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naturale unisce gli affetti delle moltitudini, onde si forma la religione; o unità dello spirito unisce le membra, onde si forma l'uomo. Quand' anche poi le immagini contrarie pugnino nemiche o contradittorie, allora, imitando l'amore ordinato che sottopone gli appetiti combattenti e produce l'ordine della virtù, l'arte sottomette i dissidj a un' idea più alta, e produce l'ordine della bellezza.

CAPITOLO XXXIII.

Armonie con la natura corporea.

4. Argomento.

SOMMARIO.

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2. Legge naturale di simetria. 3. Vista e udito porgono immediati all'arte bella i sensibili rappresentati. 4. Il tatto remotamente, il gusto e l' odorato indirettamente forniscono all' arte cose immaginabili, salvo la poesia ch'è universale. 5. Legge naturale di simetria ne' visibili aspetti, 6. e ne' suoni. 7. Legge corrispondente nell'arte bella. 8. Simetria di quantità nel grado. - 9. Simetria di quantità nel numero de' suoni, -- 10. e delle cose visibili. 11. Simetria naturale dello spazio. — 12. Simetria nell' arti, quanto a'limiti. 13. Simetria di limiti anche nell' unione di più cose. 14. Simetria di luoghi. 45. Simetria di tempo misuratore, e di tempo rappresentato. 16. Conclusione.

1. Considerata in genere l'armonia de' simili e de' contrarj fra le immagini dell' estro e gli oggetti reali, ora esaminiamola rispetto alla natura corporea in ispecie. I sensibili oggetti della natura materiale ci manifestano qualità e quantità, tempo e spazio, con ordine si stretto di relazioni, che indi procede l'unità o l'unione d'ogni cosa singola nelle sue parti, e di tutte le cose nell'universo. Talchè il simile sta nel diverso e nel contrario, e viceversa il contrario e il

diverso nel simile; congiungimento che forma l'unità o l'unione. La quale concordia del vario e dell'opposto nell' uno, dicesi, parlando segnatamente di corpi o d'immagini relative a' corpi, simetria. Cercare dunque la legge di simetria nella natura, e come per armonie di verosimiglianza si conformi a questa legge l'arte con le sue immagini, è il soggetto che mi propongo.

2. Fra le bizzarrie de' cervelli umani deve notarsi certa sentenza d'uno scrittore non antico che disse: simetria essere bellezza da stolti; e badiamo, egli non avrebbe folleggiato dando di folli a' savj d'ogni secolo, se non era preoccupato dal desiderio di fare assolvere certi lavori, che difettavano d'unità o di corrispondenza fra le parti. Invece, tanto è natural forma la simetria, che i sensi, quando non apparisca loro il confine distinto delle cose, le percepiscono in forme simetriche o di somiglianza e d'unità. Così la vista non iscorge i limiti del mondo corporeo; ma per legge ottica le luminose ombre dell'aria profonda compariscono quasi una sfera; e altresì non potremmo distinguere le onde lievi e innumerabili d'un mare tranquillo, ma esso ci sembra un semicerchio turchino, e una distesa curva e levigata come cristallo; poi, le asprezze o gli angoli d' un corpo ci sfuggono a certa distanza, talchè l'occhio ci appresenta linee rette o circolari. Anche l'orecchio fa di più suoni non distinti un suono, come il romore di venti o d'acque; anche il tatto, non discernendo talora i minimi rilievi come nel marmo, percepisce una

superficie liscissima; l'odorato, ancora, di molti odori fa un odore incognito, indistinto, come diceva Dante; il gusto, anch'esso, i molti sapori d' un cibo e d'una bevanda, pur contrapposti, come l'agro e il dolce, mescola in un sapore unico. Sicchè, naturale simetria è ne'sensibili esterni e nell' apparenze de' sensi; nè, senza uscir di natura, può spregiare queste leggi l'arte del Bello.

3. Premesso ciò, si domanda in che sorta di sensibili risplenda la bellezza, che dall' arte bella deve imitarsi. Rammentiamoci che bellezza è ordine di perfezione ammirato, e che quest' ordine, com' obbietto dell' arte bella, è perfezione ideata, immaginata ed espressa. I sensi perciò che porgono alla mente apprendimento d'ordine o di bellezza sono più proprio la vista e l'udito, più remotamente il tatto, indirettamente l'odorato ed il gusto; e indi, all' occhio si riferiscono direttamente scultura, pittura o architettura, e all' orecchio la musica o altresì la poesia in quanto essa è parola. Qual ragione avvi di ciò? Questa, che il vedere o l'udire ci manifestano soli un tutto bene unito è bene distinto da ogni altra cosa e dal sentimento nostro; giacchè l'occhio ci appresenta tutta intera la sensibile figura de' corpi ben distinta, com' un obbietto da sè medesimo; il quale od ha in sè medesimo la unità sua com'un corpo vivente, o la sua unione com' un corpo non organato, e che ha forme più o meno geometriche; l' orecchio poi c' imprime nell' anima un giro di suoni ben definito, che forma un suono intero, una parola, un complesso di parole,

una nota, un gruppetto di note, una melodia, od un'armonia. Ecco il perchè la fantasia degli artisti può immaginare un disegno di lineamenti e di colori, o anche un ordine di suoni, e in quest' ordine di figure. o di suoni apprendere la bellezza e significarla.

4. Il tatto, invece, benchè fornisca nitide le qualità, che si riferiscono ad esso, come levigatezza o asprezza, i limiti poi delle cose o la lor forma non fa percepire chiari e distinti, salvo picciole cose che pos siamo accogliere dentro le mani; tantochè per trasmettere all'immaginazione la forma intera d'un corpo bisogna che molto le si giri d'intorno la mano tastandolo, come a' ciechi vediamo fare, o come faceva il cieco da Gambassi, celebre scultore in creta: nè arrivasi a tal chiarezza di percezione senza lungo abito, come a' ciechi per difetto di vista e per supplimento benefico del tatto è possibile acquistare. Nondimeno, avvi tanta difficoltà, che, mentre de' ciechi dal nasci. mento si ricordano alcuni di singolare dottrina, e molti riescono sonatori egregj, viceversa di scultori o d'architetti vien citato qualch' esempio per maraviglia. Sicchè il tatto aiuta solo remotamente l'arti del Bello, soccorrendo la vista in percepire la superficie de' corpi. Ma l'odorato e il gusto, da sè soli, non forniscono percezioni precise di cosa esteriore o distinta, sicchè buoni o piacevoli diciamo gli odori e i sapori, anzichè belli, nè quindi l'arte bella se ne giova direttamente. Per modo indiretto sì, giacchè la fantasia, rappresentando cose visibili o sonore, può congiungere ad esse l'immaginazioni di gusto e d' odorato;

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