Opere di Giacomo Leopardi, 1. ciltSuccessori Le Monnier, 1884 |
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Sayfa 45
... Certo senza de ' numi alto consiglio Non è ch ' ove più lento E grave è il nostro disperato obblio , A percoter ne rieda ogni momento Novo grido de ' padri . Ancora è pio Dunque all ' Italia il cielo ; anco si cura Di noi qualche ...
... Certo senza de ' numi alto consiglio Non è ch ' ove più lento E grave è il nostro disperato obblio , A percoter ne rieda ogni momento Novo grido de ' padri . Ancora è pio Dunque all ' Italia il cielo ; anco si cura Di noi qualche ...
Sayfa 48
... certo e solo Veder che tutto è vano altro che il duolo . O Torquato , o Torquato , a noi l'eccelsa Tua mente allora , il pianto A te , non altro , preparava il cielo . Oh misero Torquato ! il dolce canto Non valse a consolarti o a ...
... certo e solo Veder che tutto è vano altro che il duolo . O Torquato , o Torquato , a noi l'eccelsa Tua mente allora , il pianto A te , non altro , preparava il cielo . Oh misero Torquato ! il dolce canto Non valse a consolarti o a ...
Sayfa 68
... certo , fu ( nè d ' error vano e d'ombra L'aonio canto e della fama il grido Pasce l ' avida plebe ) amica un tempo Al sangue nostro e dilettosa e cara Questa misera piaggia , ed aurea corse Nostra caduca età . Non che di latte Onda ...
... certo , fu ( nè d ' error vano e d'ombra L'aonio canto e della fama il grido Pasce l ' avida plebe ) amica un tempo Al sangue nostro e dilettosa e cara Questa misera piaggia , ed aurea corse Nostra caduca età . Non che di latte Onda ...
Sayfa 78
... Certo del tuo costume Non ti dorrai ; chè di natura è frutto Ogni vostra vaghezza . A me , se di vecchiezza La detestata soglia Evitar non impetro , Quando muti questi occhi all ' altrui core , E lor fia vôto il mondo , e il dì futuro ...
... Certo del tuo costume Non ti dorrai ; chè di natura è frutto Ogni vostra vaghezza . A me , se di vecchiezza La detestata soglia Evitar non impetro , Quando muti questi occhi all ' altrui core , E lor fia vôto il mondo , e il dì futuro ...
Sayfa 84
... Certo si renda com'è tutta indarno L'umana speme . A desiar colei Che d'ogni affanno il tragge , ha poco andare L'egro mortal ; ma sconsolata arriva La morte ai giovanetti , e duro è il fato Di quella speme che sotterra è spenta . Vano ...
... Certo si renda com'è tutta indarno L'umana speme . A desiar colei Che d'ogni affanno il tragge , ha poco andare L'egro mortal ; ma sconsolata arriva La morte ai giovanetti , e duro è il fato Di quella speme che sotterra è spenta . Vano ...
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abbia affanni alcun allora altra altre amor anco animo antichi ANTONIO RANIERI anzi aprica assai beata bella Bruto minore buona canto chè Cicerone cielo colla costumi cotesto credo diceva diletto Dimmi dire dolce dolore effetto Ercole età eterno eziandio Farfarello fato felicità figliuoli filosofia Folletto fugge genere umano gente Giacomo Leopardi giorno Giove gloria Gnomo gran greco immagini immortali infelice ingegni insino Islandese l'uomo lasciando lode luna lungo luogo maggior Malambruno mali maraviglia medesi medesimo mente Metafisico mille mira misero mondo mortali morte natura niuno notte occhi Odissea oggi opera Operette morali ozio passato pensi pensieri persona petto piaceri piagge Plotino poco poeta possa potere pregio prole Prometeo proprio ragione Ruysch scrittori secoli Senofonte sentimento sieno Simonide Socrate sogno speme speranza stima studi Tasso terra Torquato Tasso trova uomini uomo vano vecchiezza vede veggo verità vero virtù vivere volge volte
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Sayfa 109 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 118 - UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA (9). die fai tu , luna , in ciel ? dimmi , che fai , Silenziosa luna? Sorgi la sera , e vai , Contemplando i deserti ; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli ? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli ? Somiglia alla tua vita La vita del pastore.
Sayfa 168 - Né sul deserto, dove E la sede ei natali Non per voler ma per fortuna avesti; Ma più saggia, ma tanto Meno inferma dell'uom, quanto le frali Tue stirpi non credesti O dal fato o da te fatte immortali.
Sayfa 123 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passeggier che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 47 - Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 137 - ASPASIA. 1 orna dinanzi al mio pensier talora II tuo sembiante, Aspasia. O fuggitivo Per abitati lochi a me lampeggia In altri volti ; o per deserti campi, Al dì sereno, alle tacenti stelle, Da soave armonia quasi ridesta, Nell'alma a sgomentarsi ancor vicina Quella superba vision risorge. Quanto adorata, o numi, e quale un giorno Mia delizia ed erinni! E mai non sento Mover profumo di fiorita piaggia, Nè di fiori olezzar vie cittadine, Ch'io non ti vegga ancor qual eri il giorno Che ne...
Sayfa 122 - Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia, più felice sarei, candida luna.
Sayfa 276 - ... mi avveggo che tanto ci è destinato e necessario il patire, quanto il non godere; tanto impossibile il viver quieto in qual si sia modo, quanto il vivere inquieto senza miseria...
Sayfa 45 - Italo ardito, a che giammai non posi Di svegliar dalle tombe I nostri padri? ed a parlar gli meni A questo secol morto, al quale incombe Tanta nebbia di tedio? E come or vieni Sì forte a' nostri orecchi e sì frequente, Voce antica de
Sayfa 159 - Odorata ginestra, Contenta dei deserti. Anco ti vidi De' tuoi steli abbellir l'erme contrade Che cingon la cittade La qual fu donna de' mortali un tempo, E del perduto impero Par che col grave e taciturno aspetto Faccian fede e ricordo al passeggero. Or ti riveggo in questo suol, di tristi Lochi e dal mondo abbandonati amante, E d'afflitte fortune ognor compagna.