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lo dice l'egro poeta: e de' suoi proprj moti Si maraviglia il sen! Per costrutto, in que' versi a che cosa egl' intende? Non ad altro che a darci un'immagine del suo interno, e del correre i suoi desiderj cupidamente a una beata vita d'intelletto e d'amore.

14. Per questa elevazione del sentimento che implica l'ammirazione di quanto evvi o può esservi più alto nell' uomo interiore, la poesia offerisce in immagini di fantasia l'universalità dell' intelletto, che abbraccia col pensiero tempi e luoghi lontani, estemporaneamente, sopra i limiti d'ogni spazio; e però, tacendo pur qui la rappresentazione poetica di vaticinj anche fra gli antichi, come il Tiresia d' Eschilo e di Sofocle, vuole accennarsi almeno che codesta legge ne dà suprema ragione di tutte le immagini e di tutto lo stile poetico. E perchè mai? Perchè, mentre lo storico va di tempo in tempo con la memoria e di luogo in luogo, e di cosa in cosa, per contrario la poesia finge immagini del passato e dell'avvenire come presenti, e altresì come presente il più o il men lontano ed il remolissimo, e accosta in unità di figure o di metafore più oggetti; e con ogni cosa razionale o muta di ragione, fornita di sensi e insensibile, parla, come simulacro dell'impero universale che lo spirito ha o dee avere su tutta la natura. È una visione immaginosa; come la scienza è una visione intellettuale. Però la poesia, quand' anche si riferisce a cose reali, per la fantasia si distende nel verosimile, seguitando codesta legge immaginativa, piuttostochè le reali apprensioni successive di tempo e di spazio, e sollevandosi alle

possibilità ideali, piuttostochè rimanere nelle ristrette attinenze del senso e della memoria. Indi Virgilio, dopochè nel secondo libro delle Georgiche ha detto voler parlare specificatamente degli alberi, di loro coltivazioni e di lor frutti, aggiunge che questo egli farà non.... carmine ficto, cioè non secondo poetica finzione, ma per trattato precettivo (v. 45).

15. S'arguisce, che distinguendosi la poesia per verosimiglianze immaginative da reali racconti e da opere scienziali e dall' oratoria, nondimeno, tutte le volte poi che il discorso storico, dottrinale, oratorio, prende per elevato sentimento immagini di verosimiglianza, che superi fantasiosamente le temporanee o locali necessità, ivi è più o meno partecipazione di fantasia poetica e di stile poetico. Se, per esempio, fermandosi nel raccontare, lo storico dà in esclamazioni d' ira o di sdegno, quasi parlando a coloro di cui egli narra, ivi è poesia; se l'oratore, come Demostene fa o Cicerone o il Bossuet, volge il discorso anco alle cose inanimate, ivi è poesia; se lo scienziato, specialmente ne' dialoghi, finge verosimili personaggi che parlano di scienza, tal finzione si è dramma o poesia; se tutti poi adoperano linguaggio figurato e metaforico per interiore vivezza d'immaginativa e per avvivare il discorso, è poesia per ciò. Varj gradi ha pertanto tale partecipazione, misurata dal gusto a seconda degli argomenti e del fine; sicchè, ad esempio, le Georgiche di Virgilio ne partecipano più altamente che non il Trattato di Columella o di Catone il Vecchio, e quindi esse prendono il verso. Giac

chè il verso più propriamente dà segno della concitata fantasia, benchè pur la prosa s' addice a schiette finzioni poetiche di men fervido sollevarsi con l'immaginativa, come i Romanzi greci e i moderni. Onde arguiamo quanto arbitrio sia rimovere dalla prosa ciò che taluni chiamano lingua poetica, mentrechè quasi ogni parola poetica (salvo cioè le pochissime oramai convenienti solo al metro, come spirto e alma) possono trovar luogo nel parlare sciolto, purchè respirino poesia i pensieri dell'anima.

16. Immagine della coscienza pertanto è quest'arte e in ciò differisce dall' altre arti del Bello, come, per essere ripensamento scientifico della coscienza umana, da ogni altra scienza si distingue la filosofia; e che invero altro sia considerare direttamente i sensibili esteriori, e altro direttamente considerare ciò ch'entro di noi avviene, mostrano i fatti più volgari. Talchè i sensibili esteriori, comuni alla musica ed all' arti del disegno, la poesia risguarda immediatamente in relazione con gli affetti e co' pensieri dell'uomo; ed essa può avere perciò a soggetto anche i sensibili esterni d'ogn' altro senso, non comuni all'altre arti; essa unica può immediata rappresentare i sensibili interiori e le cose intellettuali; onde la poesia rende immagine dell'uomo interiore. Ma inoltre, dà immagine dell' universale tendenza verso la perfezione, com' ogni poeta vero ci rafferma con gli esempj; sicchè poesia comunemente significa ciò che di meglio può idealmente pensarsi ed immaginarsi, ed essa quindi rappresenta le più elette forme dell' anima, e immagina le armo

nie, dove si compongono in pace l'apparenti o reali contraddizioni del mondo, e mostra immaginativamente l'universalità del pensiero sopra il tempo e lo spazio, come le scienze la mostrano intellettualmente. Tanto perciò è più alta la poesia, quanto più rende immagine dell' uomo interiore e di ciò che l'uomo dev'essere. Raccolti ed astratti piucchè i musici e i disegnatori sono per questo i veri poeti; come Virgilio, percosso nell' anima da ingente amore delle sue dolci Muse, ingenti percussus amore (Georg., II, 476), come Dante solingo e tacente, o il Petrarca che misurava solo e pensoso i più deserti campi, e il malinconico Tasso, e l'Alfieri che (Foscolo, Sepolcri)

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Ove Arno è più deserto, i campi e il cielo
Desioso mirando . .

Falsa poesia è pertanto quella che sta solo in rappresentare immagini esteriori, o che all' opposto senza immagini vive astratteggia filosofando; e falsa poesia è l'altra, che ammira futili cose, anzichè la nobiltà dello spirito umano e i suoi destini, o che all' opposto non ammira niente, scettica o sensuale. Pensino i poeti, che le loro immaginazioni rappresentative della coscienza possono signoreggiare la coscienza nostra; e però la voce loro risuoni potentemente alta per incitare l'uomo e i popoli verso i lor' alti fini; come, perchè si distenda il destriero con più ardenza verso la mèta, forte leva un grido il cavaliere.

CAPITOLO XLIII.

Le specie della Poesia.

1. Argomento.

-

SOMMARIO.

2. Tre modi principali della poesia: espositivo, 3. narrativo, 4. dialogico.-5. La poesia par talora non essere imitativa nè inventiva, se cade in soggetto reale. 6. Si scioglie la difficoltà, distinguendo allora il soggetto reale dalla rappresentazione immaginosa. - 7. Indi è varia l'attinenza fra la poetica rappresentazione ed il soggetto. 8. Idem. - 9. Indi anco è vario lo stile figurato nella poesia espositiva, 10. o nella narrativa, 11. o nella dialogica.

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- 12. Anche il numero musicale dello stile diversifica. 13. Idem. 44. Diversifica pure l'origine de' tre modi principali di poesia, l'espositivo precedendo a tutti, - 15. e poi al drammatico il narrativo. - 16. Conclusione.

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1. Alla poesia dunque, mercè la parola, fornisce l'uomo interiore il soggetto immediato, perchè a questo si riferisce l'idea che governa l'arte poetica; e però negl' intimi fatti dell'anima umana e nelle relazioni d'ogni altro fatto con quelli consiste per tale arte la materia d'osservazione assidua e profonda, ond' esce la imitazione del poeta e la invenzione d'immagini con verosimiglianza: talchè, se la filosofia ci mostra che cosa è la natura umana reale, invece la poesia ci rappresenta l'uomo verosimile, in cui l'uomo vero riconosce

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