei riceve onore.

Ed è negli atti suoi tanto gentile,
Che nessun la si può recare a mente,
Che non sospiri in dolcezza d'amore.

In morte di Beatrice.

(Ibidem, § XXVII.)

Gli occhi dolenti per pietà del core
Hanno di lagrimar sofferta pena
Sì, che per vinti son rimasi omai.
Ora s'io voglio sfogar lo dolore,

Che a poco a poco alla morte mi mena,
Convenemi parlar traendo guai.

E perchè mi ricorda ch'io parlai
Della mia donna, mentre che vivia,
Donne gentili, volentier con vui,
Non vo' parlarne altrui,

Se non a cor gentil che 'n donna sia;
E dicerò di lei piangendo, pui
Che se n'è gita in ciel subitamente,
Ed ha lasciato Amor meco dolente.
Ita n'è Beatrice in alto cielo,
Nel reame ove gli angeli hanno pace,
E sta con loro; e voi, donne, ha lasciate.
Non la ci tolse qualità di gelo,

Nè di calor, si come l'altre face;

Ma sola fu sua gran benignitate.

Toglie baldanza, eccessivo ed orgoglioso amor di sè alle cose belle di questo mondo.

Chè luce della sua umilitate
Passò li cieli con tanta virtute,
Che fe' maravigliar l'eterno sire
Sì, che dolce disire

Lo giunse di chiamar tanta salute:
E fêlla di quaggiuso a sè venire;
Perchè vedea ch'esta vita noiosa
Non era degna di sì gentil cosa.

Partissi della sua bella persona
Piena di grazia l'anima gentile,
Ed èssi gloriosa in loco degno,
'Chi non la piange, quando ne ragiona,
Core ha di pietra si malvagio e vile,
Ch'entrar non vi può spirito benigno.
Non è di cor villan si alto ingegno,
Che possa immaginar di lei alquanto,'
E però non gli vien di pianger voglia:
Ma n' ha tristizia e doglia 2
Di sospirare e di morir di pianto,
E d'ogni consolar l'anima spoglia,
Chi vede nel pensiero alcuna volta
Quale ella fu, e com' ella n'è tolta.

Dannomi angoscia li sospiri forte,
Quando il pensiero nella mente grave
Mi reca quella, che m'ha il cor diviso.
E spesse fiate pensando la morte,
Me ne viene un disio tanto soave,
Che mi tramuta lo color nel viso.
Quando l'immaginar mi tien ben fiso
Giugnemi tanta pena d'ogni parte,
Ch'i' mi riscuoto per dolor ch'i sento;
E sì fatto divento,

Che dalle genti vergogna mi parte.
Poscia piangendo, sol nel mio lamento
Chiamo Beatrice; e dico: Or se' tu morta!
E mentre ch'io la chiamo mi conforta.

Pianger di doglia e sospirar d'angoscia
Mi strugge il core, ovunque sol mi trovo,
Sì, che ne increscerebbe a chi 'l vedesse:

1 A comprenderne la perfezione non basta altezza d'ingegno, se non

è accompagnata da gentilezza di cuore.

E qual è stata la mia vita, poscia
Che la mia donna andò nel secol novo,1
Lingua non è che dicer lo sapesse.

E però, donne mie, per ch'io volesse,
Non vi saprei ben dicer quel ch'io sono;
Si mi fa travagliar l'acerba vita:

La quale è si invilita,

Che ogni uomo par mi dica: Io t'abbandono,
Vedendo la mia labbia tramortita.

Ma qual ch'io sia la mia donna sel vede,

Ed io ne spero ancor da lei mercede.

Pietosa mia canzone, or va piangendo;
E ritrova le donne e le donzelle,

A cui le tue sorelle

Erano usate di portar letizia;

E tu, che sei figliuola di tristizia,
Vattene sconsolata a star con elle.

Amore per la Filosofia

(Ibidem, § XXXII.)

in contrasto coll' amore per Beatrice.

Voi, che, intendendo, il terzo ciel movete,"
Udite il ragionar ch'è nel mio core,

Ch'io nol so dire altrui, si mi par novo.3
Il ciel che segue lo vostro valore,
Gentili creature che vo' siete,

Mi tragge nello stato, ov'io mi trovo;
Onde il parlar della vita ch'io provo
Par che si drizzi degnamente a vui:
Però vi prego che lo m'intendiate.
Io vi dirò del cor la navitate,
Come l'anima trista piange in lui,
E come un spirto contro lei favella,
Che vien pe' raggi della vostra stella.
Solea esser vita dello cor dolente

1 Deposta la spoglia mortale, entrò nell'altra, cioè nella vita eterna dello spirito.

2 Voi angeli (troni, o principati) che intendendo, mirando in Dio, movete il cielo di Venere, da cui vengono pei raggi della stella, gli influssi amorosi.

3 Strano, fuori della norma comune.

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Un soave pensier,' che se ne gia
Molte fiate a piè del vostro sire,
Ove una donna glorïar vedia,
Di cui parlava a me si dolcemente,
Che l'anima dicea: I'men vo'gire.
Or apparisce chi lo fa fuggire ;
E signoreggia me di tal virtute,

Che 'l cor ne trema si, che fuori appare.
Questi mi face una donna guardare,
E dice: Chi veder vuol la salute,
Faccia che gli occhi d'esta donna miri,
S'egli non teme angoscia di sospiri.

Trova contrario tal, che lo distrugge,
L'umil pensiero, che parlar mi suole
D' un' angiola, che in cielo è coronata.
L'anima piange, sì ancor le 'n duole,
E dice: Oh lassa me! come si fugge
Questo pietoso, che m'ha consolata!
Degli occhi miei dice quest' affannata:
Qual' ora fu, che tal donna gli vide!3
E perchè non credeano a me di lei,*
Io dicea: Ben negli occhi di costei
De' star colui, che le mie pari uccide; 5
E non mi valse, ch'io ne fossi accorta,
Che non mirasser tal, ch'io ne son morta.
Tu non se morta, ma se'sbigotttita,

Anima nostra, che si ti lamenti,
Dice uno spiritel d'amor gentile:
Chè questa bella donna, che tu senti,'
Ha trasformata in tanto la tua vita,

Che n'hai paura; si se' fatta vile.
Mira quant' ella è pietosa ed umile,
Saggia e cortese nella sua grandezza;

1 Di Beatrice morta, e coronata in cielo.

2 Siffatto avversario.

6

3 Qual momento fu quello in che gli occhi miei si scontrarono con quelli di questa nuova donna.

E perchè non credevano quel ch' io, anima, diceva della potenza di quegli occhi.

5 Amore, che uccide le anime.

E benchè io me ne stessi in guardia, non giovò ad evitare che guar dassero talmente da farmi morire.

7 Della quale tu senti la virtù, la forza.

E pensa di chiamarla donna1 omai:
Chè, se tu non t'inganni, ancor vedrai
Di si altri miracoli adornezza,

Che tu dirai: Amor, signor verace,
Ecco l'ancella tua; fa che ti piace.

Canzone, i' credo che saranno radi
Color che tua ragione intendan bene,
Tanto la parli faticosa e forte:
Onde, se per ventura egli addiviene,
Che tu dinanzi da persone vadi,
Che non ti paian d'essa ben accorte,
Allor ti priego che ti riconforte,
Dicendo lor, diletta mia novella:

Ponete mente almen com' io son bella.3

(Convivio, 1 canzone.)

Amore per la Filosofia.

Amor, che nella mente mi ragiona

Della mia donna disïosamente,

Move cose di lei meco sovente,

Che l'intelletto sovr' esse si svia,

Lo suo parlar si dolcemente sona,

Che l'anima, ch'ascolta e che lo sente,
Dice: Oh me lassa! ch'io non son possente
Di dir quel ch'odo della donna mia!
E certo e' mi convien lasciare in pria,
S'io vo trattar di quel ch'odo di lei,
Ciò, che lo mio intelletto non comprende;
E di quel che s'intende

Gran parte, perchè dirlo non saprei.
Però se le mie rime avran difetto,
Ch'entreran nella loda di costei,
Di ciò si biasmi il debole intelletto,
El parlar nostro che non ha valore
Di ritrar tutto ciò che dice Amore.

Non vedel Sol, che tutto l mondo gira,

1 Domina, signora.

2 Il tuo recondito significato.

3 Basti ai men culti l'avvertire i dolci suoni del componimento, senza penetrar più oltre nell' intimo senso di esso.

Costruisci: le mie rime ch' entreran, ec.

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