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cose o rimpiccoliscano, date alcune successioni d'oggetti, e in mezzo ad altri, e in più o meno vastità di spazio collocate, o altresì come co❜luoghi armoneggino piani o edifizj; questo formava per secoli la meditazione degli artisti e de' matematici ad un tempo; e trascurarla è vergognosa ignoranza e danno nell' architettura, nella pittura e nella scultura. Per la poesia evvi un proprio quesito cioè, quanto si può egli distendere ne' luoghi del fatto un poeta narratore? o ne' drammi debb' esservi unità di luogo? Se no, quant' ampiezza di luoghi può abbracciare il dramma? Ne' racconti, come poesie o romanzi, la risposta è facile: tanto si può distendere il poeta, quanto la fantasia de' lettori può seguitarlo; e quindi legge unica è, che il poeta noti chiaramente i passaggj da luogo a luogo, talchè si componga un'immagine chiara del tutto; immagine ch'è la simetria fantastica dell'immaginazione. Legge che regola pure il dramma e il melodramma, dovendosi badar solo che mutamento di scena non sia soverchio, da far perdere al fatto rappresentato la chiara unità. Dire: qual verosimiglianza mutare luoghi sugli occhi dello spettatore? val quanto dimenticare, ch'è verosimiglianza immaginativa, fuor di cui sarebbe inverosimile ancora il palco scenico ed il teatro e gli attori.

15. Dalle simetriche leggi di qualità, di quantità e di spazio, terminiamo in quelle di tempo. Se lo spazio fornisce geometriche simetrie di limiti e di luoghi all'arte bella, il tempo comunica pure ad essa simetrie aritmetiche, o misura nella contemporaneità e nella successione. Come vita regolata non ci è senza regola di

tempo, così regola di tempo governa i numeri successivi o congiunti d'ogni arte del Bello. Ciò vale massimamente per la musica, dacchè moltiplicità, diversità e opposizione de' suoni farebber disordine, ossia non potremmo avere di melodia o d'armonia percezione alcuna, se le battute del tempo non dessero posa e somiglianza; e segno di questo è, che sonatori e cantanti, senz' orecchio e abito di tempi, qualunqu' altra eccellenza loro non conta più nulla, come in pittori non conta bel colorito senza disegno. Il tempo misuratore governa pure i suoni successivi del verso e del periodo nell'arte del dire; giacchè uguale o somigliante numero di suoni cade in tempo uguale o somigliante. In modo più indiretto, si analogo, qualunque serie d' oggetti o di parti nel disegno, per esempio una filiera di colonne in architettura, o un succedersi di figure ne' dipinti e ne' bassorilievi, poichè lo sguardo le trascorre in un tempo determinato, è quasi tempo musicale; ond' occorre certa musicale regolarità di spazj successivi, che son quasi fermate al moto degli occhi. Anche il tempo, non solo è misura, si rappresentazione; poichè l' arti del disegno e la poesia rappresentano fatti che avvengono nel tempo. Ma come lo spazio, il tempo ancora è un tempo verosimile, non già il reale, ossia n'abbiamo la ideata e immaginata possibilità. L'arti del disegno perciò comportano alcuni anacronismi, purchè si vada temperati; talchè, ad esempio, nel Camposanto di Pisa i fatti diversi d'Abramo s'uniscono in una pittura, e sulla porta maggiore di Santa Croce a Firenze il bassorilievo unisce intorno alla Croce personaggi d'età molto lontane. Si

disputò circa i tempi, che comprender possa un racconto favoloso ed un poema; eppure limiti certi non v'ha, si regola una è la chiara percezione immaginativa; onde i poeti sogliono accentrare tempi remotissimi ad un tempo più ristretto per via d' episodj, come nell' Eneide o nell' Odissea. Pel dramma poi le famose ventiquattr' ore sappiano essere invenzione di Retori, non d'Aristotile, non de' Tragici greci; e solo bisogna che il tempo del dramma non s'allarghi per modo da impedire che il vario e l'opposto s'uniscano chiari nell'unità d'un tempo immaginato.

16. Come l'universo corporeo armoneggia pertanto in simetrie di qualità e di quantità, di spazio e di tempo, così l'arte bella. Simetria di visibili aspetti o di suoni, simetria di grado e di numero, simetria di limiti e di luoghi, simetria di tempo misura. tore o rappresentato, tutte riescono ad una simetria unica. Talchè le arti si comunicano i nomi l'una con l'altra, e se armonia musicale chiamiamo la proporzione de' disegni, misura di spazio e quasi disegno chiamiamo i tempi della musica; e se la poesia diciamo che scolpisce, dipinge o armonizza, la musica poi e l'arti figurative diciamo che han pensiero e parola. Che più? Se il Redi sapientemente chiamò simetria della vita gl' intimi accordi e contrapposti della vitalità, noi la simetria della vita scorgiamo nell' arti belle, che rendono i vivi concerti dell'immaginazione con la natura.

CAPITOLO XXXIV.

Armonie con la natura spirituale.

1. Gli affetti.

SOMMARIO.

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- 2. Somiglianza loro; 3. varietà; - 4. contrapposto. 5. Personificazione immaginosa dell' uomo, 6. e della socievolezza; 7. che dall' arti non può mai scompagnarsi. 8. Personificazione immaginosa del

mondo materiale per tre modi. - 9. Idem.

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- 10. Il Materialismo non può spiegarla. — 11. Personificazione immagi

nosa del soprannaturale;

12. presa sostanzialmente da

simboli e miti di credenze religiose;

13. ma trasformate dall' estro. 14. La personiticazione, ritraendo l'uomo, accenna lo stato degli artisti e de' tempi loro. Grecia, Roma,

15. Italia; suo scadimento; letterature straniere. 16. Anche nell' altre arti avviene lo stesso.

1. Esaminate le relazioni fra l'immagini dell'arte bella ed il mondo materiale, passiamo alle relazioni con la spirituale natura, ossia principalmente con l'uomo interiore, che immagina poi ogni altra natura non materiale per analogia o per somiglianza con sè stesso. Le immagini de'fatti, che succedono entro di noi, vengono rappresentate da' poeti per modo diretto, ma per indiretto anche dagli altri artisti, che con le figure o co' suoni esprimono sentimenti d'ogni maniera. Ricordiamoci di grazia, che il pensiero, co

m'atto semplicemente conoscitivo e quindi astratto da ogni affezione d'amore o di repugnanza, non porge argomento alle arti del Bello, ma il pensiero che s'avviva d'affetti; e avvivalo anzi per modo, che il sentimento non sia già come nell'eloquenza o come in filosofia un accompagnamento vivace del raziocinio, ma un'immagine della persona interiore o della viva coscienza degli artisti e del personaggio ch'essi rappresentano; tantochè, per esempio, le statue di Galileo bellissime, che sono nell'aula dell'Università di Pisa, o nel Museo di Firenze, o sotto gli Uffizj, figurano bensì la meditazione; ma non astrattamente, sibbene in concreto, nel vivente aspetto cioè d'un uomo contemplativo e ch' espone parlando i proprj pensieri.

2. Vediamo dunque l'ordine degli affetti, e com'esso dalla fantasia degli artisti può venirci rappresentato. Con l'amore di noi medesimi e senza immedesimarsi con questo, hanno comune attinenza tutti gli affetti umani; e ciò si rileva, e dal conoscimento che dirige l'affetto, e dal bene a cui l'affetto tende. Dal conoscimento, perchè, amando noi le cose in quanto le conosciamo pregevoli, que' pregj loro poi o li conosciamo per somiglianze intime con la nostra natura, come gli altri uomini, o almeno per analogie con essa, come Dio. Dal bene, perchè, o noi amiamo le cose pregiate com'utili e piacenti a noi, e ciò risguarda l'amore di noi stessi, o le amiamo come pregevoli, buone, amabili per sè, non per piacimento e per utilità nostra; e nondimeno, poichè nell'amare quel ch'è degno d'amore sta il termine connaturale della natura nostra, in tanto l'amore di noi

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