Che non pon raffreddare per freddura. JACOPO DA LENTINO. Il GASPARY (Sc. poet. sicil., pag. 19), ritrova in una sua poesia allusione ad avvenimenti del 1237, e il MONACI (Da Bologna a Palermo, in MORANDI, Antolog. della crit. moderna, Lapi, Città di Castello, 1890, pag. 230 e seg.) lo crede uno de' più antichi rimatori volgari, sia per cotesta ragione, e sia anche perchè Chiaro Davanzati, che scriveva nella sesta o settima decade del secolo XIII, parla di lui come di persona già morta da un pezzo; e Dante là dove fa enumerare da Bonagiunta i capiscuola che lo precedettero, ricorda il Notajo da Lentino prima di Guittone (Purg. XXIV, 56). Suppone anche che studiasse a Bologna e che dimorasse in Toscana, argomentandolo da certa menzione in una sua poesia della patria lontana, e dal trovare un discendente di lui, de' primi del secolo XIV, domiciliato nelle vicinanze di Pisa. Certo è che di lui abbiamo una corrispondenza poetica, o tenzone, in sonetti con Pier della Vigna e Jacopo Mostacci da Pisa. Effetti dell' Amore. Maravigliosamente Un amor mi distringe, In cor par ch'i' vi porte Chè non so se savete 1 dannaggi, danni; coraggi, cuori; calura, calore; freddura, freddo ; pennel, banderuola, segnale, che mettevasi sulle navi. umana. Si paragona a chi per solo ajuto di memoria dipinge una figura Com'i' v'amo a bon cuore ; Al cor m'arde una doglia, E non può stare inchioso.acchiuso Quando passo, e non guardo 3 Se siete, quando passo, Assai vaggio laudato, 1 forte, difficile a comprendere. 2 voi somigliante, somigliante a voi; vio, vedo; Sì com'uom, come fa chi crede salvarsi soltanto per fede, ancorchè non abbia innanzi a sè visibile l'immagine di quella divinità in che confida. 3 invoglia, involge; loco, là, ivi; inchioso, racchiuso. Se siete, se quando passo sotto la vostra finestra, davanti la vostra casa, voi ci siete; bene angoscio, molto mi addoloro: conoscio, conosco. 5 contato, riferito; Aggiatelo ec., questo aver celebrato in molte parti le vostre lodi, del che voi vi dolete credendo il faccia artificiosamente, siavi segno, indizio, di ciò che io vi dirò di propria bocca quando vi vedrò. Canzonetta novella Ch'è nato da Lentino. Madonna e il Paradiso. lo m'aggio posto in core a Dio servire Senza Madonna non vi vorria gire, Ma non lo dico a tale intendimento E lo bel viso el morbido sguardare: Natura e origine d' Amore. Amore è un disio che vien dal core, Bene è alcuna fiata uomo amatore Che gli occhi rappresentano a lo core, E lo cor che di ciò è concepitore, Immagina; e piace quel disio; E questo Amore regna fra la gente.2 10', ove; gaudire, godere; consolamento, consolazione. 2 piacimento, bellezza; rappresentano a lo core, presentano al cuore le immagini, che da esso vengon accolte e fecondate, trasmettendole all'immaginazione, sicchè si forma il desiderio. MAZZEO RICCO. Di questo rimatore messinese, che è pur detto Mazzeo di Rico (Enrico?) e anche Rosso, nulla sappiamo, salvo che a lui fra Guittone d'Arezzo diresse una sua canzone. (Rime volgari del cod. Vatic., II, 205.) Lodi dell' amata. Gioiosamente canto, E vivo in allegranza, Che viene a compimento; Chè tutto mal talento - torna in gioi' Quandunque l'allegranza vien da poi. GA Ond' io m'allegro di grande ardimento; Un giorno viene che val più di cento." Ben passa rosa e fiore La vostra fresca cera, Più rende aulente audore Sovr' ogn' altra amorusa - mi parete, Fontana, che m'ha tolta ognunque sete; Che spande tutta quanta, De la gran gioi', che mena son gioioso. E ben posso cantare più amoroso 1 allegranza, allegrezza; amanza, amore; travagliai, penai; riposanza, riposo; disianza, desio; viene a compimento, raggiunge il suo fine; quandunque, ogni volta che. 2 passa, supera; spera, raggio; aulitusa, odorosa; pantera, credeasi erroneamente che la Pantera avesse e diffondesse tutt' attorno a sè un grande e grato odore; ognunque, qual si voglia; fino, fedele; Assassino, vedi pag. 40. Che non canta giammai null' altro amante Chè se tutta Messina - fosse mia, Di cantare al freddore. Cosi mi tene Amore lo cor giulente, RINALDO D'AQUINO. Un Rinaldo della nobil famiglia d'Aquino fu nel 1257 vicerè di Manfredi in Terra d' Otranto e di Bari: e potrebb'essere il nostro poeta. Nella poesia che di lui riportiamo, e che è fatta a nome di una donna, si allude ad una Crociata, indetta dall'imperatore Federigo, e che potrebb' esser così quella del 1228, come l'altra del 1240. Lamento per la partenza d'un cavaliere crociato. Giammai non mi conforto, Ne mi voglio allegrare: Le navi sono al porto, In terra d'oltremare: che mena, che mostra; Non ha, che non ha; trapassante, forse vuol dire che non faccia un viandante che col canto allegri il suo audare. 2 Ristrinse, costrinse; non fina, non ha fine. 3 al freddore, nell' inverno; giulente, giulivo; mino, meno. |