Opere di Giacomo Leopardi, 1. ciltSuccessori Le Monnier, 1884 |
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Sayfa 33
... Che lividor , che sangue ! oh qual ti veggio , Formosissima donna ! lo chiedo al cielo E al mondo : dite , dite ; Chi ... Chè fosti donna , or sei povera ancella . Chi di te parla o scrive , LEOPARDI . Opere -1 . Che , rimembrando il tuo ...
... Che lividor , che sangue ! oh qual ti veggio , Formosissima donna ! lo chiedo al cielo E al mondo : dite , dite ; Chi ... Chè fosti donna , or sei povera ancella . Chi di te parla o scrive , LEOPARDI . Opere -1 . Che , rimembrando il tuo ...
Sayfa 38
... Chè senza sdegno omai la doglia è stolta : Volgiti e ti vergogna e ti riscuoti , E ti punga una volta Pensier degli ... Che non che il cener freddo e l'ossa nude Giaccian esuli ancora Dopo il funereo dì sott'altro suolo , 38.
... Chè senza sdegno omai la doglia è stolta : Volgiti e ti vergogna e ti riscuoti , E ti punga una volta Pensier degli ... Che non che il cener freddo e l'ossa nude Giaccian esuli ancora Dopo il funereo dì sott'altro suolo , 38.
Sayfa 40
... che tanto alto locasti Qualche novella ai vostri lidi arriva , Io so ben che per te gioia non senti , Chè saldi men che cera e men ch ' arena , Verso la fama che di te lasciasti , Son bronzi e marmi ; e dalle nostre menti Se mai cadesti ...
... che tanto alto locasti Qualche novella ai vostri lidi arriva , Io so ben che per te gioia non senti , Chè saldi men che cera e men ch ' arena , Verso la fama che di te lasciasti , Son bronzi e marmi ; e dalle nostre menti Se mai cadesti ...
Sayfa 75
... Chè la illibata , la candida imago Turbare egli temea pinta nel seno , Come all'aure si turba onda di lago . E quel di non aver goduto appieno Pentimento , che l ' anima ci grava , E il piacer che passò cangia in veleno , Per li fuggiti ...
... Chè la illibata , la candida imago Turbare egli temea pinta nel seno , Come all'aure si turba onda di lago . E quel di non aver goduto appieno Pentimento , che l ' anima ci grava , E il piacer che passò cangia in veleno , Per li fuggiti ...
Sayfa 78
... che tra lontani monti , Dopo il giorno sereno , Cadendo si dilegua , e par che dica Che la beata gioventù vien meno . Tu , solingo augellin , venuto a scra Del viver che daranno a te le stelle , Certo del tuo costume Non ti dorrai ; chè ...
... che tra lontani monti , Dopo il giorno sereno , Cadendo si dilegua , e par che dica Che la beata gioventù vien meno . Tu , solingo augellin , venuto a scra Del viver che daranno a te le stelle , Certo del tuo costume Non ti dorrai ; chè ...
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Sayfa 109 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 118 - UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA (9). die fai tu , luna , in ciel ? dimmi , che fai , Silenziosa luna? Sorgi la sera , e vai , Contemplando i deserti ; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli ? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli ? Somiglia alla tua vita La vita del pastore.
Sayfa 168 - Né sul deserto, dove E la sede ei natali Non per voler ma per fortuna avesti; Ma più saggia, ma tanto Meno inferma dell'uom, quanto le frali Tue stirpi non credesti O dal fato o da te fatte immortali.
Sayfa 123 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passeggier che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 47 - Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 137 - ASPASIA. 1 orna dinanzi al mio pensier talora II tuo sembiante, Aspasia. O fuggitivo Per abitati lochi a me lampeggia In altri volti ; o per deserti campi, Al dì sereno, alle tacenti stelle, Da soave armonia quasi ridesta, Nell'alma a sgomentarsi ancor vicina Quella superba vision risorge. Quanto adorata, o numi, e quale un giorno Mia delizia ed erinni! E mai non sento Mover profumo di fiorita piaggia, Nè di fiori olezzar vie cittadine, Ch'io non ti vegga ancor qual eri il giorno Che ne...
Sayfa 122 - Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia, più felice sarei, candida luna.
Sayfa 276 - ... mi avveggo che tanto ci è destinato e necessario il patire, quanto il non godere; tanto impossibile il viver quieto in qual si sia modo, quanto il vivere inquieto senza miseria...
Sayfa 45 - Italo ardito, a che giammai non posi Di svegliar dalle tombe I nostri padri? ed a parlar gli meni A questo secol morto, al quale incombe Tanta nebbia di tedio? E come or vieni Sì forte a' nostri orecchi e sì frequente, Voce antica de
Sayfa 159 - Odorata ginestra, Contenta dei deserti. Anco ti vidi De' tuoi steli abbellir l'erme contrade Che cingon la cittade La qual fu donna de' mortali un tempo, E del perduto impero Par che col grave e taciturno aspetto Faccian fede e ricordo al passeggero. Or ti riveggo in questo suol, di tristi Lochi e dal mondo abbandonati amante, E d'afflitte fortune ognor compagna.