Le RimeP. Fiaccardori, 1842 - 220 sayfa |
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acciocchè adunque alcuna Alighieri allora alquanto altra altre altrui Amor appo appresso assai BALLATA bella donna bellezza beltà BOCCACCIO CANZONE ch'è ch'ella Ch'io chiama ciascun cielo colla coloro colui comechè Commedia conforto conviene costei costumi cotale credo d'amore d'ogni Dante DANTE ALIGHIERI degno dico diletto dire divina doglia dolce dolce Signor dolcezza dolente dolor figliuoli frondi fuggire fusse fussino Ghibellini giammai gran guardare Iddio Inferno ingegno innamora intelletto l'altro l'anima lagrime lasso leggiadria Licaone madonna mechè mente mira mondo morte mostra naturale filosofia niuna occhi Oimè omai onore opere orbache ovra parlare pavone pensier perciocchè Perocchè piace piacer piangendo pianger picciola pietà pietosa pietra poesia poeta poscia posso primieramente puote quivi ragione Ravenna rima sento Sicchè Signor Solone SONETTO SONETTO XII sospiri stare strigne teologia trova turale umile uomini uomo valore vede veder veggio venire vertù vertute vidi virtù viso voglia vulgare
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Sayfa 107 - umiltà vestuta: E par che sia una cosa venuta Di cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Che da per gli occhi una dolcezza al core: Che 'ntender non la può, chi non la prova: E par, che della sua labbia si muova Un spirito soave,
Sayfa 107 - Mostrasi sì piacente a chi la mira, Che da per gli occhi una dolcezza al core: Che 'ntender non la può, chi non la prova: E par, che della sua labbia si muova Un spirito soave, e pien d' amore; Che va dicendo all' anima: sospira. SONETTO XIV. V ede perfettamente ogni salute, Chi la mia
Sayfa 105 - è la donna tua, ch' era sì bella. Levava gli occhi miei bagnati in pianti; E vedea, che parean pioggia di manna Gli Angeli, che tornavan suso in cielo; Ed una nuvoletta avean davanti, Dopo la qual gridavan tutti: Osanna; E s'altro avesser detto, a voi direlo.
Sayfa 110 - vedesse: E quale è stata la mia vita poscia, Che la mia donna andò nel secol nuovo, Lingua non è, che dicer lo sapesse: E però, donne mie, perch' io volesse, Non vi saprei ben dicer quel, eh' io sono; Sì mi fa travagliar l' acerba vita; La quale è sì invilita, Che
Sayfa 95 - perduto signoria; E sospirando pensoso venia, Per non veder la gente, a capo chino: Quando mi vide, mi chiamò per nome, E disse: io vegno di lontana parte, Dove era lo tuo cor per mio volere; E recolo a servir novo piacere: Allora presi di lui sì gran parte, Ch' egli disparve, e non m
Sayfa 93 - Cui essenza membrar mi dà orrore: Allegro mi sembrava Amor tenendo Mio core in mano, e nelle braccia avea Madonna involta in un drappo dormendo: Poi la svegliava, e d'esto core ardendo Lei paventosa umilmente pascea: Appresso gir lo ne vedea piangendo. O
Sayfa 107 - e di fede. La vista sua face ogni cosa umile: E non fa sola sè parer piacente; Ma ciascuna per lei riceve onore: Ed è negli atti suoi tanto gentile; Che nessun la si può recare a mente, Che non sospiri in dolcezza d
Sayfa 100 - ne grida mercede: Sola pietà nostra parte difende: Che parla Iddio, che di madonna intende: Diletti miei, or sofferite in pace, Che vostra speme sia quanto mi piace. Là ove è alcun, che perder lei s'attende, E che dirà nello inferno a
Sayfa 108 - l mi ricorda, ch ' io parlai Della mia donna, mentre che vivia, Donne gentili volentier con vui; Non vO' parlare altrui, Se non a cor gentil, che 'n donna sia: E dicerò di lei piangendo pui, Che se n' è ita in ciel subitamente; Ed ha lasciato Amor meco dolente. Ita n
Sayfa 140 - ch'io porto anciso. Guarderei presso e fiso, Per vendicar lo fuggir, che mi face; E poi le renderei con amor pace; Canzon, vattene dritto a quella donna, Che m' ha ferito il core, e che m'invola Quello, ond' io ho più gola; E dalle per lo cor d' una saetta; Che bello onor s