Opere di Giacomo Leopardi, 1. ciltSuccessori Le Monnier, 1884 |
Kitabın içinden
22 sonuçtan 1-5 arası sonuçlar
Sayfa 56
... mortali ? ed è men vano Della menzogna il vero ? A noi di lieti Inganni e di felici ombre soccorse Natura stessa : e là dove l'insano Costume ai forti errori ésca non porse , Negli ozi oscuri e nudi Mutò la gente i gloriosi studi ...
... mortali ? ed è men vano Della menzogna il vero ? A noi di lieti Inganni e di felici ombre soccorse Natura stessa : e là dove l'insano Costume ai forti errori ésca non porse , Negli ozi oscuri e nudi Mutò la gente i gloriosi studi ...
Sayfa 63
... mortali Pensosa immaginò . Che se gl ' impuri Cittadini consorzi e le fatali Ire fuggendo e l ' onte , Gl ' ispidi tronchi al petto altri nell'ime Selve remoto accolse , Viva fiamma agitar l ' esangui vene , Spirar le foglie , e ...
... mortali Pensosa immaginò . Che se gl ' impuri Cittadini consorzi e le fatali Ire fuggendo e l ' onte , Gl ' ispidi tronchi al petto altri nell'ime Selve remoto accolse , Viva fiamma agitar l ' esangui vene , Spirar le foglie , e ...
Sayfa 64
... ; e poi ch ' estrano Il suol nativo , e di sua prole ignaro Le meste anime educa ; Tu le cure infelici e i fati indegni Tu de ' mortali ascolta , Vaga natura , e la favilla antica Rendi allo spirto mio ; se tu pur vivi , 64 ALLA PRIMAVERA .
... ; e poi ch ' estrano Il suol nativo , e di sua prole ignaro Le meste anime educa ; Tu le cure infelici e i fati indegni Tu de ' mortali ascolta , Vaga natura , e la favilla antica Rendi allo spirto mio ; se tu pur vivi , 64 ALLA PRIMAVERA .
Sayfa 67
... Mortali egro , anelante , aduna e stringe Ne ' consorti ricetti : onde negata L'improba mano al curvo aratro , e vili Fur gli agresti sudori ; ozio le soglie Scellerate occupò ; ne ' corpi inerti Domo il vigor natio , languide , ignave ...
... Mortali egro , anelante , aduna e stringe Ne ' consorti ricetti : onde negata L'improba mano al curvo aratro , e vili Fur gli agresti sudori ; ozio le soglie Scellerate occupò ; ne ' corpi inerti Domo il vigor natio , languide , ignave ...
Sayfa 99
... mortali Già sempre infin dal di che il mondo D'esser beati sospiraro indarno , Di medicina in loco apparecchiate Nella vita infelice avea natura Necessità diverse , a cui non senza Opre e pensier si provvedesse , e pieno , Poi che lieto ...
... mortali Già sempre infin dal di che il mondo D'esser beati sospiraro indarno , Di medicina in loco apparecchiate Nella vita infelice avea natura Necessità diverse , a cui non senza Opre e pensier si provvedesse , e pieno , Poi che lieto ...
Diğer baskılar - Tümünü görüntüle
Sık kullanılan terimler ve kelime öbekleri
abbia affanni alcun allora altra altre amor anco animo antichi ANTONIO RANIERI anzi aprica assai beata bella Bruto minore buona canto chè Cicerone cielo colla costumi cotesto credo diceva diletto Dimmi dire dolce dolore effetto Ercole età eterno eziandio Farfarello fato felicità figliuoli filosofia Folletto fugge genere umano gente Giacomo Leopardi giorno Giove gloria Gnomo gran greco immagini immortali infelice ingegni insino Islandese l'uomo lasciando lode luna lungo luogo maggior Malambruno mali maraviglia medesi medesimo mente Metafisico mille mira misero mondo mortali morte natura niuno notte occhi Odissea oggi opera Operette morali ozio passato pensi pensieri persona petto piaceri piagge Plotino poco poeta possa potere pregio prole Prometeo proprio ragione Ruysch scrittori secoli Senofonte sentimento sieno Simonide Socrate sogno speme speranza stima studi Tasso terra Torquato Tasso trova uomini uomo vano vecchiezza vede veggo verità vero virtù vivere volge volte
Popüler pasajlar
Sayfa 109 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 118 - UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA (9). die fai tu , luna , in ciel ? dimmi , che fai , Silenziosa luna? Sorgi la sera , e vai , Contemplando i deserti ; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli ? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli ? Somiglia alla tua vita La vita del pastore.
Sayfa 168 - Né sul deserto, dove E la sede ei natali Non per voler ma per fortuna avesti; Ma più saggia, ma tanto Meno inferma dell'uom, quanto le frali Tue stirpi non credesti O dal fato o da te fatte immortali.
Sayfa 123 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passeggier che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 47 - Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 137 - ASPASIA. 1 orna dinanzi al mio pensier talora II tuo sembiante, Aspasia. O fuggitivo Per abitati lochi a me lampeggia In altri volti ; o per deserti campi, Al dì sereno, alle tacenti stelle, Da soave armonia quasi ridesta, Nell'alma a sgomentarsi ancor vicina Quella superba vision risorge. Quanto adorata, o numi, e quale un giorno Mia delizia ed erinni! E mai non sento Mover profumo di fiorita piaggia, Nè di fiori olezzar vie cittadine, Ch'io non ti vegga ancor qual eri il giorno Che ne...
Sayfa 122 - Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una, o come il tuono errar di giogo in giogo, più felice sarei, dolce mia greggia, più felice sarei, candida luna.
Sayfa 276 - ... mi avveggo che tanto ci è destinato e necessario il patire, quanto il non godere; tanto impossibile il viver quieto in qual si sia modo, quanto il vivere inquieto senza miseria...
Sayfa 45 - Italo ardito, a che giammai non posi Di svegliar dalle tombe I nostri padri? ed a parlar gli meni A questo secol morto, al quale incombe Tanta nebbia di tedio? E come or vieni Sì forte a' nostri orecchi e sì frequente, Voce antica de
Sayfa 159 - Odorata ginestra, Contenta dei deserti. Anco ti vidi De' tuoi steli abbellir l'erme contrade Che cingon la cittade La qual fu donna de' mortali un tempo, E del perduto impero Par che col grave e taciturno aspetto Faccian fede e ricordo al passeggero. Or ti riveggo in questo suol, di tristi Lochi e dal mondo abbandonati amante, E d'afflitte fortune ognor compagna.