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Da

Sonetto XVI.

a quella luce, che 'l suo corso gira
Sempre al volere dell' empiree sarte,
E stando regge tra Saturno e Marte,
Secondo che l' astrologo ne spira,
Quella che in me col suo piacer ne aspira,
D' essa ritragge signorevol arte;

E quei che dal ciel quarto non si parte,
Le dà l'effetto della mia desira.

Ancor quel bel pianeta di Mercuro

Di sua virtute sua loquela tinge;

E' primo ciel di sè già non l'è duro. Colei, che 'l terzo ciel di sè costringe, Il cor le fa d' ogni eloquenza puro; Così di tutti i sette si dipinge.

Von

Aller Planeten Liebling.

on jenem Stern, der seine Bahn durchrollt
stets wie's des Empyreums Seile wollen,
und zwischen dem Saturn und Mars regiert,
wie es der Astrolog uns offenbart,

gewinnt sie, welche mich mit ihrer Wonne

anhaucht, die Kunst als Königin zu herrschen; und die sich nie vom vierten Himmel trennt, gewähret ihr die Wirkung meiner Sehnsucht. Auch jener schöne Wandelstern Merkur

verleihet ihrer Sprache seine Kraft; der erste Himmel auch ist ihr nicht karg. Sie, die den dritten Himmel an sich fesselt, hält rein ihr Herz mit aller Macht der Rede; und so ist sie geschmückt mit allen Sieben.

Sonetto XVII.

mi credea del tutto esser partito
Da queste vostre rime, Messer Cino;
Chè si conviene omai altro cammino
Alla mia nave, già lunge dal lito.
Ma perch' i' ho di voi più volte udito,
Che pigliar vi lasciate ad ogni uncino,
Piacemi di prestare un pocolino
A questa penna lo stancato dito.
Chi s' innamora, siccome voi fate,

Ed ad ogni piacer si lega e scioglie,
Mostra ch' Amor leggiermente il saetti.
Se 'l vostro cor si piega in tante voglie,
Per Dio vi priego che voi 'l correggiate,
Si che s' accordi i fatti a' dolci detti.

An Cino da. Pistoja.

Ich glaubte mich ganz abgewandt zu haben

von diesen euern Reimen, Meister Cino; auf einen andern Pfad muß ich mein Schiff jezt lenken, das schon ferne geht vom Ufer. Doch weil ich oft von euch vernommen habe,

daß ihr euch packen laßt von jedem Häkchen, so will ich doch für wenig' Augenblicke den müden Finger dieser Feder leihen. Wer sich verliebt, wie ihr's zu machen pflegt, bei jedem Reiz sich bindet und befreit, der zeigt, daß Amor flüchtig ihn verwundet. Fügt sich eur Herz so vielen Neigungen,

so bitt' ich euch bei Gott, daß ihr es bessert, aufdaß die That den süßen Worten gleiche.

Poich

Sonetto XVIII.

oich' io non trovo chi meco ragioni Del signor cui serviamo e voi ed io, Convienmi soddisfare il gran desio Ch' io ho di dire i pensamenti buoni. Null' altra cosa appo voi m' accagioni Dello lungo e noioso tacer mio, Se non il loco, ov' io son, ch' è si rio, Che il ben non trova chi albergo gli doni. Donna non c'è, che Amor le venga al volto, Nè uomo ancora che per lui sospiri,

E chi'l facesse saria detto stolto. Ahi, Messer Cino, com'è il tempo volto A danno nostro, e delli nostri diri,

Da poi che il ben c' è si poco ricolto!

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