le Altre rime spettanti alla V. N., le quali appresso si corredano di pregevolissime note. Il Giuliani con un' affettuosissima epigrafe dedica questa edizioncella gentile ad Antonio Crocco e a Jacopo Bernardi. 1865. LA VITA NUOVA di Dante AliGHIERI. Venezia, tip. Antonelli editrice, 1865. In-4. Edizione commemorativa pel sesto Centenario natalizio dell'ALTISSIMO POETA, che l'editore cav. Antonio Antonelli dedica all' Inclito Municipio di Firenze. È il solo testo. La lezione seguita è quella dell' illustre Fraticelli, col riscontro del Cod. CXCI, CLASSE IX, MSS. ITAL., esistente nella Marciana, e di altre edizioni. Dopo la V. N. seguono le Varianti del Cod. marciano, le quali si recarono tutte, stampando in rosso le lezioni accolte, e giustificando la preferenza lor data con noterelle poste in pie di pagina. Alle Varianti tengono dietro le Notizie bibliografiche della V. N. nelle quali vengono descritti due Codici marciani e tutte le edizioni che sonosi prodotte della V. N., ed è anche data qualche notizia intorno ad alquante delle traduzioni che della V. N. si fecero in lingue straniere. Di questa edizione si tirarono settecento e sette copie: 6 in pergamena; 1 in carta colorata; 200 in carta distinta; 500 in carta semplice. Tutte le copie vanno adorne di un'incisione in rame rappresentante Dante e Beatrice tratta dal quadro del celebre pittore Ary.-Scheffer, e diligentissimamente condotta dal bravo incisore Jacopo Bernasconi di Venezia. Le sei copie in pergamena si arricchirono dei ritratti di Dante e Beatrice sul disegno di Ary.-Scheffer, e di altre miniature, cosi nell'interno come sopra le coperte: tutti lavori dell'impareggiabile artista Germano Prosdocimi rodigino, pittore miniatore, socio d'arte dell'Accademia di Belle Arti in Venezia. Le legature di queste sei copie si eseguirono con rara maestria dal valente legatore di libri Francesco Pedretti veneziano. PARTE PRIMA. ALTRE RIME SPETTANTI ALLA VITA NUOVA. SONETTO I. GUIDO, vorrei che tu e Lapo ed io E messi in un vascel, ch'ad ogni vento E monna Vanna e monna Bice poi, Con quella ch'è sul numero del trenta, Con noi ponesse il buono incantatore: E quivi ragionar sempre d'amore; E ciascuna di lor fosse contenta, Siccome io credo che sariamo noi. SONETTO II. Di donne io vidi una gentile schiera Dagli occhi suoi gittava una lumiera, A chi era degno poi dava salute Credo che in ciel nascesse esta soprana, E venne in terra per nostra salute: Dunque beata chi l'è prossimana. SONETTO III. Onde venite voi così pensose? Ditemel, s'a voi piace, in cortesia : Ch'i' ho dottanza che la donna mia Non vi faccia tornar cosi dogliose. Deh! gentil donne, non siate sdegnose, Avvegnachè gravoso m'è l'udire: |