MADRIGALE XXIII. ARGOMENTO. Il cor lieto fa bello il volto; il tristo il deforma. Adunque costei m'allieti, e poi ritrarrò lei bella. SE dal cor lieto divien bello il volto, E dal tristo difforme, E s'a distinguer molto Della mia chiara stella Il bel dal bel con sue diverse forme, In danno suo costei, Sovra le belle bella, Mi fa doglioso, e il prende in gioco, e spesso Che s'è natura altrui pinger se stesso, Qual la farò s' afflitto ella mi tiene? Ed io la ritrarrò col viso asciutto, Lei farò bella, e in me scemerò 'l brutto. SONETTO XXI. ARGOMENTO. Tenta sedur la sua donna colla lusinga di far viver se e lei in pietra ancor dopo la morte, la cui ragione là oltre non si stende. COM esser, donna, puote, e pur se 'l vede La lunga esperienza, che più dura Immagin viva in pietra alpestre e dura, Che 'l suo fattor, che morte in breve fiede? La cagione all' effetto inferma cede, Ed è dall' arte vinta la natura; Io 'l so ch' amica ho sì l'alma scultura, E veggo il tempo omai rompermi fede. Forse ad amendue noi dar lunga vita Posso, o vuoi nei colori, o vuoi nei sassi, Sicchè, mill' anni dopo la partita, Quanto tu bella fosti ed io t' amassi Si veggia, e come a amarti io non fui stolto SONETTO XXII. ARGOMENTO. Dimostra i segni che fanno fede all'indissolubile e reciproco amore, il quale nè sfuma per tempo, nè per morte si dissolve. S'UN S' una anima in duo corpi fatta eterna, S'amar I' un l'altro, e nessun mai se stesso, A scambievole imperio sottomesso MADRIGALE XXIV. ARGOMENTO. Sono in donna alcune parti men belle, le quali s' hanno pure ad amare, perocchè dall' armonia di queste colle più belle nasce la perfetta bellezza. SE in donna alcuna parte è che sia bella, Debb' io amarle tutte, Nutrito dal piacer ch' io trovo in quella? Mentre l'intera gioia per lei s' attrista, Che l'innocente error si scusi ed ami. Amor che mi favellá Della noiosa vista, Com' irato dir suole, Che nel suo regno non si vuol richiami. Quel che non piace, perchè in voglia umana L'uso, amandosi 'l bello, il brutto sana. 3 CAPITOLO I. ARGOMENTO. Dispera della pietà della sua donna, le cui celestiali bellezze gli dan morte. Pur è risoluto d'amar lei sola; sperando che, se cedono l' altre donne alla menzogna, la sua cederà al vero. POICHÈ d'ogni mia speme il verde è spento, Nè pietà del mio mal ti stringe o move, Rivolgo i preghi, e in chi fia ch' io mi fide Come può chi t' onora, adora, e serve, 5 10 15 |