Dar mi potete ciò ch'altri non osa; Ha posto Amore; ond' io grande mi tegno. Muove dal vostro portamento umano; Chè ciascun che vi mira, in veritate 5. Dunque vostra salute omai si muova, Ch'Amor lanciò lo giorno ch'io fui preso; Onde nella mia guerra La sua venuta mi sarebbe danno, S'ella venisse senza compagnia De'messi del signor, che m'ha in balia. 6. Canzone, il tuo andar vuol esser corto; Chè tu sai ben, che picciol tempo omai Puote aver luogo quel, per che tu vai. CANZONE II. 1. E' m'incresce di me si duramente, Mi reca la pietà quanto 'l martiro: Raccoglier l'aer del sezza' sospiro Soavi e dolci vêr me si levaro, Quand'egli incominciaro La morte mia, ch'or tanto mi dispiace, Dicendo: Il nostro lume porta pace. 2. al core, a voi diletto, Noi darem pace Quei della bella donna alcuna volta: Che per forza di lei M'era la mente già ben tutta tolta, Con l'insegna d'Amor dieder la volta; Sicchè la lor vittorïosa vista Non si rivide più una fïata. Ond'è rimasta trista L'anima mia che n'attendea conforto. Ed ora quasi morto Vede lo core a cui era sposata, 3. Innamorata se ne va piangendo Fuori di questa vita La sconsolata, che la caccia Amore. L'ascolta con pietate il suo Fattore. D'Amor che fuor d'esto mondo la caccia; Gli spiriti che piangon tuttavia, 4. L'immagine di questa donna siede Ove la pose Amor, ch'era sua guida. Che mai, e vie più lieta par che rida; Che mi combatte cosi come suole, Perocchè 'l mio sentire è meno assai, 5. Lo giorno, che costei nel mondo venne, Secondo che si trova Nel libro della mente che vien meno, Una passion nuova, Tal ch'io rimasi di paura pieno: Lo spirito maggior tremò si forte, Per lui in questo mondo giunta fosse: Ora ne incresce a quei che questo mosse. 6. Quando m'apparve poi la gran beltate, Che si mi fa dolere, Donne gentili, a cui io ho parlato, Quella virtù, che ha più nobilitate, Mirando nel piacere, S'accorse ben che 'l suo male era nato: Sicchè piangendo disse all'altre poi: Qui giugnerà in vece D'una ch'io vidi, la bella figura, E sarà donna sopra tutte noi, 7. Io ho parlato a voi, giovani donne, Vi sian gli detti miei dovunque sono. La morte mia a quella bella cosa, Che men n'ha colpa, e non fu mai pietosa. CANZONE III. 1. Morte, poich'io non trovo a cui mi doglia, Nè cui pietà per me muova sospiri, Ove ch'io miri, |