Solo di sua codarda etate indegno Venne nel petto; onde privato, inerme, E questo vano campo all'ire inferme Del mondo. Ei primo e sol dentro all'arena E morte lo scampò dal veder peggio. Da mediocrità: sceso il sapiente, E salita è la turba a un sol confine Che il mondo agguaglia. O scopritor famoso, Poi che dormono i vivi; arma le spente IV. NELLE NOZZE DELLA SORELLA PAOLINA. 35 Poi che, del patrio nido E luttuosi tempi L'infelice famiglia all'infelice All'umana virtude, Nè pura in gracil petto alma si chiude. Figliuoli avrai. Miseri eleggi. Immenso Acquista oggi chi nasce il moto e il senso. Che di fortuna amici Non creseano i tuoi figli, e non di vile Timor gioco o di speme: onde felici Poichè (nefando stile Di schiatta ignava e finta) Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta. La patria aspetta; e non in danno e scorno Io chieggo a voi. La santa Fiamma di gioventù dunque si spegne E di nervi e di polpe Scemo il valor natio, son vostre colpe? Amor, chi ben l'estima, e d'alto affetto O verginette, a voi. Chi de' perigli è schivo e quei che indegno È della patria e che sue brame e suo Volgari affetti in basso loco pose, Odio mova e disdegno; Se nel femmineo core D'uomini ardea, non di fanciulle amore Madri d'imbelle prole V'incresca esser nomate. I danni e il pianto Della virtude a tollerar s'avvezzi La stirpe vostra, e quel che pregia e cole Tra le memorie e il grido Crescean di Sparta i figli al greco nome; Sul corpo esangue e nudo Quando e' redía nel conservato scudo. Gota molcea con le celesti dita' E all' Erebo scendesti Volonterosa. A me disfiori e scioglia Vecchiezza i membri, o padre; a me s'appresti, Dicea, la tomba, anzi che l'empio letto Del tiranno m'accoglia; E se pur vita e lena Roma avrà dal mio sangue, e tu mi svena. O generosa, ancora Che più bello a'tuoi di splendesse il sole E libertade avvampa Gli obliviosi petti; e nella doma In duri ozi sepolta Femmineo fato avviva un'altra volta. V. A UN VINCITORE NEL PALLONE. Di gloria il viso e la gioconda voce, Garzon bennato, apprendi E quanto al femminile odio sovrasti La sudata virtude, attendi, attendi, Magnanimo campión (s'alla veloce Piena degli anni il tuo valor contrasti La spoglia di tuo nome), attendi e il core Movi ad alto desio. Te l'echeggiante Arena e il circo, e te fremendo appella Ai fatti illustri il popolar favore; Te rigoglioso dell'età novella Oggi la patria cara Gli antichi esempi a rinnovar prepará. Non colorò la destra Quei che gli atleti ignudi e il campo eleo, Che stupido mirò l'ardua palestra, Nè la palma beata e la corona D'emula brama il punse. E nell'Alfeo |