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dialettica rappresentativa ne' particolari dell' opera, senza mai oscurare od escludere l'universalità del concetto, e porge con amore all'immagini forma eletta, e ne' segni sensibili prende corpo vivo, e specchiasi nella natura e riceve da' cieli splendore d' immortalità.

CAPITOLO XXVII.

Il gusto del Bello.

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SOMMARIO.

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4. Regola prossima è il gusto. - 2. Sentimento di verità, di bellezza, e di bene. 3. Che cosa è il gusto?-4. Analogie del gusto intellettivo col gusto sensitivo. — 5. Ufficj del gusto; sanità e infermità; abiti buoni, o viziosi. - 6. S' esamina gli ufficj del gusto intellettivo della bellezza. - 7. Effetto del gusto. 8. Il gusto non può mancare a' veri artisti, e avvertenze in giudicare il gusto loro dall' opere. 9. Quattro gradi del gusto. 10. Aiuto che il gusto del bello riceve dal sentimento logico e dalla morale coscienza. -44. Stato di sanità o di malattia, cioè buona o rea educazione. 12. Esempj. 13. Stato d' abiti buoni o viziosi.-14. Esempj.-15. Conclusione. 16. Come si può guarire o correggere il gusto

falso.

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1. In filosofia morale s'insegna, che agli atti liberi dell'uomo è regola remota la legge naturale, conosciuta dall' intelletto; regola invece prossima è la morale coscienza. Or che significa ciò? Significa, che l'atto morale nostro movendo da noi, lo stato della coscienza determina in un modo piuttosto che in un altro l'operazione, ossia la pratica della legge naturale. Così, quanto all'arte del Bello, regola remota ci porge l'idea dell'argomento, la qual'è misura infor

matrice dell'arte; regola invece prossima è il sentimento intellettivo della bellezza e che forma il gusto. E ciò che cosa significa? Poichè l'atto dell'artista muove dall'animo per fare un che di sua invenzione, lo stato dell'animo stesso, cioè il sentimento, misto di concetti e di giudizj, determina in un modo piuttostochè in un altro le operazioni dell'artista, e anche la stima dell'opere già fatte, proprie od altrui. Anche pel conoscimento della verità le condizioni dell'animo particolari hann' efficacia, e però l'amore della verità sincero e vivo è criterio ausiliare di conoscenza e di scienza; nondimeno la verità, com'ordine degli oggetti conoscibili, non dipende punto da quelle particolari condizioni; mentrechè l'opera bella degli artisti, e l'opera della virtù, dipende non solo da leggi universali, ma dal come per natura d'intelletto e d'affetto, di fantasia e d'esteriori congiunture siamo disposti, cioè dal gusto individuale, o dalla individuale coscienza. Per esempio, un atto morale in istato di coscienza invincibilmente erronea non è cattivo, ma il giudizio resta erroneo; e così può il gusto esser falso, ma reputarsi vero. Ecco il perchè, discorrendo intorno alle regole che derivano dall'intelletto nell'arte o dall'ordine ideato, bisogni esaminare com'esse vengano dal gusto determinate. Prima cercherò pertanto, che cosa sia il gusto e poi le sue leggi.

2. Come la percezione sensitiva, in quanto è atto dell'animale in relazione con termini sentiti, chiamasi percezione del sensibile, ma in quanto è modo dell'animale si chiama sensazione, onde poi nasce l'appetito

sensitivo; così l'apprensione intellettiva, o è percezione intellettuale in relazione con la natura d'oggetti reali o è idea in relazione con oggetti ideali, ma in quanto poi è atto e modo dell'anima umana, vien sentito da essa, riesce sensibile ad essa e consiste in un sentimento, non animale, si spirituale. All'apprendimento perciò di cose vere, belle, buone, risponde il sentimento di verità, di bellezza e di bene; sentimento che si converte in amore, quando, appresi gli obbietti, l'anima si muove a meglio conoscerli come veri, a più ammirarli come belli, ad unirvisi come buoni. Un albero fiorito possiam' avere sentimento e vaghezza d'attendervi a tre fini: a considerarne la legge di fioritura per amore di scienza; poi ad ammirarne tanta leggiadria per amore di bellezza; e poi a trarne speranza di frutto che diletti e nutrisca gli uomini, per amore di bene proprio e altrui. Amore di scienza mosse Galileo a speculare da Torre del Gallo le costellazioni; amore di bellezza mosse Dante a porre ivi le sue visioni poetiche; amore d'altissimo bene, cioè di propagare Cristianesimo e civiltà, mosse il Colombo a risguardarle per segno di viaggi e di scoperte.

3. Ora, come tornando la riflessione su' nostri sentimenti ed affetti e sull'opere che ne derivano, per giudicare la loro moralità o corrispondenza col bene morale, formasi la morale coscienza, ossia il giudizio sulla moralità de' nostri atti; similmente, quando con la riflessione torniamo su' nostri sentimenti ed affetti e sull'opere che provengono da quelli, per giudicare la relazione loro con la bellezza, si forma il gusto. La morale coscienza è un tutto di sentimenti, d'affetti e di

giudizj; ed il gusto non altramente. Nella prim'ora d'un mattino d'estate, quando la luna perlata splende ancora, e l'azzurro dell'aria par quasi acqua cristallina, e su'bruni colli a oriente s'imbianca il cielo, noi esclamiamo: oh com'è bello ! e questa esclamazione significa che a sensazioni di vista succedette l'apprensione intellettiva di uno spettacolo si vasto, di colori e di forme si confacenti, sì varie, sì graduatamente contrapposte, onde un vivo sentimento di bellezza ci comprese l'animo, e un amore di fermarsi a considerarla. Poi, riflettendo a tutto ciò, ruminandovi sopra, giudicando quelle apprensioni, que'sentimenti, quegli affetti, ecco segue ancora il gusto dell'anima quasi un assaporare la bellezza pensatamente. Avvi un alcun che d'analogo col gusto de'cibi; gusto, che nell'uso di nostra lingua non dice soltanto il senso de' sapori, sì l'assaporare o, gustando, giudicare il meglio ed il peggio, il più e il meno, per finezza d'organo gustativo, e per consuetudine. Così gusto di bellezza naturale o d'arte diciamo essere un sentimento della bellezza unito a giudizj riflessi; nè consiste mai, come crede taluno, in sentimenti ciechi o da non potersene dar la ragione, anzi è sentimento intellettivo che muove dalla ragione nostra, e dalla ragione poi vien giudicato.

4. Vi ha parole popolari, che tutta contengono in germe una dottrina; germe, da cui la dottrina si svolge per meditazione scientifica: e di tal sorta è la parola gusto, recata per analogia da' significati d'un senso animale a'significati d'un sentimento e d'un apprezzamento intellettuali. Purchè l'analogia non pren

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