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sia mortale, prima d'aver ricorso al suo maggior amico, cui non sa quale sia per trovare.

11 Che gli risponda male, che gli corrisponda malamente, che non gli corrisponda.

12 Più tosta, più spedita, più pronta. 13 Non osa, dal verbo ant. ausare, cambiato l'au in o, cioè non ha in uso, non suole.

14 Tututto, voce antiquata, tutto tutto, tutt' affatto.

15 La fede ch'io v'assegno, cioè la fiducia che in voi ripongo.

16 Di fuor conosce che dentro è pietate, cioè dal vostro esterno conosce che nel cuor vostro alberga la compassione.

17 Vostra salute, vostro saluto, com'è avvertito di sopra.

18 Ma sappia (il saluto) che allo entrar di lui (del cuore), cioè quando si farà davanti al cuore per entrare in esso, si trova serrato forte, quasi fosse inchiodato, da quella saetta, che ec. Invece di quella, altri testi leggono, da quella.

19 Nella mia guerra, intendi, nella guerra degli affetti che combattono il mio cuore.

20 Del Signor, cioè d' Amore.

21 Puote aver luogo qui sulla terra, cioè può aver vita, quel per che tu vai, quegli per cui tu sei mandata.

BALLATA III.

Ballata, io vo', che tu ritruovi Amore,
E con lui vadi a Madonna davanti,
Sicché la scusa mia, la qual tu canti,
Ragioni poi con lei lo mio Signore. 1
Tu vai, 2 Ballata, si cortesemente,
Che sanza compagnia

1

3

Dovresti avere in tutte parti ardire ;
Ma, se tu vogli andar sicuramente,
Ritrova l'Amor pria;

Chè forse non è buon sanza lui gire :
Perocchè quella, che ti debbe udire,
Se, com' io credo, é inver di me adirata,
E tu di lui non fussi accompagnata,
Leggieramente ti faria disnore.

Con dolce suono, quando se' con lui,

Comincia este parole

Appresso che averai chiesta pietate :

Madonna, quegli, che mi manda a vui, *
Quando vi piaccia, vuole,

5

Sed egli ha scusa, che la m' intendiate.
Amore é quei, che per vostra beltate
Lo face, come vuol, vista cangiare :
Dunque, perché gli fece altra guardare,
Pensatel voi, dacch' e' non mutò 'l core. "
Dille Madonna, lo suo core è stato

Con si fermata 7 fede,

Ch'a voi servir lo pronta ogni pensiero :
Tosto fu vostro, e mai non s'è smagato. 9
Sed ella non tel 10 crede,

Di', che 'n domandi Amore s' egli è vero :
Ed alla fine falle umil preghiero, 11
Lo perdonare se le fosse a noia,

Che mi comandi per messo, ch'i' moia;
E vedrassi ubbidire al servitore. 12

E di' a colui, 13 ch'è d'ogni pietà chiave,
Avanti che sdonnei, 14

Che le saprà 15 contar mia ragion buona:
<< Per grazia della mia nota soave

Rimanti qui con lei,

16

E del tuo servo, ciò che vuoi, 17 ragiona;

E s'ella per tuo prego gli perdona,

Fa che gli annunzi in bel sembiante pace. »>
Gentil Ballata mia, quando ti piace,

Muovi in tal punto 18 che tu n' aggi onore.

Affine di nascondere la sua passione per Beatrice, Dante siccom' ho già detto, cercava far credere alla gente di essere innamorato d'una certa gentildonna. E questa finzione riuscigli per alcun tempo a segno, che ne corse la voce fino a Beatrice. Ond' ella incontratasi in Dante, negò a lui il solito saluto. Rimase dolente il Poeta per la privazione di ciò che formava, secondo ch' egli dice, la sua beatitudine, e a riacquistare la grazia della sua donna propose di fare questa Ballata, nella quale scusandosi dell' accaduto, protesta che il suo cuore non è punto cambiato, nè mai si cambierà (V. la Vita Nuova).

Intendi: Sicchè la mia scusa, la quale da te o Ballata, si espone co' versi, sia poscia con lei, cioè con la mia

donna, ragionata verbalmente dal mio Signore, vale a dire da Amore.

2 Alcuni leggono tu va, perchè cre

dono che sia voce dell'imperativo, mentre non è che seconda persona dell'indicativo.

3 Ma se tu vuoi andare con maggior sicurezza. Invece di vuogli altri testi leggono vuoli.

4 Vui per voi, come nui, pui ec. per noi, poi ec.

5 Per ischivare la durezza nell'incontro di due vocali, usavano gli antichi, più spesso ancora che i moderni, di aggiungere la consonante d ai monosillabi o, nè, se, che ec. quando per la misura del verso volevano che non avesse luogo elisione. Così troviamo nella Commedia:

Qual che tu sii on ombra on uomo certo.

Inf. 1, 66.

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Frequentemente adoperarono l'articolo lo invece dell' il, in ispecie quando potea risultare nel verso un miglior suono e una maggiore armonia; e così le voci suso, giuso, morío, sentío ec. invece di su, giù, mori, senti ec. Infatti ne' buoni testi della Commedia leggiamo:

Tu se Lo mio maestro e Lo mio autore.
Inf. 1, 85.
Jo gli risposi Ciacco, Lo tuo affanno.
Inf. VI, 58.
Coi corpi che LASSUSO hanno lasciato.
Inf. X, 12.
Lo gittò GIUSO in quell' alto burrato.

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Grandine grossa, ED acqua tinta e neve. Inf. VI, 10.

E il ventre largo, ED unghiate le mani.

Inf. VI, 17.

6 Intendi: Amore è quegli (è da leggersi quei e non qui, come leggono molti testi), il quale a motivo della vostra belià fa a sua voglia cambiare a Dante la vista, cioè a dire, fa a sua voglia dirigere a Dante lo sguardo. E il perchè Amore fece a Dante guardare altra femmina, lo potete dunque immaginare da per voi, dacchè sapete ch'ei non mutò il core. E ritroverete che quello fu un artifizio per ascondere alla conoscenza altrui l'affetto, che per voi nutre nel Invece di Lo face altri testi hanno Gli face.

seno.

Fermata, ferma, costante. 8 Lo pronta, cioè lo fa pronto e sollecito, ovvero lo incita, lo sprona. Altri leggono ha pronto, altri l'ha pronto, altri l'ha in pronto.

9 Non s'è smagato, non è venuto meno, non è infievolito. Smagare, dal lat. ex e mage, minorare, perder le forze sì del corpo, come dell'animo. I Provenzali l'avevano anch'essi in esmayar, o esmaiar.

10 Non lel, altri: Non ti.

11 Preghiero per preghiera, come dimando, dimoro per dimanda, dimora. 12 Altri: E vedrassi ubbidir buon servitore, E vedrà bene ubbidir servitore.

13 E di' a colui (cioè ad Amore) non già a colei, come legge il Biscioni).

14 Avanti che sdonnei, cioè avanti che si levi d'appresso a Madonna. Sdonneare, partirsi da donna, come donneare, intrattenersi, conversare con donne, dal provenzale domneiar. 15 Che le saprà, altri: Ch'elli saprà. 16 Per grazia della mia nota soave, cioè in grazia della mia soave poesia, delle mie soavi rime. Le parole Per grazia fino a in bel sembiante pace sono quelle, che per comando del poeta la Ballata dee dire ad Amore avanti che si levi d' appresso a Madonna. 17 Ciò che vuoi, altri: Ciò che vuol. 18 In tal punto, altri: In quel punto.

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E sol s' accordano in chieder pietate,
Tremando di paura ch'è nel core.
Ond' io non so, da qual materia prenda;
E vorrei dire, e non so ch' io mi dica:
Cosi mi trovo in amorosa erranza."
E se con tutti vo' fare accordanza,5
Convenemi chiamar la mia nemica,

6

Madonna la pietà, che mi difenda.

Combattuto Dante da diversi pensieri intorno ad Amore, sì che gravosa gli facevan la vita, scrisse il presente Sonetto, significando il suo stato angoscioso (Vita Nuova).

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1

Coll' altre donne mia vista 1 gabbate,
E non pensate, donna, onde si mova,
Ch'io vi rassembri si figura nova,
Quando riguardo la vostra beltate.
Se lo saveste, non potria pietate
Tener più contra me l'usata prova ; 2

Ch' Amor quando si presso a voi mi trova,
Prende baldanza e tanta sicurtate,

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5

E quale ancide, e qual caccia di fuora,"
Sicch' ei solo rimane a veder vui;
Ond' io mi cangio in figura d'altrui,
Ma non si, che non senta bene allora
Gli guai de' discacciati tormentosi. "

Condotto Dante in luogo, ove per festeggiamento di sponsali erano adunate molte femmine, fu soprappreso da insolito tremore: per lo che, appoggiatosi a una parete della sala, e levati gli occhi, vide in mezzo di esse la gentilissima Beatrice, cagione di quel tremore. Accortesi quelle donne del turbamento del giovine, ne presero a far parole tra loro: ond' egli ricondottosi tosto a casa, e di ciò vergognandosi, fra se stesso dicea: Se questa donna sapesse la mia condizione, io non credo che così gabbasse la mia persona, anzi credo che molta pietà le ne verrebbe. E in questo pianto stando, proposi di dir parole, nelle quali a lei parlando significassi la cagione del mio trasfiguramento, e dicessi ch'io so bene ch'ella non è saputa, e che se fosse saputa, io credo che pietà ne giungerebbe altrui e proposi di dirle, desiderando che per avventura venissero nella sua audienza; e allora dissi questo Sonetto (Vita Nuova).

1 Vista, aspetto. Intendi: insieme alle altre donne, voi gabbate il mio aspetto, cioè, vi prendete gioco di me.

2 L'usata prova, vale a dire, l'usata, la solita severità.

3 Che fiere tra' miei spirti, che diventa fiero, infierisce contro i miei spiriti.

Altri testi: E quali ancide e quai pinge di fuora.

5 Altri: Si ch' io solo rimango.

6

Gli guai de' discacciati tormentosi. cioè, i guai tormentosi de' discacciati spiriti. Altri testi hanno: Gli guai degli scacciati.

SONETTO VIII.

Ciò, che m'incontra nella mente, more
Quando vegno a veder voi, bella gioia,
E quand' io vi son presso, sento Amore:
Che dice fuggi, se 'l perir t'è noia: 1
Lo viso mostra lo color del core, 2

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