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Se l'alma sbigottita non conforta,
Sol dimostrando che di me gli doglia,
Per la pietà, che 'l vostro gabbo uccide, '
La qual si cria nella vista smorta

Degli occhi, c' hanno di lor morte voglia.

3

Questo Sonetto si divide in due parti: nella prima dico la cagione, per che non mi tengo di gire2 presso a questa donna; nella seconda dico quello che m' addiviene per andare presso di lei, e comincia questa parte quivi: E quando vi son presso. E anche questa seconda parte si divide in cinque, secondo cinque diverse narrazioni: chè nella prima dico quello che Amore consigliato dalla ragione mi dice quando le son presso; nella seconda manifesto lo stato del core per esemplo del viso; nella terza dico siccome ogni sicurtade mi vien meno; nella quarta dico che pecca quegli che non mostra pietà di me, acciocchè mi sarebbe alcun conforto; nell' ultima dico perchè altri dovrebbe aver pietà, cioè per la pietosa vista che negli occhi mi giunge, la qual vista pietosa è distrutta, cioè non pare altrui, per lo gabbare di questa donna, la quale trae a sua simile operazione coloro che forse vedrebbono questa pietà. La seconda parte comincia quivi: Lo viso mostra; la terza : E per l' ebrietà ; la quarta: Peccato face; la quinta : Per la pietà.

5

4

§ XVI. Appresso ciò che io dissi, questo Sonetto mi mosse una volontà di dire anche parole, nelle quali, dicessi quattro cose ancora sopra il mio stato, le quali non mi parea che fossero manifestate ancora per me. La prima delle quali si è, che molte volte io mi dolea, quando la mia memoria mo

Intendi: per la pietà, per la pietosa vista (chiosa lo stesso Dante), cioè per la manifesta angoscia, che il vostro gabbo uccide, che il vostro scherno rende inefficace presso altrui (perchè trae a simile operazione, chiosa lo stesso Dante, coloro che forse vedrebbero questa pietà, quest' angoscia), la qual si cria, la quale angoscia si crea, si forma, nella vista smorta degli occhi, nella

languida apparenza de' miei occhi,
c'hanno di lor morte voglia, che han-
no voglia della propria lor morte,
perchè son essi che col guardare
danno origine al loro morire.
2 Di gire, al. d'andare.
Manifesto, al. dico.

3

Acciocchè per perciocchè.

5 Pietosa vista per angoscia; ed in simile significato adopra pure il vocabolo pietà, pochi versi più sotto.

vesse la fantasia ad immaginare quale Amor mi facea: la seconda si è, che Amore spesse volte di subito m'assalia si forte che in me non rimanea altro di vita se non un pensiero, che parlava della mia donna: la terza si è, che quando questa battaglia d'Amore mi pugnava1 così, io mi movea quasi discolorito tutto per veder questa donna, credendo che mi difendesse la sua veduta da questa battaglia, dimenticando quello che per appropinquare a tanta gentilezza m'addivenia: la quarta si è, come cotal veduta non solamente non mi difendea, ma finalmente disconfiggea la mia poca vita; e però dissi questo Sonetto :

Spesse fïate venemi alla mente

L'oscura 2 qualità ch' Amor mi dona ;

E vienmene pietà si che sovente

Io dico ahi lasso avvien egli a persona?
Ch' Amor m'assale subitanamente 3

4

Si che la vita quasi m'abbandona :
Campami un spirto vivo solamente, *
E quei riman, perché di voi ragiona.
Poscia mi sforzo, chè mi voglio aitare;
E cosi smorto, e d'ogni valor voto,
Vegno a vedervi, credendo guarire :
E se io levo gli occhi per guardare,
Nel cor mi si comincia uno tremoto, 5
Che fa da' polsi l'anima partire.

6

Questo Sonetto si divide in quattro parti, secondo che quattro cose sono in esso narrate: e perocchè sono esse ragionatè di sopra, non m' intrametto se non di distinguere le parti per li loro cominciamenti: onde dico che la seconda parte comincia quivi: Ch'Amor; la terza quivi: Poscia mi sforzo; la quarta : E se io levo.

Mi pugnava, al. m' impugnava. 2 Oscura ha qui il significato d'angosciosa. Così nel Son. XXV, la qualità della mia vita oscura. 3 Improvvisamente.

A Cioè in me resta vivo solamente uno spirto.

5 Cioè, un tremore

"Non m'impaccio, non mi do pensiero. Altri testi: mi trametto.

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LA VITA NUOVA

1

§ XVII. Poiché io dissi questi tre Sonetti, ne' quali parlai
a questa donna, però che furo narratorii di tutto quasi lo
mio stato, credeimi tacere, 1 perocchè mi parea avere di me
assai manifestato. Avvegnaché sempre poi tacessi di dire a
lei, a me convenne ripigliare materia nova e più nobile
che la passata. E perocché la cagione della nova materia è
dilettevole a udire, la dirò quanto potrò più brevemente.

3

§ XVIII. Conciossiacosachè per la vista mia molte persone avessero compreso lo segreto del mio cuore, certe donne, le quali adunate s'erano dilettandosi l'una nella compagnia dell' altra, sapeano bene lo mio cuore, perchè ciascuna di loro era stata a molte mie sconfitte. 3 Ed io passando presso di loro, siccome dalla fortuna menato, fui chiamato da una di queste gentili donne; e quella che m'avea chiamato era donna di molto leggiadro parlare. Sicchè quando io fui giunto d'innanzi a loro, e vidi bene che la mia gentilissima donna non era tra esse, le salutai, e domandai che piacesse loro. Le donne erano molte, tra le quali n' avea certe che si rideano tra loro. Al⚫ rassicurandomi tre v'erano che guardavanmi aspettando che io dovessi dire. Altre verano che parlavano tra loro, delle quali una volgendo gli occhi verso me, e chiamandomi per nome, disse queste parole: A che fine ami tu questa tua donna, poiché tu non puoi la sua presenza sostenere? Dilloci, chè certo il fine di cotale amore conviene che sia E poichè m'ebbe dette queste parole, non solamente ella, ma tutte le altre cominciaro ad attendere in vista la mia 5 novissimo. risponsione. Allora dissi loro queste parole: Madonne, lo fine del mio amore fu già il saluto di questa donna, di cui voi forse intendete, ed in quello dimorava la beatitudine che era fine di tutti i miei desiderii. Ma poiché le piacque di negarlo a me, lo mio signore Amore, la sua mercede, 6

'Credeimi tacere, al. credeimi lacere e non dir più.

2 Cioè dal mio aspetto.

a Vale a dire, era stata più volte presente a quelle trasfigurazioni in

ha

lui prodotte dalla presenza dí Bea

trice.

6

Tra esse, al. con esse.

5 che sia, al. essere.

Cioè, per sua mercede.

posta tutta la mia beatitudine in quello che non mi puote venir meno. Allora queste donne cominciaro a parlare tra loro; e siccome talor vedemo cader l'acqua mischiata di bella neve, così mi parea vedere le loro parole mischiate di sospiri. E poiché alquanto ebbero parlato tra loro, mi disse anche questa donna, che prima m' avea parlato, queste parole: Noi ti preghiamo, che tu ne dica ove sta questa tua beatitudine. Ed io rispondendole, dissi cotanto: In quelle parole che lodano la donna mia. Ed ella rispose: 2 Se tu ne dicessi vero, quelle parole che tu n' hai dette notificando la tua condizione, avresti tu operate con altro intendimento. " Ond' io pensando a queste parole, quasi vergognandomi " mi partii da loro; e venia dicendo tra me medesimo: poiché è tanta beatitudine in quelle parole che lodano la mia donna, perché altro parlare è stato il mio? E proposi di prendere per materia del mio parlare sempre mai quello che fosse loda di questa gentilissima; e pensando a ciò molto, pareami avere impresa troppo alta materia quanto a me, sicché non ardia di cominciare; e così dimorai alquanti dì con desiderio di dire e con paura di cominciare.

5

§ XIX. Avvenne poi che passando per un cammino, lungo il quale correva un rio molto chiaro d'onde, giunse a me tanta volontà di dire, che cominciai a pensare il modo ch' io tenessi; e pensai che parlare di lei non si conveniva se non che io parlassi a donne in seconda persona; e non ad ogni donna, ma solamente a coloro che sono gentili, e non sono pure femmine. Allora dico che la mia lin

Vedere, al. udire. Se si avverta che le donne parlano tra loro, e che Dante non dice di che esse parlassero, può benissimo adottarsi la nostra lezione, dicendosi con verità di vedere alcuni parlare tra loro quando non se ne ode il discorso. Edit. Pes.

Ed ella rispose, al. allora mi rispose questa che mi parlava.

3 Intendimento, al. intenzione.

DANTE. 2.

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Vergognandomi, al. vergognoso.

5 Impresa, al. presa.

6 Pensare usato attivamente, quasi pesare, metafora che esprime con molta proprietà l'atto del confrontare reiterato. Dante l'adopra attivamente più volte.

7 Cioè: non sono femmine dotate soltanto delle comuni e ordinarie qualità.

E di' a colui ch'è d'ogni pietà chiave,
Avanti che sdonnei, 2

Ché le saprà contar mia ragion buona
Per grazia della mia nota soave 3
-Rimanti qui con lei,

E del tuo servo, ciò che vuoi, ragiona;
E s'ella per tuo prego gli perdona,

Fa che gli annunzi in bel sembiante pace.
Gentil Ballata mia, quando ti piace,

Muovi in tal punto, che tu n'aggi onore.

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Questa Ballata in tre parti si divide: nella prima dico a lei ov' ella vada, e confortola perocchè vada più sicura, e dico nella cui compagnia si metta se vuole securamente andare, e senza pericolo alcuno; nella seconda dico quello, che a lei s'appartiene di fare intendere; nella terza la licenzio del gire quando vuole, raccomandando lo suo movimento nelle braccia della fortuna. La seconda parte comincia quivi: Con dolce suono; la terza quivi: Gentil Ballata. Potrebbe già l'uomo opporre contra me e dire, che non sapesse a cui fosse il mio parlare in seconda persona, perocchè la Ballata non è altro che queste parole ch' io parlo: e però dico che questo dubbio io lo intendo solvere e dichiarare in questo libello ancora in parte più dubbiosa: ed allora intenda chi qui dubbia, o chi qui volesse opporre, in questo modo. 5

§ XIII. Appresso questa soprascritta visione, avendo già dette le parole che Amore m'avea imposto di dire, m' incominciarono molti e diversi pensamenti a combattere e a tentare ciascuno quasi indefensibilmente: tra' quali pen

'A colui, cioè, ad Amore.

Avanti che sdonnei, avanti che si levi d'appresso a Madonna. Sdonneare partirsi da donne, come donneare dal provenzale domneiar, intrattenersi con donne; nè qui vale snamorarsi, come definisce il Vocabolario, e come dice il Biscioni.

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le
per grazia fino a in bel sembiante
pace, sono quelle che, per comando
del poeta, la Ballata dee dire ad
Amore, avanti che si levi d'appres-
so a Madonna.

Perocchè qui vale affinchè
5 In questo modo, cioè nel modo
che segue.

Indefensibilmente, senza dife

6 Cioè, in grazia della mia soave poesia, delle mie soavi rime. Le paro

sa.

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