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Ed io, lassa dolente!
Come deggio fare?1

Vassene 'n altra contrata,
E no l mi manda a dire,
Ed io rimango ingannata,
Tanti son li sospire,

Che mi fanno gran guerra
La notte con la dia:
Nè in cielo nè in terra
Non mi pare ch'io sia!
Santus santus Deo,
Che 'n la Vergin venisti,
Tu salva e guarda l'amor meo,
Po' che da me 'l partisti.
Oi alta potestate,
Temuta e dottata,
Il dolze mio amore
Ti sia raccomandata! 2

La croce salva la gente,

E me fa disviare :

La croce mi fa dolente,

Nè mi val Dio pregare.

Oi, croce pellegrina,

Perchè m'hai si distrutta?

Oimè, lassa tapina!

Ch'io ardo e incendo tutta!
Lo 'mperador con pace
mondo mantene,

Tutto

Ed a me guerra face,

M' ha tolta la mia spene.

Oi alta potestate,

Temuta e dottata,

Lo mio dolze amore
Ti sia raccomandata!

Quando la croce pigliò,
Certo no l mi pensai,
Quello che tanto m'amò,
Ed io lui tanto amai:
Ch'io ne fui battuta,
E messa in prigionia,
E in celata tenuta
Per la vita mia.3

Le navi so' a le celle,
In buon or' possan andare,
E lo mio amor con elle,

1 collare, tirar su le vele per la partenza.

2dottata, val quanto temuta; raccomandata, accordando la parola alla persona cui si fa la raccomandazione.

3 in celata, in prigione.

E la gente ch'ha andare.
Padre criatore,

A san' porto le conduce,
Che vanno a servidore
De la tua santa croce.1

Però ti prego, Dolcetto,
Che sai la pena mia,
Che me n' facci un sonetto
E mandilo in Soria,
Ch'io non posso abentare
La notte nè la dia.
In terra d'oltremare
Istà la vita mia.2

GIACOMINO PUGLIESE. Da taluni fu creduto pratese, perchè una famiglia Pugliesi apparisce in Prato nel secolo XIII: ma più che un cognome, qui forse abbiamo una indicazione della patria. Si dice ei stesso cavaliere.

1

Alla Morte.

Morte, perchè m'hai fatta si gran guerra,
Che m' hai tolta madonna, ond' io mi doglio?
La fior de le bellezze mort' hai in terra,
Perchè lo mondo non amo nè voglio.
Villana morte, che non hai pietanza,
Disparti pura amanza,

E dài cordoglio.

Or la mia allegranza

Post' hai in gran tristanza,

Che m'hai tolto sollazzo e beninanza,
Ch'aver soglio.3

Solea aver sollazzo, gioco e riso

Più che null' altro cavalier che sia.
Or n'è gita madonna in paradiso,
Portonne la dolce speranza mia,
Lasciommi in pene, e con sospiri e pianti ;
Levommi gioco e canti,

E dolce compagnia,

Ch'io m'avea degli amanti.

Or non la veggio, nè le sto davanti.
E non mi mostra li dolci sembianti,

Che solia.

a le celle, forse alle loro stanze; a servidore, in servizio.

2 sonetto, nome generico di componimento poetico, da suono; abentare, voce siciliana, per riposare.

3 Perchè, per la qual cosa; Disparti, separi; beninanza, benignità, bontà.

Oi Deo! perchè m'hai posto in tale stanza?
Ch'io son smarrito, nè so ove mi sia,
Che m'hai levata la dolce speranza;
Partit' hai la più dolce compagnia,

Oimè, che sia in nulla parte, m'è avviso.
Madonna, lo tuo viso

Chiltene in sua balía?

Lo vostro insegnamento dond'è miso?
E lo tuo franco cor chi me l'ha priso,
Donna mia? 1

Ov'è madonna e lo suo insegnamento,
La sua bellezza e la gran conoscianza,
Lo dolce riso, e lo bel parlamento,
Gli occhi e la bocca e la bella sembianza?
L'adornamento e la sua cortesia,

La nobil gentilia,

Madonna, per cui stava tuttavia
In allegranza?

Or non la veggio nè notte nè dia,
E non m' abbella, si com' far solía,
In sua sembianza.2

Se fosse mio 'l reame d'Ungheria

Con Grecia e con Lamagna infino in Franza,
Lo gran tesoro di Santa Sofia,

Non poría ristorar sì gran perdanza.
Chè, omè, in quella dia, che si n'andao,
Madonna e d'esta vita trapassao

Con gran tristanza,

Sospiri e pene e pianti mi lasciao,
E giammai nulla gioia mi mandao
Per confortanza.3

Se fosse al meo voler, donna, di voi,
Direste a Dio sovran, che tutto face,
Che giorno e notte istessimo ambondoi.
Or sia 'l voler di Dio, dacchè a lui piace.
Membro e ricordo quand' era con meco:
Sovente m'appellava dolce amico,
Ed or no face,

Poi Dio la prese, e menolla con seco.
La sua virtute sia, bella, con teco,
E la sua pace.*

1 stanza, stato; m'è avviso, secondo mi pare, giudico; insegnamento, assennato e bel costume.

2 conoscianza, fino discernimento; parlamento, modo di parlare; gentilla, gentilezza.

3 di Santa Sofia, di Costantinopoli; perdanza, perdita; dia, dì; andao, andò: trapassao, trapassò; tristanza, tristezza; lasciao, lasciò; mandao, mandò; confortanza, conforto.

Se fosse ec., se io potessi disporre di voi a voler mio; ambondoi, amendue; Membro, rimembro; sua virtute, la virtù divina.

CIACCO DELL' ANGUILLAJA. Fiorentino è detto nel cod. Vat. 3793: ma null' altro sappiamo di lui. Questa sua canzonetta a dialogo arieggia le pastorelle francesi.

Amante.

Madonna.

Amante.

Madonna.

Amante.

Canzone a dialogo.

O gemma leziosa,
Adorna villanella,
Che se' più virtudiosa
Che non se ne favella,
Per la virtude ch'hai
Per grazia del Signore,
Aiutami, che sai

Che son tuo servo, amore.1

Assai son gemme in terra,
Ed in fiume ed in mare,
Ch' hanno virtude in guerra,
E fanno altrui allegrare.
Amico, io non son dessa
Di quelle tre nessuna:
Altrove va per essa,
E cerca altra persona.

2

Madonna, tropp'è grave
La vostra risponsione:
Che io non aggio nave,
Nè non son marangone
Ch'io sappia andar cercando
Colà ove mi dite.

Per voi perisco amando,
Se non mi soccorrite."
Se perir tu dovessi
Per questo cercamento,
Non crederia che avessi
In te innamoramento.
Ma stu credi morire,
Innanzi ch'esca l'anno
Per te fo messe dire,
Come altre donne fanno.*
O villanella adorna,
Fa si ch' io non perisca:
Che l'uom morto non torna
Per far poi cantar messa.
Se vuoimi dar conforto,

1 leziosa, graziosa.

2 Allude alle recondite virtù che allora attribuivansi alle gemme; Di

quelle tre, che si trovano in terra, fiume o mare.

3 marangone, palombaro.

stu, se tu.

Madonna.

Amante.

Madonna.

Amante.

Madonna, non tardare:
Quand' odi ch' io sia morto,
Non far messa cantare.1

Se morir non ti credi,
Molto hai folle credenza,
Se quanto in terra vedi
Trapassa per sentenza.
Ma stu sei Dio terreni
Non ti posso scampare:
Guarda che leggi tieni,
Se non credi all'altare."

Per l'altar mi richiamo,
Che adoran li cristiani:
Però mercè vi chiamo,
Poi sono in vostre mani.
Pregovi in cortesia
Che m'aitate, per Dio,
Perchè la vita mia
Da voi conosca in fio.3

Si sai chieder mercede
Con umiltà piacente,
Giovar de'ti la fede,
Si ami coralmente.
Tanto m' hai predicata,
E si saputo dire,

Ch'io mi sono accordata:
Dimmi, che t'è in piacire?
Madonna, a me non piace

Castella nè monete:
Fatemi far la pace

Con quel che voi sapete.
Questo adimando a vui,
E facciovi finita:
Donna siete di lui,

Ed egli è la mia vita.5

ANONIMO TOSCANO. È poesia di donna, o posta come in bocca di donna. L'amato può congetturarsi si chiamasse Baldo, nativo, e forse signore di Scarlino in Maremma, già feudo de' conti di Mangona. Colonna e più precisamente Colonna di Buriana, ov' egli morì, forse di febbre palustre, è castello del Grossetano.

1 Per far ec., per quanto, dopo morto, gli si faccian cantar messe. 2 Se quanto ec., dappoichè tutto muore; Ma stu ec., ma se anche tu fossi un Dio in terra ec.

3 Poi, poichè; in fio, in feudo.

de'ti, deveti; coralmente, di cuore; piacire, piacere.

5 Con quel, col cuor vostro.

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