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venature, muscolatura, serpeggiante rotondità, questo si perde, accostandosi più e più il cadavere all' indefinito del disfacimento. E via, un disegno generico val proprio un che indefinito, qual di corpo che si disfà.

15. Ma ciò non significa, che per evitare freddezza uno si getti alla sentimentalità del disegnare, o per odio del generico piaccia l'ostentazione de' rilievi. Sentimentale disegnatore chiamo colui, che fa le statue a somiglianza di certe femmine, le quali amano procacciarsi fama d'esquisito sentire; onde paion sempre salite sul palco scenico a dar mostra d'animo affettuoso con mille attucci del viso e di tutta la persona loro: e così è quest' arte evirata, molle tutta e cascante di vezzi, ma senza un fiato di sentimento (verace. Fierezza e vivezza di linee son quasi parole d'uomo bravo, poche e buone. La bramosia, inoltre, di schivare un disegno liscio, che sta nel generico, e indi si dilontana da natura, porta spesso a esagerare i rilievi; quasichè le statue debbano parere notomie, aggiungendovi anco avventatezza di moti e un rigoglio bernoccoluto di ciò che sta sotto la cute; scultura che volendo pompeggiare di terribilità, casca in ridicolo, a quel modo che v'incappano gli eccessivi. Ricordo aver sentito raccontare da un vecchio, come Napoleone I, cercando tirare Pio VII a certe sue voglie, adoperasse con magna solennità di voci e d'atti o promesse o minacce; ond' un giorno, che il potentissimo uomo al vecchio sacerdote diceva: Vi darò, a voi capo della Cattolicità, le tali e tali grandezze, il vecchio rispondeva sorridendo: Ah! che tragediante; perchè irato il

conquistatore aggiunse: Vi farò i tali e i tali danni; e il vecchio, pur sorridendo: Ah! che commediante. Bello esempio a mostrarci, che nella vita e nell' arte ogni ostentazione par cosa di mimi artificiosi, tragedia nelle piacevolezze, nelle ferocità commedia.

16. Sicchè la scultura, il cui soggetto più proprio è l'ordine di relazioni fra l'aspetto umano e l'uomo interiore, anzichè la relazione fra l' uomo e la natura. esterna, onde il colorito non le appartiene se non accidentalmente, non il paesaggio se non di bassorilievo. e dentro limiti ristretti, non la imitazione di obbietti non umani fuorchè com'accessorio e come ornamento, non moltiplicità unita di figure fuorchè in gruppo; essa che risguarda del corpo la bellezza umana, e del corpo più la forma che la figura, e indi fa comparire intera l'unità dell' immagine umana, preferendo perciò il nudo e le vesti docili al corpo e ad ogni movenza; quest' arte, che viene però governata dall'idea di rendere nella formosità del corpo immagine dell' unità interna o dell' animo, ha supreme difficoltà per giungere all'eccellenza d'un rilievo vivo e non generico, senza inciampare nella sentimentalità vana e ne' rilievi eccessivi. A gente ammollita giova sentirsi dire: camminate orsù, la strada è piana; ma cuori gagliardi amano si dica: la strada è molto erta e degna di voi. Se narrano antiche leggende, vestito da donna e fra donne, manifestatosi Achille a mirare armi lampeggianti, così l'anima degli artisti valorosa si scopre al pensiero de' combattimenti nel desiderio della vittoria.

CAPITOLO XLVIII.

Pittura.

4. Che cosa è la pittura..

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SOMMARIO.

2. Idea che serve d' esemplare alle immagini ed a' segni di quest' arte, cioè armonia fra l'uomo e la natura esteriore, come rilevasi dal colorito; 3. e perciò dalla figura colorata e dal prospetto aereo. 4. Magistero essenziale della pittura è il colorito; 5. ma non contraffacendo i rilievi della scultura, 6. nè gareggiando con le

cose reali pe'colori e per gli splendori, - 7. nè pe' segni di vitalità; gareggiamento impossibile,

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8. e dannoso;

9.

bensì eleggendo que' segni che sveglino i sentimenti nell' anima nostra, come le cose di natura sogliono.

10. La pittura è visione di fantasia, 11. che splende in gentilezze d'ornamenti, e in paesaggj,

-

12. e ne' segni del conversare umano, 43. e nell' unione verosimile di più tempi e luoghi, 14. e nel simboleggiare affetti sovrammondani. - 15. Conclusione. — 16. Utilità di tutte l' arti del disegno.

1. Or finalmente la pittura come si può essa distinguere dall' architettura e dalla scultura? Indicammo già che dall'architettura differisce per l'esser suo d'arte figurativa, piuttostochè disegnativa di spazj o di luoghi; e che differisce altresì dalla scultura pel suo disegnare in superficie piana, piuttostochè in rilievo. Ma

ciò non la distingue abbastanza; perchè, quando il disegnare in superficie piana s'intendesse un tirar linee d'un colore solo per matita o per brace o altro, tal disegno allora, benchè più alla pittura ch' all' altre due arti si rassomigli, tuttavia non è proprio de' pittori, ma comune a tutte l'arti che dal disegno presero il nome; ossia, è lor comune preparazione e fondamento, come, al capitolo sull' Arti del disegno in universale, dimostrai. Un semplice disegno, chi mai lo chiame rebbe un dipinto? Cosi l'architetto per poi edificare, come il pittore per poi colorire, disegnano edifizj, che noi vediamo ne' quadri e negli affreschi di Raffaello, per esempio; ma chi direbbe mai che il semplice delineare una fabbrica sia lavoro per sè solo d'architettura o di pittura? Ho veduto scultori far disegno di statue, come pittori fare i cartoni dell' opere loro; ma chi avrebbe chiamato l'una cosa o l'altra un dipingere, mentr'era un prepararsi a dipingere od a scolpire? Anco nell'arte della parola avvi uno stile comune ad ogni stile, cioè la prima disposizione del pensiero in certe proposizioni e periodi, la quale poi diviene stile determinato di prosa oratoria o d'insegnativa, di scritture poetiche o di razionali, e, per le razionali, o di storia o di ragionamento, e per le poetiche, o di poesia espositiva o narrativa o dialogica. Veramente, la diligenza nell' ombreggiare i disegni gli accosta più e più a' dipinti, ma non ci arriva; e se l'incisione chiamasi un'arte speciale, questo accade non pe' lineamenti solo, ma per l'abilità particolare che si richiede ad incidere in metalli o in pietra o in legno e a cavarne poi le stampe. Qualità essenziale della pittura

concludo essere il colorito e perciò la definisco: un'arte bella per disegno piano di figure colorate.

2. Or tal' essendo la natura di quest' arte, qual sarà l'idea che ne governa le immagini ed i segni? Ossia, qual diremo noi esser l'ordine ideato, che informa di sè l' ordine immaginato da' pittori, e poi l'ordine espresso da loro in segni di colorito? Per fermo, se le relazioni tra la figura umana e l'uomo interiore appartengono principalmente alla scultura, invece alla pittura le relazioni tra l'uomo e la natura esteriore; sicchè la pittura stessa non altro ha per idea esemplare sua che quest' armonia dell' uomo con la natura, e tanto è più alta, quanto più di si ammirabile armonia rende immagine viva. Badiamo, la figura umana dev' esprimere un sentimento, ma specialmente in attinenza con gli altri uomini e con le cose; o quando non si dipinga figure umane, bensì cose diverse, pur bisogna esprimere il sentimento che prova l'uomo in vederle. Ciò va dimostrato, perchè vengono di qui le regole sostanziali della pittura. Essa è disegno di figure colorate. Or la forma che ne' corpi può percepirsi anche col tatto, risguarda i limiti proprj di ciascun corpo, sien veduti o no con luce vivida o nell'ombra, con varietà di colore o senza; ond' essi appartengono a ciascuna cosa corporea per l'esser suo, anzichè per l'apparente correlazione tra un corpo qualunque e la materia circostante; sebbene in realtà sappiamo che nessuna cosa potrebbe aver limiti ben definiti nè mantenerli, senzachè venisse conterminata, per esempio dall'aria, fuor della quale un corpo vivente (in spe

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