Sayfadaki görseller
PDF
ePub

dal piede una spina; bellissime, perchè negli atti loro s' esprime una legge di natura e un sentimento generale; ma dipinger donne che stendono bucati, o chi mangia e beve, o anche prega in chiesa, per solo mostrarci giochi d'ombra e di luce, o imitazione di panni e di cose fortuite, tutto ciò che preme a noi? Mettere negli edifizj una gran diligenza per le modanature o per gli altri ornamenti, ma senza che possiam dire, vi sta una famiglia, vi sta un culto, vi sta un pubblico teatro, di que' particolari minuziosi che se ne fa? Descrivere per filo e per segno paesi, uomini, mobilia di case, vesti, o fatti; narrare tutto ciò che può accadere a noi, e che accidentalmente può venire in pensiero, tutt'i ghiribizzi del sentimento e dell'immaginazione; ritrarre in commedie ogni casuale curiosità, piuttostochè una qualità di popoli o d' uomini, nell' anima nostra or quale idea può svegliare mai? e come potremmo a noi stessi renderne conto? La bellezza invece splende nel contrapposto dell' universale concepito e del particolare immaginato ed espresso; tantochè quel tale lavoro ci esprima un che generale.

8. L'idea più alta del soggetto, l'ordine suo intrinseco e l'universalità sua non ecclissata dall' immagini e da' segni, questo si è l'ordine ideato in sè medesimo, cioè la bellezza ideale. Ma rispetto all'immaginativa, e rispetto a' segni, quale sarà? Nell' ordine immaginato la forma ideale ci conduce a formosità eletta. Che mai significa questo? Formosità è bellezza, pur bellezza che prende forma sensibile in fantasia, per venire poi espressa con sensibile segno

esteriore. Qui sta, ricordiamolo, il divario fra la bellezza speculativa del vero, e la bellezza dell' arte bella; perchè ad ammirare la verità ci muove il sentimento e l'amore della conoscenza, e ad ammirare la forma sensibile del bello ci muove il sentimento e l'affetto del bello com' obbietto immediato e principale. Per viva efficacia del sentimento di bellezza l'ordine ideale dà impulso a generare in fantasia e quindi a partorire fuora un che sensibile, quasi uomo generato da congiunzione di corpi per conoscenza d'intelletto e per moto d'amore. Cosi raziocinativamente mostrò a'Greci necessità d'unione Aristotele ne' Libri politici, Omero ciò mostrava fantasiosamente nell' Iliade; se dell' unità di Dio ragionò san Tommaso, l' Alighieri lo simboleggiava in un punto di luce; o se Platone dimostrò ne' suoi dialoghi l'immortalità, Virgilio la figurava nel Tartaro e negli Elisi; e se il Cartesio scrisse un trattato sulle passioni, le tragediò il Corneille od il Racine; se l'anatomista descrive il corpo umano, il pittore o lo scultore gli dà effigie; o se il meccanico prova i teoremi, l'architetto costruisce un edifizio, e lo fa per muovere a meraviglia. Così dunque l' idea, per via di sentimento della bellezza, muove a formosità d'immagini.

9. Or questa formosità viene regolata da giudizio dell'intelletto, che, mirando nell' idea del soggetto suo, elegge l'immagini più convenienti ad esso, e insieme più eccellenti o peregrine; poichè l' eccellenza è all'arte, dissi, supremo segno ideale. La sceltezza dunque, o peregrinità d'immagini consiste o nello

straordinario delle possibilità inventate, o nello straordinario de' modi à rappresentare le cose, o in tutto ciò ad un tempo. Desdemona dello Shakspeare, la quale ama Otello, pur mentr' esso la uccide; la Tecla dello Schiller, fra tante opinioni opposte, o fra tante mutazioni di fortuna, sempre amorosa del pari verso il Piccolomini suo, nè per l'amore dimentica dell' onore e consunta per la morte di lui; l'Erminia del Tasso si timida per natura e pur si ardita per affetto, o Clorinda che viene uccisa dall' amatore inconsapevole; Priamo che all' uccisore del figliuolo ne richiede il cadavere supplicando; questi sono esempj di straordinarie invenzioni, che per le circostanze loro percotono di maraviglia il pensiero e la fantasia. Tali ardimenti vediamo nell' architettura, come la Cupola del Brunelleschi o le guglie delle Cattedrali tedesche; in pittura od in iscoltura, come il Cristo giudice della Sistina, o il gruppo di Laocoonte; in musica La Creazione dell' Haydn, e la sinfonia del Guglielmo Tell del Rossini.

10. Altre volte il peregrino, e quindi la meraviglia, procede da' modi straordinarj dell' immaginare cosa perfetta o unione non ordinaria di più cose. Quand' Argo, il vecchio cane d'Ulisse, squassa la coda, festeggiando il padrone tornato, e muore (Odissea, XVII); o, Elena comparendo a' Seniori di Troia presso la porta Scea, essi non reputano indegno per tanta bellezza sopportare Greci e Troiani tanta sciagura (Iliade, II); le semplici Madonne di Luca della Robbia, le dolci armonie del Cimarosa o del Bellini, il Brunelleschi che contrappose non soltanto i colonnati

sulle pareti di Santo Spirito, si le nicchie arcate, a' colonnati ed agli archi delle navi, e continuỏ le navi nella crociera, talchè la Basilica s'ingrandisce del doppio alla vista; in questi casi la peregrinità nasce manifestamente dall' unire concetti, affetti, linee graziose o venuste, o da una eletta perfezione, piuttostochè da molto insolite cose o inaspettate. L'una e l'altra peregrinità congiunse Virgilio nella morte di Priamo; un figliuolo che gli cade a' piedi scannato, l'ara degli Dei domestica, un lauro sacro, intorno a cui s'adunano quasi colombe le nuore del vecchio re, e questi che cade trafitto dinanzi alla moglie annosa e veneranda, mentre crollano i tetti e le colonne della reggia, e Ilio va in fiamme. Tali bellezze peregrine poi, oltre ciò che hanno in sè medesime di riscontri e d'armoniose contrarietà, recano. stupore per un tacito paragone che facciamo di loro verosimiglianza con quanto è o accade, con quanto può essere o accadere nel mondo, e di loro straordinarietà, che al vero le fa simili ed opposte. Dico simili poi, perchè quando si va negli eccessi, la verosimiglianza termina e in luogo de' contrapposti abbiamo i contradittorj: com' avvenne a Lucano, allorch' egli diceva: la parte vincitrice piacque agli Dei, a Catone la vinta; dove ognuno sente l'ampolloso ed il falso, che sta in lodare più degli Dei Catone, a fine d'esaltarlo, mentrechè oltre il divino niun grado d'eccellenza può concepirsi ed immaginarsi.

11. Quando la bellezza ideale, ossia l'ordine di perfezione ideato, ha prodotto nell' immaginativa de

gli artisti la formosità eletta, non rimane che l'ultimo alto, dove sta il compimento di questa interna generazione; ultimo atto, ch'è quasi nascimento della creatura, cioè l'opera esteriore. Questa veramente porge all'idea ed all'immagine interna un' esterna realtà o individuazione. Ora dunque, il giudizio dell' arte consiste proprio nell' individuare l'idea, nel determinarla, nel porgere all'idea una sensibile forma. Se come idea è universale, o com' idea d'immagini acquista formosità, com' idea di segni poi acquista individuazione. Che deve far mai la parola del bello scrittore, se non dare lineamenti al concetto ed alla fantasia, quasi un disegno e quasi una scultura? E così la musica; tantochè in un periodo musicale sentiamo, dicevami una sonatrice, i segni ortografici della parola, virgole, punto e virgola, i due punti, e il punto fermo, e anche l'interrogativo e l'ammirativo, e i puntolini di sospensione, a somiglianza d'un parlare, benchè non sia nè possa mai esser la musica un parlare specificato. E ancora i dipinti e le sculture o gli edifizj debbono esser tale disegno che parli, cioè renda concreto un concetto universale. Arguiamo perciò, quanto si erri da coloro, i quali anzi amano ne' segni l' indeter minato, ch'è un andar contro alla natura de' segni stessi. Segno vuol dire cosa sensibile, quindi particolare, precisa, individua, e il cui ufficio è, dunque, di circoscrivere il pensiero, e di renderlo quasi presente all' orecchio ed all' occhio. Musica indefinita, disegno indefinito, poesia indefinita, non vi lasciano niente nell' intelletto, dacchè l'idea rimane incerta, come un uomo lontano e fra la nebbia.

« ÖncekiDevam »