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nell'arte scultoria e i colossi e le fattezze troppo larghe; in musica l'armonia e la parte stromentale, non la melodia e la voce; negli scrittori la verbosità e la declamazione.

15. Resterebbe per ultimo a chiarire, come le immagini dell'arte prendan varia individuazione secondo la varietà dell'arti; giacchè queste adoperando segni diversi, cioè vocaboli l'arte del dire, suoni la musica, lineamenti l'arti del disegno, e in queste altri segni usando la scultura o la pittura o l'architettura, necessariamente l'immagine rappresentata deve prendere differenti modalità; come il Lessing dimostra nel suo libro intorno a Laocoonte; ma poichè di tal materia dovrò ragionare nell'arti speciali, ora me ne passo. Bensi avvertirò solo, che più o meno e in modi svariatissimi l'artista è costretto, piucchè ad esprimere appieno, ad accennare col segno esteriore ciò ch'egl'immagina nella fantasia; e qui consiste l'eccellenza dell'arte, accennare quello che chiaramente a chi legga o veda o ascolti faccia immaginare quanto l'artista immaginò e non può nè dev'esprimere, procedendo fra'due vizj opposti, 0 del troppo distendere la fantasia ne' segni, quasi olio che si dilata, o del troppo ristringerla dando in oscurità. Non vuolsi però accagionare d'oscuro l'intendimento d'uno scrittore o d'altro artefice, quando il frantenderlo venga da strane o preoccupate interpretazioni. Cosi, qual colpa mai ha Dante, se, dopo aver detto che Ugolino brancolò già cieco su' figliuoli morti, e tre di li chiamò, ma poscia più che il dolor potè il digiuno, il quale cioè in lui con la vita spense il moto e la voce

di tanto dolore, gl'interpreti vi hanno fantasticato sopra si bizzarramente; fino a credere che Ugolino mangiasse i figliuoli e i nipoti, senzachè il poeta dia menomo cenno di tanto atroce bestialità?

16. L'esperto educatore de' fanciulli, e che gli ama (senz' amare non s'educa, nè si conosce), se, mirandoli nel volto, scorge a un tratto abbacinarsi la luce degli occhi, o, starei per dire, il raggio della pupilla ritornare dentro, e le labbra piegarsi alquanto verso i denti, piuttostochè porgersi all'infuori, e le guancie un po' scendere in basso, e tutta scomporsi l'armonia de' lineamenti, egli è certo che dentro quell'animo corre un pensiero d'invidia o d'orgoglio, sicchè il fanciullo par si ritiri nel suo sè solitario, e in lui s'offuschi l'immagine divina. Ma se al contrario l'occhio ripinge fuori la luce sua, e i labbri si scostano un po'rilevati, e le gote ritornano in su, e si ricompone ogni linea del volto in accordo, egli è certo, che il triste pensiero cedè alla dignità ed all'amore, onde il fanciullo s'apre o schiude sè medesimo ne'guardi e nel sorriso. Con siffatta connessione i segni dell'arte ritraggono la spiritualità dell'immagini; queste s'imprimono dell'idea intera, che da’sensibili viene determinata com' il pensiero nel volto; e sceltezza e vita è l'ordine del bello immaginato, perchè in questo è la vivente unità dell'essere umano. Tali armonie mirabili, che seguiterò ad esporre, oh! quanto ragionevolmente devo temere non vengano guaste da me che ne ragiono. Parlando il Thalberg col Rossini, gli diceva: Sapete voi, maestro, che io mi son procacciato reputazione d'artista,

straziando la vostra splendida Preghiera del Mosè? Il Thalberg aveva scritto su questo tèma variazioni di gran pregio. Tuttavia il Rossini rispondeva sorridendo: Eh! ciascun campa il meglio che può! - Forse la risposta non benigna venue dall'accorgersi che certe umiliazioni domandano lode; ma forse anche ad ogni trovatore di bellezze originali paiono minori o guaste le imitate. Ingegniamoci dunque a campare il meglio che si può davvero, esaminando con diligenza e con affetto, acciocchè nel ritrarre tanta bellezza non sorridano troppo la natura e gli artisti degni.

CAPITOLO XXXII.

Armonie di verosimiglianza in generale.

SOMMARIO.

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1. Argomento e legge universale di corrispondenza e di contrapposto, e come si rifletta nelle immagini dell' arte. — 2. Questa legge apparisce nella qualità, quantità, tempo e spazio. 3. Relazioni. 4. Esempj antichi di letteratura.

5. Esempj dell' èra nostra. 6. Drammatica e lirica.

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7. Figure di confronto ne' linguaggi.
gno e della musica.

8. Esempj del dise9. Analogia del corporeo e dello spirituale. 10. Loro diversità; — 11. e contrapposto nella na

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tura e nell'arte.

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- 12. Verosimile immaginoso, che differisce

dal reale, benchè gli somigli.

e architettura.

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14. Scultura, pittura, musica, e arti au

siliari. 15. Com' accade ciò. 16. Conclusione.

1. Dall' armonie interne dell' immagini passiamo all'esterne, all'attinenze cioè del bello immaginato con la realtà, e che formano la verosimiglianza. Quanto alle relazioni generali tre quesiti abbiamo: 1° la legge de' simili e de' contrarj, manifesta in tutte le cose, con che verosimiglianza si distende alle immaginazioni dell'arte bella? 2o in ispecie, come ritraggono esse con verosimiglianza questa legge, unendo lo spirituale al corporeo ? 3o e come la legge stessa, ciò che in realtà sembrerebbe non vero, lo costituisca immaginosa

mente verosimile. Avvi nel corpo, in ogni corpo, nelle minime particelle de' corpi, un' attinenza che unendo distingue, collegando disgiunge, attirando repelle; talchè, negli spazj del firmamento s' impresse a tutti gli astri un moto vers' il centro, e un moto che tra loro mantiene la distanza; ispirano e respirano vegetali o animali; circola, quasi fiumana innaffiatrice, il sangue per dilatamento e ristringimento del cuore in ogni parte del corpo animato; a coppie innumerabili, correlative, e però simili e contrarie, si schierano nell'intelletto nostro fra i due concetti dell' infinito e del finito i concetti tutti, unitrice de' contrarj l'idea di creazione; l'amore dell' anima tende a ciò che le consuona, e da ciò che a lei è dissonante repugna; e per accordi e per contrasti s'avanza il perfezionamento umano, intellettivo, morale, politico. Legge unica, pertanto, unica e ad un tempo multiforme, universalissima e, ad un tempo, particolare, nel tutto e in ogni cosa singola, è questo armoneggiare di corrispondenza e di contrapposto; perchè il mondo de' corpi e il mondo degl' intelletti non formerebbero due mondi, non anzi un mondo, il mondo unico, l' universo, senz'armonia. di relazioni, e relazione non avvi senza termini che, uniti da somiglianza, si contrappongono per diversità. Non può dunque prendere verosimiglianza (o similitudine col vero) la bellezza d'immagini nell' arte, se questa non renda immagine di siffatta legge universale, rappresentando la corrispondenza e il contrapposto delle cose visibili e delle invisibili, delle realtà e dell'idee, de' sentimenti e degli affetti, dell' uomo e del genere umano. Ecco grandezza dell' arte, l'imma

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