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gittò per quella cateratta, dicendo alla donna, che gli andasse ad aprire. Ma non avvenne come avvisato avea. Perciocchè, gittandosi giù, s'appiccò una falda d'un coretto, il quale egli avea indosso, ad un ferro, il quale ad un legno di quella cateratta era. Perchè avendo già la donna aperto a Gianni, credendosi ello per lo non esservi trovato Polo scusare; ed entrato Gianni dentro, incontanente s'accorse Polo esser ritenuto per la falda del coretto. E, con uno stocco in mano, correndo là per ucciderlo e la donna accorgendosene, acciocchè quello non avvenisse, corse oltre presta e misesi in mezzo tra Polo e Gianni, il quale avea già alzato il braccio con lo stocco in mano e tutto si gravava sopra il colpo. Avvenne quello, che egli non avrebbe voluto; ciò è, che, prima passò lo stocco il petto della donna, che egli aggiugnesse Polo. Per lo quale accidente turbato Gianni, siccome colui, che più che sè medesimo amava la donna, ritirato lo stocco, da capo ferì Polo et ucciselo. E così amenduni lasciategli morti, subitamente si partì e tornossi all' afficio suo. Furono poi li due amanti con molte lagrime, la mattina seguenti seppelliti et in una medesima sepoltura.

Questo non è racconto storico, è una novella strozzata: peccato, che il Boccaccio non abbia trattato l'argomento net Decameron, quando avea lena e vena, ponendolo in bocca alla Fiammetta nella quarta giornata:

Almeno

nella quale, sotto il reggimento di Filostrato, ragiona di >> coloro, li cui amori ebbero infelice fine. » avrebbe introdotto più varietà in quella giornata, nella quale vi sono parecchie ripetizioni di avvenire e di situazioni. Le inesattezze della narrazione boccaccevole sono infinite; l'inattendibilità di essa patente; e, benchè il Tonini vogli aggiustarvi fede in massa, e pur costretto dire:

non ostante l'autorità ed il racconto diffuso, egli può in alcuna parte venirci dubitazione, non la vena feconda dal Certaldese, addolcita nella bellezza del Canto, che dichiarava, possa averlo

tratto alcuna volta fuori della stretta via di storica narrazione, quando in alcun' altra ci lascia pure nel desiderio di notizie più intiere, e inoltre non tutto vi si trova conforme a quello ne offrono altri scrittori pur rispettabili.

Vedi: Memorie Storiche | intorno a Francesca da Rimini | ad illustrazione del fatto! Narrato nel V. dell' Inferno | Raccolte dal Commendalore | Dottor Luigi Tonini | Con Appendice di Documenti | Edizione Seconda | Riveduta dall' Autore ed accresciuta | Aggiunti inoltre i sequenti | Opuscoli del medesimo | Risposte due a Monsignor Marino Marini | Genealogia dei Malatesti | Discendenti da Giovanni e da Paolo | Lettera sopra un supposto comento di Dante | Memoria sull' anno dell'Assassinio | Dei due fanesi alla Cattolica [] Rimini 1870 | Tipografia Malvolti. Il Tonini però inconcepibilmente poco più giù dice: — « Ma » noi teniamo preferibile sempre, se non altro quanto alle particolarità; » che riguardano il tempo, il racconto del Boccaccio, siccome quello di >> scrittore di tanto più antico fra gli altri [sic!] e più grave [sic! sic!] > il quale, inoltre, come ne assicura egli stesso al capo I del Comento » [sic] ebbe speciali colloquî con un valente uomo chiamato Ser Piero » di Messer Giardino da Ravenna, il quale fu uno de' più intimi amici » e servitori, che Dante avesse in Ravenna; per cui è a credere, che » con esso anche di questo fatto possa aver preso ragionamento. » Anche Filalete osserva: « Die ganze Erzählung Boccaccio hat einen etwas > novellenartigen Charakter ». Ma soggiunge: << Indess führt er im

>> I Capitel seines Commentars an, dass er viel mit einem vertrauten Diener >> des Dichters während seines Aufenthaltes zu Ravenna, Ser Piero di » Messer Giardino di Ravenna, verkeht habe, und aus dieser Quelle konnten » leicht jene genauen Umstände der Begebenheit zugekonmen sein ». Evidentemente Filalete ha frantese le parole del Boccaccio; e di Ser Piero, notajo, come indica il sere e figliuolo d'un dottore o d'un cavaliere, come indica il messere proposto al nome del padre, uno de' più intimi amici e servitori di Dante, ha fatto un lacchè e questo è error di lingua; ma il supporre cbe Dante spiegasse il suo poema a'suoi lacchè, poi, è error di « Dante konnte übrigens manches selbst genau wissen, da

senso comune:

>> er die letzten Iahre seines Lebens in dem Hause Guido's V von Polenta > des Neffen der Francisca und sohnes ihres Brüders Ostasio, zübrachte. » Quando Dante riparò a Ravenna, il Canto V dell' Inferno era scritto e divulgato anche da un pezzo, e ciò ch' era accaduto quando la Francesca e Paolo eran soli e senz'alcun sospetto, ned a Firenze, ned a Ravenna, nė dovechessia avrebbe egli potuto saperlo altrimenti che immaginandolo. Lo

Scartazzini poi, rincarando in inesattezza, afferma che il Boccaccio: <«<asserisce aver avuto sppra ciò speciali colloquî con un valente uomo, » chiamato Ser Piero di Messer Giardino da Ravenna ». Il Boccaccio non ha mai asserito di aver parlato con Piero Giardini degli amanti dArimini. Ma lo Scartazzini ha bisogno di dire spropositi.

L'Anonimo Fiorentino, edito dal Fanfani, ch' io, per molte ragioni, non so persuadermi essere del XIV secolo, all' E caddi come corpo morto cade, annota, raffazzonando il Boccacci, in guisa da mettere un punito, dove andava messo macchiato.

Fu l'autore punito da questo vizio et però ebbe quella passione di cotestoro, che dice nel testo.

La narrazione del fatto è tolta dal Boccacci con quelle modificazioni, che all' Anonimo parvero necessarie per occultare il plagio.

Egli è da sapere che gran tempo fu guerra tra messer Guido da Polenta et messer Malatesta vecchio da Rimino. Ora, perchè era rincresciuta all' una parte et all' altra, di comune concordia feciono pace, et acciò che meglio s' osservasse, feceno parentado insieme; chè messer Guido maritò la figliola al figliolo di Messer Malatesta, et messer Malatesta maritò a lui delle sue. Madonna Francesca figliola di messer Guido, fu maritata a Gianciotto di messer Malatesta; et come egli fosse savio fu rustico uomo, et madonna Francesca bellissima, tanto che fu detto a messer Guido: « Voi avete mal > accompagnata questa vostra figliuola: ella è bella et di grande anîmo: ella non starà contenta a Gianciotto. » - Messer Guido che aveva più caro il senno che la bellezza, volle pure che il parentado andasse innanzi; et come ch' elli s' ordinasse, acciò che la buona donna non rifiutasse il marito, fece venire

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Polo a sposarla per Gianciotto suo fratello; et così credendosi avere Polo per marito, ebbe Gianciotto. È vero che, innanzi ch'ella fosse sposata, essendo un dì Polo nella corte, una cameriera di madonna Francesca gliel mostrò et disse: « Quelli fia tuo marito ». Ella il vide bello: posegli amore e contentossene. Et essendo ita a marito, et trovandosi la sera a lato Gianciotto et non Polo, com'ella credea fu male contenta. Vidde ch' ella era stata ingannata: non levò l'amore ch'ella avea posto a Polo; ma crebbe continuamente, onde Polo veggendosi amare a costei, come chè prima ripugnasse, inchinossi agevolmente ad amare lei. Avenne che in questo tempo ch' eglino s' amavano insieme, Gianciotto andò di fuori in signoria, di che a costoro crebbe speranza per la sua partita: et così crebbe amore tanto che, segretamente essendo nella camera, et leggendo uno libro di Lancilotto, com'egli innamorò della Reina Ginevra; et come, dopo molte novelle scritte nel libro, che scrisse il Prenze Galeotto, leggendo come Lanciloto scoperse alla Reina l'amore ch'egli le portava, et trovandosi insieme soli; di quello che ridere la reina Ginevra, et ancora della donna di mano alto (sic) che il mosse in prima et che Lancilotto, veggendola ridere, prese sicurtà e basciolla; questi due venendo a questo punto, si guardarono nel viso et scoloraronsi per voglia di fare il somigliante; et prima nella mano et con alcuno bascio invitando l'uno l'altro, nell' ultimo posono in pace i loro disii. Et più volte in diversi tempi faccendo il simigliante, uno famiglio di Gianciotto se n'avvide, scrisselo a Gianciotto; di che, per questa cagione tornato Gianciotto, et avuto un giorno la posta (1), gli sopraggiunse nella camera che rispondea di sotto; et troppo bene si sarebbe partito se non che una maglia del coretto ch' egli avea indosso, s' appiccò a una punta d'aguto della cateratta, et rimase così appiccato. Gianciotto gli corse addosso con uno spuntone: la donna entrò nel mezzo; di che menando, credendo dare a lui, diede alla

(1) Appostatigli.

moglie et uccisela; et poi uccise ivi medesimamente Polo dove era appiccato.

Francesco da Buti non iscorge alcuna relazione particolare alla vita di Dante, nelle parole del canto V. Egli annota al pietà mi vinse e fui quasi smarrito.

cioè alienato da' sensi e dalla ragione; e dice quasi, perchè non fu al tutto. E qui è da notare, secondo la lettera, che, nominando la ragione (che è significata per Virgilio) a Dante (che significa la sensualità) le donne et i cavalieri famosi esser dannati per siffatto peccato, a che conduce la natura e la carne, pietà vinse la sensualità; cioè, ch' ebbe pena alla pena di coloro e fu quasi alienato dalla ragione, che vuole, che chi disubbidisce dio sia punito. Ma pur non si smarri, e però dice quasi, chè, ben che si dolesse della dannazione di coloro, non si dolse, che non volesse, che fossono dannati; ma dolsesi, che avrebbe voluto, che non avessono peccato e, che non avessono meritato quella pena: che della giustizia di dio ciascuno dee essere contento. E, moralmente intendendo di quelli del mondo, e' bene dice che la sensualità si muove a pietà, quando la ragione mostra, che gli uomini famosi e di grande affare, caggiono in siffatta abominazione. E quasi si smarrisce dalla ragione, non dolendosi della lor pena, ma del loro difetto; ma, allora, in tutto si smarirebbe dalla ragione, se fosse dolente della pena.

Il fatto, poi, della Francesca è narrato brevemente così:

Fu figliuola di messer Guido di Polenta da Ravenna, signor di Ravenna; e fu maritata a Lanciotto, figliuolo di messer Malatesta da Rimino. Questa era bellissima del suo corpo; il marito era sozzissimo et era sciancato. E questo Lanciotto avea un suo fratello, che avea nome Paolo, ch'era bellissimo giovane; onde s' innamorarono insieme Francesca

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