Ed io, lassa dolente! Vassene 'n altra contrata, Che mi fanno gran guerra La croce salva la gente, E me fa disviare : La croce mi fa dolente, Nè mi val Dio pregare. Oi, croce pellegrina, Perchè m'hai si distrutta? Oimè, lassa tapina! Ch'io ardo e incendo tutta! Tutto Ed a me guerra face, M' ha tolta la mia spene. Oi alta potestate, Temuta e dottata, Lo mio dolze amore Quando la croce pigliò, Le navi so' a le celle, 1 collare, tirar su le vele per la partenza. 2dottata, val quanto temuta; raccomandata, accordando la parola alla persona cui si fa la raccomandazione. 3 in celata, in prigione. E la gente ch'ha andare. A san' porto le conduce, Però ti prego, Dolcetto, GIACOMINO PUGLIESE. Da taluni fu creduto pratese, perchè una famiglia Pugliesi apparisce in Prato nel secolo XIII: ma più che un cognome, qui forse abbiamo una indicazione della patria. Si dice ei stesso cavaliere. 1 Alla Morte. Morte, perchè m'hai fatta si gran guerra, E dài cordoglio. Or la mia allegranza Post' hai in gran tristanza, Che m'hai tolto sollazzo e beninanza, Solea aver sollazzo, gioco e riso Più che null' altro cavalier che sia. E dolce compagnia, Ch'io m'avea degli amanti. Or non la veggio, nè le sto davanti. Che solia. a le celle, forse alle loro stanze; a servidore, in servizio. 2 sonetto, nome generico di componimento poetico, da suono; abentare, voce siciliana, per riposare. 3 Perchè, per la qual cosa; Disparti, separi; beninanza, benignità, bontà. Oi Deo! perchè m'hai posto in tale stanza? Oimè, che sia in nulla parte, m'è avviso. Chiltene in sua balía? Lo vostro insegnamento dond'è miso? Ov'è madonna e lo suo insegnamento, La nobil gentilia, Madonna, per cui stava tuttavia Or non la veggio nè notte nè dia, Se fosse mio 'l reame d'Ungheria Con Grecia e con Lamagna infino in Franza, Non poría ristorar sì gran perdanza. Con gran tristanza, Sospiri e pene e pianti mi lasciao, Se fosse al meo voler, donna, di voi, Poi Dio la prese, e menolla con seco. 1 stanza, stato; m'è avviso, secondo mi pare, giudico; insegnamento, assennato e bel costume. 2 conoscianza, fino discernimento; parlamento, modo di parlare; gentilla, gentilezza. 3 di Santa Sofia, di Costantinopoli; perdanza, perdita; dia, dì; andao, andò: trapassao, trapassò; tristanza, tristezza; lasciao, lasciò; mandao, mandò; confortanza, conforto. Se fosse ec., se io potessi disporre di voi a voler mio; ambondoi, amendue; Membro, rimembro; sua virtute, la virtù divina. CIACCO DELL' ANGUILLAJA. Fiorentino è detto nel cod. Vat. 3793: ma null' altro sappiamo di lui. Questa sua canzonetta a dialogo arieggia le pastorelle francesi. Amante. Madonna. Amante. Madonna. Amante. Canzone a dialogo. O gemma leziosa, Che son tuo servo, amore.1 Assai son gemme in terra, 2 Madonna, tropp'è grave Per voi perisco amando, 1 leziosa, graziosa. 2 Allude alle recondite virtù che allora attribuivansi alle gemme; Di quelle tre, che si trovano in terra, fiume o mare. 3 marangone, palombaro. stu, se tu. Madonna. Amante. Madonna. Amante. Madonna, non tardare: Se morir non ti credi, Per l'altar mi richiamo, Si sai chieder mercede Ch'io mi sono accordata: Castella nè monete: Con quel che voi sapete. Ed egli è la mia vita.5 ANONIMO TOSCANO. È poesia di donna, o posta come in bocca di donna. L'amato può congetturarsi si chiamasse Baldo, nativo, e forse signore di Scarlino in Maremma, già feudo de' conti di Mangona. Colonna e più precisamente Colonna di Buriana, ov' egli morì, forse di febbre palustre, è castello del Grossetano. 1 Per far ec., per quanto, dopo morto, gli si faccian cantar messe. 2 Se quanto ec., dappoichè tutto muore; Ma stu ec., ma se anche tu fossi un Dio in terra ec. 3 Poi, poichè; in fio, in feudo. de'ti, deveti; coralmente, di cuore; piacire, piacere. 5 Con quel, col cuor vostro. |