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Forse l'amore concepito verso di questo luogo, ch'è stata la prima sede de' Bolognesi in questa Città, avrà indotto Monsignor Giorgio Bolognetti (1), Vescovo di Rieti, a fargli una lascita di dieci mila Scudi, da rinvestirsi in luoghi di Monti, rammentata nella seguente Iscrizione, ibid. cv. n. 8.

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VIVENS

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DONAVIT

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EIDEM. SCVTA DECEM MILLIA

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MONETAE
AD· EFFECTVM REINVESTIENDI IN TOT LOCIS · MONTIVM

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NON VACABILIVM

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CVM. ONERE. VNIVS. ANNIVERSARII. IN PERPETVVM
PATRES HVIVS. HOSPITALIS. TANTI BENEFICII MEMORES

POSVERE

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DIE. XV. IVLII. ANNO. MDCLXXXI.

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Esiste quest' altra in terra, nella Chiesa di S. Agostino, riportata dal Galletti p. cxxvIII. n. 47. 231.

(1) Ho riferito ne' Possessi Pont. p. 380, che Teodoro Amidenio, fra le nobili Famiglie Forestiere trapiantate in Roma, annovera la Bolognetti da Bologna, estinta l'anno 1686. nella persona di Monsignor Bolognetti per avarizia, perchè essendo molti Fratelli, veruno applicò alla Moglie, per evitare le spese. Crebbe la loro roba, che ascendeva a cento mila scudi di entrata nel 1685. Da poi fu chiamato un ramo della stessa agnazione, che estinto anch'esso, gli avanzi della ricchissima eredità sono passati nella Famiglia Cenci, ch'è andata ad abitare nell'antico Palazzo della sua Casa, vicino a S. Tommaso.

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, per

la

Parecchi di essi, uniti ad altri Concittadini, che già quì si trovavano domiciliati, a' 2 di Giugno nello stesso anno 1575 fecero l'acquisto della casa e del monastero di S. Gio. Calibita, somma di 2700. Sc. con istrumento rogato da Guilelmo Alessio Guidotti, e vi eressero la Confraternita con Oratorio, ed Ospedale. Onde supplicarono Gregorio XIII, che da principio li approvò soltanto, vivae vocis oraculo, ad approvarla ancora, come fece, con una Bolla in data de' 27 di Marzo nel 1576, che si ritroverà riportata nell' Appendice n. 11. p. 110. Marco Antonio Ciappi (1) racconta che questo Pontefice volle, che nella Città di Roma, Capo del Mondo, et Patria universale havesse la sua Natione Bolognese particolare preminenza, conforme alla sua nobiltà. Et perciò nel tempo celebre dell' Anno Santo, ordinò, che s'instituisse la Confraternita de' Bolognesi sotto la protezione, et invocatione di S. Gio. Apostolo, et Evangelista, et stabilita con sante, et pietose constituzioni, l'arricchi di privilegj, et grazie in maniera, che tra le altre non dovrà esser mai riputata seconda, esercitan

(1) Compendio delle heroiche, et gloriose actioni, et santa vita di Gregorio XIII. Roma per gli Accolti 1596. p. 13.

dosi li Confratri di essa, con tutte quelle opere di carità, et con quel maggior fervore, che si voglia, nelle altre più antiche, et illustri Arciconfraternite. Et l'habito loro è di sacco bianco di lino con una Croce a tronconi di velluto rosso in capo, per denotare col segno, et col colore la pietà, et la carità, nella quale sono congiunti.

Il Canonico del Sodo registrò nelle sue memorie, che la Confraternita de' Bolognesi in l'Anno Santo 3575 ottenne il Giubileo in una volta, quali andorno molto onoratamente, et furono 250 persone. Medesimamente andorno incontro ad alquante delle Compagnie di Bologna, et da loro furno alloggiate.

L'ottimo Pontefice nella suddetta Bolla accordò loro i privilegj di formarsi i loro Statuti, di liberare un Bolognese reo di delitto Capitale, o altro ancora in sua mancanza, nel dì festivo di S. Gio. a Porta Latina, che poi con rescritto di Gregorio XV. de' 20. Settembre 1592, fu commutato per la festa di S. Petronio; dell' Indulgenza plenaria nel giorno dell'ingresso, e nel punto della morte di sette anni, ed altrettante quarantene, visitando la Chiesa di S. Gio. a Porta Latina ai 6. di Maggio, e l'altare di S. Gio. Calibita ai 19. di Gennajo, in cui si celebra la festa de' SS. Martiri Mario, Marta, Audiface, e Abacum, i di cui Corpi si conservano in quella Chiesa; di aggregare sotto la sua invocazione di S. Giovanni a Porta Latina altre Confraternite fuori di Roma; dichiarando in fine quest' Archiconfraternita, Capo, e Madre di tutte le altre.

CAPO III

Invenzione de' Corpi de' SS. Martiri Mario, Marta, Audiface, ed Abacum. Collocazione delle loro reliquic, parte nella Chiesa di S. Adriano, e parte nella Chiesa di S. Giovanni Calibita.

Nella Via Cornelia, 13 miglia lungi dalla Città, in un fon

do spettante alla Basilica Vaticana, chiamato Cocceja, che prima dicevasi Nymphae Catabassi (1), furono trovati i Corpi de' SS. Martiri nominati nella predetta Bolla di Gregorio XIII, Mario, et Marta (2), Marito, e Moglie, di nobil prosapia, e molto ricchi, i quali vennero dalla Persia, con i loro figliuoli Audiface, ed Abacum (3),

(1) Bullar. Vatic. T. III. in Indice.

(2) Acta SS. M. M. Marii, Marthae, Audifax, et Abachum, ex pluribus veteribus MSS. cum Comment. praevio, et notis Io. Bollandi. in T. II. Ianuarii p. 214. 219., Baronio ad anu. 270. n. 9.

(3) Panciroli Tesori nascosti, regione nona, Eccl. 2. p. 88.

e furono decapitati sotto Claudio, tre miglia fuori della Porta Aurelia a' 20 di Gennajo. S. Felicita raccolse i loro Corpi, e li portò a seppelire in un suo podere, d'onde li tolse S. Pasquale I, per far parte delle loro reliquie a varie Chiese.

Ai 18 di Gennajo nel 1228, sotto il Pontificato di Gregorio IX, si scoprirono sotto l' Altar Maggiore della Chiesa di S. Adriano (1), dove da principio erano state collocate, come risulta da un monumento ivi esistente della consacrazione dello stesso Altare, riportato in parte dal Galletti (2), e dall' Ordinario dell' Officio della medesima.

Avverte il Baronio all'anno 1270, n. g. in adnotationibus ad Martyrologium Rom. in primis diximus, Corpora SS. Marii et Marthae condita esse in Insula Tiberina, in Eccl. S. Io. Calybitae, prout praesefert Inscriptio super Confessionem affixa, qua tam eorum, tam etiam Filiorum ibi inesse corpora significatur. Questa Iscrizione viene prodotta da Fioravante Martinelli, che dice di esser posta, non sopra la Confessione, ma sopra la Porta interna della Chiesa, in questi termini (3):

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SACRVM CORPVS DIVI IOANNIS CALYBITAE ROMANI
ECCLESIAE. IAM DOMVS. PATERNAE

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HVIVS

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MARTHA AVDIFACE

TAVRINO. ET HERCVLANO

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ABACVM

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RESTAVRAVERVNT

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Prese dunque un doppio abbaglio il Panciroli, avendo scritto, che questa Chiesa fu rinnovata circa l'Anno Santo 1600, quando lo fu quarant' anni dopo; e che in quell'occasione fu scoperta l'Arca marmorea, in cui erano incisi i nomi de' quattro SS. MM. giacchè ciò dev'essere accaduto molto prima, facendosene menzione nella Bolla di Gregorio XIII. fin dal 1575..

(1) Pasquale II. fra le venti Chiese da lui consecrate in Roma, consacrò Ecclesiam S. Hadriani in tribus fatis (o Foris, o in Triforio) V. le mie Sette cose fatali di Roma. ivi 1812. p. 67.

(2) T. I. Inscript. Rom. p. CCCCXXV.

(3) Roma ex Ethnica Sacra p. 124.

CAPO IV

Motivo, per cui la Confraternita prese il titolo di S. Giovanni a e descrizione del suo Vestiario.

Porta Latina

Pompilio Totti (1), con le stesse parole di Ottavio Panciroli (2),

ci spiega la ragione, per cui i Bolognesi determinarono di arruolarsi sotto gli Stendardi di S. Gio. a Porta Latina, con questo racconto. Parve ai Bolognesi di rinuovare in questa loro Chiesa la memoria di alcun' altra di Roma, non tanto frequentata, e che fosse delle più antiche; e tale giudicarono quella di S. Gio. innanzi di Porta Latina (3), che non si apre, se non il giorno della Stazione Quadragesimale, e della sua festa ai 6. di Maggio. Perciò portano la figura del suo martirio per insegna sopra Sacchi Bianchi, et in fronte una Croce rossa, innalzata sopra di tre monti parimenti rossi, la cui insegna è dello Spedale, che in Bologna chiamano della Vita (4), al quale fanno professione di essere uniti. Celebrano

(1) Ritratto di Roma Moderna 1638. p. 192.

(2) Tesori nascosti di Roma 1625. p. 754. reg. non. Ch. 2.

(3) Crescimbeni Historia della Chiesa di S. Giovanni avanti a Porta Latina, Titolo Cardinalizio. Roma 1710. per Antonio de Rossi 4. Bart. Piazza, nella Gerarchia Cardinalizia. Roma 1791. fol. p. 572. De Confessione, seu loco Martyrii S. Ioannis Apost. et Evangelistae, ante Portam Latinam, ex Annalibus Card. Baronii, et ex Sanctuario Lateranensi, et de Ecclesia S. Ioannis ibidem, Abbas Carolus Franc. Patriarcha Clericus Benef. Later. ob gratulationem. Romae ex typ. C. A. Callisto Marini Memorie proposte ai devoti nella visita della Chiesa, e Cappelletta di S. Gio. a Porta Latina. Roma 1791. 8. La mia Storia de' Possessi Pontificj p. 386. A' 20. di Maggio pertanto del 1656, per tema del contagio di Sardegna, restarono aperte le sole cinque Porte Flaminia, Nomentana, Lateranense, Ostiense, e Portese, e chiuse tutte le altre, con la Latina; ma siccome poi, benchè fossero state riaperte tutte le altre, questa era rimasta serrata, così il Card. Giulio Gabrielli, a cui apparteneva, ne fece seguire con particolar pompa la solenne riapertura nel 169 ai 5. di Maggio, in cui cade l'anniversaria memoria del Martirio ivi sofferto dal S. Apostolo, che in quel dì vi si venera con gran concorso, e coll' Uffiziatura del Reverendissimo Capitolo Lateranense, come pure per la Stazione del Sabbato di Passione. Questa Porta tornò a chiudersi nella luttuosissima epoca Repubblicana, per economiche, e politiche misure. Ora non essendo più necessarie, è desiderabile, che nuovamente si riapra, affinchè quella popolazione, che dovrebbe essere la più privilegiata, esistendo nella Parrocchia della Cattedrale del Sommo Pontefice, non seguiti a restar priva di quasi tutti gli ajuti spirituali, e temporali, e non rimanga defraudata del debito culto l'elegante Cappelletta, detta di S. Gio. in oleo, di forma rotonda ottangolare, eretta sotto Giulio II, nel 159, dall' Uditor di Rota Monsignor Benedetto Adam Borgognone, in onore del lungo santificato dal glorioso martirio del discepolo diletto del Signore, e restaurata colla Chiesa sotto il Pontificato di Alessanrdo VII. nel 1658. dal Cardinal Titolare Fabrizio Paolucci, coll'Architettura del Borromino, e colle Pitture a fre sco di Lazzaro Baldi.

(4) Carlo Antonio Barbieri. Compendio dell' origine, manifestazione, grazie e progresso dell'immagine di S. M. della Vita. Bologna per Gio. Pietro Barbiroli 1614. 4. Antonio Gaggi del principio, e progressi della prima Compagnia, ora Archiconfraternita di S. M. della Vita. Bologna 1714. 4.

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