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La Beata Santuccia de' Terrabotti di Gubbio, (1) Abbadessa delle Monache della Congregazione del Beato Sperandio, Abbate di S. Pietro di Gubbio, e Riformatore della Regola di S. Benedetto ottenne in queste vicinanze due pezze di terra, come attesta questa antica memoria. An. 1280. Nov. 25. Petrus qu. Petri Andreae donavit Religiosae Mulieri D. Santucciae Abbatissae Generali S. Mariae Sperandei de Agubio, commoranti in Monasterio S. M. de Julia de Urbe duas petias Caneae. Questa Chiesa le fu poi donata dal Gran Maestro de' Templarj Fra Giacomo de Mollayo (2), come apparisce dalla testimonianza di quest'antica memoria. An. 1293, Februarii 4, Frater Jacobus de Mollayo, Militiae Templi Magister, donavit Religiosae Ancillae Christi Sorori Santucciae Abbatissae S. M. in Julia, ejusque Sororibus in perpetuum, Ecclesiam S. II. in Julia, cum domibus, casellis, possessionibus, et juribus ad ipsam pertinentibus, intra Urbem. Ivi solea radunarsi il Capitolo generale, a cui intervenivano la Badessa, e le Mon ache Benedettine degli altri Monasterj soggetti. E siccome per una Bolla di Bonifazio VIII, tutti i Monasterj erano rimasti astretti alla Clausura, così la Badessa generale di S. M. in Julia, impetrò grazia da Clemente VI., di farvi introdurre le Monache, che doveano assistervi, e di poter anch'esse andare in giro, e visitare tutti i Monasterj del loro Ordine. L'ultimo Capitolo Generale, colle sottoscrizioni delle Badesse, e delle Monache, che vi assisterono, fu tenuto nel 1466, come risulta da un documento riportato dal Card. Garampi (3). In segno della sua giurisdizione, usava il Bacolo Pastorale, di cui si trova menzione in una Carta del 915, ed in un'altra del 960, presso il Muratori (4) ·

Nel 1355. Innocenzo VI ingiunse con sua Bolla a Rinaldo Card.

(1) Vita B. Santucciae Abbatissae, propagatricis Congregationis B. Sperandei regula Divi Benedicti, e Mss. monumentis, cum notis. in T. III. Martii Bolland. p. 562. 364. Avverte il Card. Giuseppe Garampi nelle Memorie della B. Chiara da Rimini pag. 386, che nelle Carte del 1270, 1271, 1273 vien chiamata Santutia Dñi Terrabotti de Eugubio. V. Dissert. XV. sopra il Monastero, e Religione delle Santuccie p. 382, 392. 552. (2) Francisci Mennenii Equestrium ordinum Symbola, et origines. 4. Pierre Messie des Templiers, dans ses Leçons par Cl Cruget. Lyon 1592 p. 185. 191. Instituta, et regulae Ord. Militum Templariorum, in Prosp. Bellarsii Regulis Ord. Monastic. Duaci 1626. p. 469. 489. Egidii Strauchii Disputatio historica de Ordine Militum Templi. Witteb. 1669. Io. Christ. Wichmastausen Disputatio de extinctione ordinis Templariorum. Lips. 1687. 8. Pierre du Puy Inst. de la condemnation des Templiers, dans l'Histoire de France. Paris 1700. p. 11. 226. a Bruxelles chez Pierre Foppens 1713. 1751., et in Iac. Aug. Thuani Opp. T. VII. p. 83. Lond. 1733. fol. Godef. Guil. Leibnitii Mantissa Codicis Juris gentium. Hanov. 1708. fol. T. II. p. 79. Catalogo des Mestres de l' Orden de Templo pur lo Padre Fr. Lucas de S. Catharina. V. na Colleczaon des documentos da Academia Portugueza an. 1722. num. 14. Lisboa 1722. fol. Le Jeune Histoire critique, et apologetique de l'Ordre des Chevaliers du Temple de Ierusalem, dits Templiers. A Paris chez Guillot 1789. 1805. T. II. 4. Bercastel Hist. de l'Eglise T. XIII, p. 262.

(3) Memorie della B. Chiara p. 39o.

(4) Antiq. Ital. T. V. col. 525. e 535.

di S. Adriano, che difendesse, e conservasse sotto una particolar custodia i Monasterj fondati da Suor Santuccia, che da Monsig. Antonio Fonseca (1) si asserisce, esser defunta nel 1305, e sepolta nella Chiesa di S. Anna de' Funari, che da lui non meno che da Gio. Batt. Bovio (2), erroneamente si suppose, essere la stessa di S. M. in Julia; avendo ambedue incautamente seguite le autorità del Torrigio (3), del Panciroli (4), del Martinelli (5), e del Ciampini (6).

Nel 1379. a' 6 di Settembre fu fatta donazione unius domus Sorori Angelae Abbatissae S. Mariae, juxta, prope flumen a latere Insulae Licaoniae de Urbe.

Poscia Urbano VI, con Bolla dei 17 Novembre nel 1381 soppresse l'Arcipretura, ed i Canonici, che per la tenuità delle rendite non poteano sussistere, nè risarcire la Chiesa, ch'era rimasta tutta scoperta; ed assegnò con tutte le entrate la Chiesa alle Monache, obbligandole a ristaurarla, ed a mantenervi un Curato per l'amministrazione della Parrocchia. An. 1381, 37. Nov. D. Urbanus Papa VI, instante Abbatissa de Canto fluminis (7), suppressit Archipresbyteratum, et Canonicos S. Joannis de Licaonia, et Ecclesiam cum bonis dicto Monasterio S. Mariae univit.

In un Istrumento rogato da Pietro Pantaleoni l'anno 1393, e riferito da Teodoro Amidenio, nelle memorie della Famiglia Capizucchi, si legge Permutatio Terrarum cum Aquimolo, facta per Ven. Monasterium, et Abbatissam Eccl. S. Mariae juxta flumen de Insula Licaonia Urbis, cum clausura Dnam Angelam Butii Maristelli dell' Abbruziato, Dnam Laurentiam Tutii Mancini, omnes Moniales dicti Monasterii, et nobiles viros D. Franciscum Jacobelli Jo. Paulum de Capisucchis, de regione Campitelli, et Lelium Petrutii Palutii de dicta regione, et Antonium Andream Gratiani de Perleonibus de regione S. Angeli.

Bonifazio IX a' 13. Novembre 1402 ordinò, che la Badessa, e le Monache di S. M. nell' Isola restassero soggette alla Badessa delle Monache di S. M. in Julia.

(1) De Basilica S. Laurentii in Damaso. Fani 1745. fol. de Ecclesia S. Mariae Juliae p. 371.

(2) La Pietà trionfante. Roma 1729. presso Girol. Mainardi fol. S. M. Giulia p. 164. (3) Storia del Martirio di S. Teodoro C. XV.

(4) Tesori nascosti Rione II. Chiesa 1.

(5) Roma ex Ethnica sacra p. 60. 376.

(6) De S. R. E. Vicecancellario. Romae typ. Bernabò 1697. de Eccl. S. M. Juliae P. 178.

(7) Questa denominazione è consimile a quella di S. Biagio della Pagnotta, chiamato de Cantu secuto, la quale, quantunque abbia avute altre interpetrazioni, pure da alcuni si è creduto, poter ancora significare secus cantum, lungo la via, ovvero seguendo la via. V. Garampi B. Chiara p. 393. 54., e la mia Opera de Secretariis Christianoac veteris, et novae Bas. Vat. T. IV. p. 1852.

rum,

Questa Bolla fu confermata da un'altra d' Innocenzo VIII nel Luglio del 1485, con la quale prescrisse, che il Monastero di S. M. in Julia fosse capo di tutti gli altri. Lo stesso Pontefice nell'Ottobre del 1488 unì ad esso anche il Monastero di S. Ambrogio della Massima (1), per essere ivi rimasta una sola Monaca.

Leone X. nel Marzo del 1513, e Giulio III nel 1554 ne confermarono i privilegj .

11 Panciroli (2), e gli Annali de' Servi di Maria (3), fanno menzione di questa Chiesa, indicata dal Fulvio (4), con questi versi, riferiti anche dal P. Casimiro da Roma (5).

Nunc ubi Virgo parens, et Bartholomaeus ibidem,
Tibridis in ripa, Templis venerantur in altis.

Dal Mazzocchi (6) si chiama S. Maria Monialium in Insula Ti

berina.

Ma il medesimo Monastero col suo Archivio fu miseramente saccheggiato nel 1527, e le Monache furono costrette di ricoverarsi altrove.

Quantunque poi vi ritornassero, nondimeno per le frequenti inondazioni del Tevere (7), e per la soggezione dello stesso Monastero esposto alla vista de' circostanti, de' circostanti, senza che per la troppo grave spesa si potesse tornare a cingerlo di mura per rimettere le Monache in libertà, Gregorio XIII, a' 23. di Settembre lo trasferì, e l'incorporò a quello di S. Anna de' Funari, nelle di cui memorie fu registrato. Anno 1573, 23 Novembris. Gregorius Papa XIII, propter crebras Tiberis inundationes, et murorum corrosiones, Monasterium S. Mariae, alias S. Joannis Calocitae, sive de Licaonia in Insula Urbis suppressa Abbatissa, Moniales transferri jussit ad Monasterium S. M. in Julia, alias S. Annae, cui univit bona et jura.

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Queste espressioni chiaramente dimostrano, che all' antica Chiesa di S. Maria rimase il Titolo di S. Gio. Calibita, e che quello di S. M. in Julia passò con le Monache a quello di S. Anna de' Fu

(1) Notizie dell' Origine, e delle antichità del Ven. Mon. di S. Ambrogio della Massima. Roma 1755. 4. p. 18.

(2) Tesori nascosti p. 471.

(3) T. I. p. 198.

(4) De antiquit. Urbis L. II.

(5) Memorie dei Conventi de' Frati Minori della Prov. Rom. p. 271. ove tratta della Chiesa, e del Convento di S. Bartolommeo nell' Jsola.

(6) Martinellus in Roma Sacra p. 372.

(7) Dal 1379, in cui le Monache entrarono in possesso di questo Monastero, fino al 1572, in cui ne uscirono, ne trovo annoverate sette nel Tevere incatenato di Filippo M. Bonini. Rom. 1663. 4. Nel 1412. p. 55, nel 1476. p. 54. nel 1495. p. 55. nel 1514. p. 58, nel 1530. p. 59, nel 1557. p. 62, nel 1572. p. 63. Ivi si riportano le diverse Iscrizioni poste in varj luoghi di Roma per memoria dell' altezza, a cui giunsero, e del tempo, in cui durarono.

nari, di cui il Canonico del Sodo p. 42. ha laciata questa descrizione. La Chiesa di S. Gio. Collavita sta nell'Isola Licaonia. Questo Santo fu Monaco, Pellegrino, tutto il tempo della vita sua, il quale era gentilomo Romano (1). In questo luogo già vi erano Monache dell' Ordine di S. Benedetto, le quali furono congiunte con quelle di S. Anna. Dipoi v'è stata la Compagnia della Nazione Bolognese; e in altro luogo. S. Anna Madre della gloriosa Vergine. Questa Chiesa è vicina alli Funari. Qui è un venerando Monastero di Monache dell'Ordine di S. Benedetto, sotto la cura del Vicario del Papa. In detta Chiesa vi è un'immagine della Madonna (2) di molta devozione, qual ha fatto, e fa molti miracoli, qual immagine fu traslatata dall' Isola Licaonia. Vi si fa la Festa per la Natività, e Visitazione della Madonna, e anco di S. Anna. V'è un numero di Reliquie tra le quali la Corona di S. Francesco, di Paola. Ora vi risiede l'Ospizio de' Poveri abbandonati sotto l'invocazione della Santissima Annunziata.

CAPO II

l'ac

Pellegrinaggio di una Confraternita di Bologna nel 1575 per quisto del Giubileo, e fondazione nella Chiesa di S. Gio. Calibita dell' Arciconfraternita della Nazione Bolognese, sotto l'invocazione di S. Giovanni Apostolo, ed Evangelista, a Porta Latina.

Nel 1575, per la ricorrenza dell' Anno Santo, molti Bolo

gnesi vennero processionalmente in questa Città a prendere il Giubileo descritto da Raffaelo Riera (3), e da Angelo Pientini (4). Questi, dopo di aver narrato p. 51, che vennero tre Compagnie di Bologna, così descrive l'ingresso di una di esse. Piacque grandemente a chiunque la vide anco quella di Bologna, sì perchè ella era d' Huomini 300, et secondo che si diceva, tutti nobilissimi; sì perchè vestivano di

(1) Vita S. Joannis Calybitae, auctore anonymo ex Ms. Graeco Bibl. Vat. cum commentario praevio Io. Bolland. in T. I. Ianuar. p. 1029. 1035. Alia ex Ms. graece lati

na,

ne versa a Card. Sirleto, apud Surium die 25. Ianuar. et apud Bollandum p. 994. (2) Bartolommeo Cavarozzi del Crescenzi Viterbese vi dipinse un Quadro di S. Ancon la Madonna, e Gesù sopra l' Altare. Narra il Vasari Par. III. p. 357. nella vita di Pierino del Vaga, che fece nel Monastero delle Monache di S. Anna una Capella a fresco con molte figure. Il Pascoli nel T. I. p. 220. nella vita di Giuseppe Passeri dice, che colori la volta della Chiesa di S. Anna de' Funari; e alla pag. 3o9. in quella di Carlo Rainaldi, che rinnovò la Cappella Maggiore della Chiesa delle Monache Benedettine di S. Anna.

(3) Istoria utilissima, e dilettevolissima delle cose memorabili passate nell'alma Città di Roma l'anno del gran Giubileo 1575.

(4) Opere più memorabili fatte in Roma nel 1575. Firenze 1583. 8. p. 75. Viterbo per Agostino Colaldo 1575. 8. p. 93.

candida, e sottilissima tela, con una Croce d'oro nel Cappuccio, con bavari guarniti d'argento, cappelli neri ornati di passamano di varj colori, bordoni la metà inargentati, et con due veli di seta, veli di seta, l'uno nero, l'uno nero, e l' altro bianco. Et oltre a ciò le dava grazia grande, prima l'esservi da ot to, o dieci giovani benissimo disposti, tutti vestiti di scarlatto, i quali andavano con gran maturità appresso il Gonfalone per portarlo, io stimo, scambievolmente, et ajutare a reggerlo, quando per conto de venti fosse stato di bisogno, et poi l'avere una musica di suoni, e di canti forse non men bella di qualunque altra, che ci venisse.

Alcuni di loro restarono stabilmente in questa Città. Di due di essi è rimasta questa memoria in un muro del Chiostro di S. Gio. Calibita, riportata dal Galletti, Inscr. Bon. CLI. n. 3.

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RELIGIOSO · QVI · CONSECVTO

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OB QVOD ROMAM VENERAT

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ANNO MDLXXV VI NON · OCTOBR·

VIXIT ANN LXIX•

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IO

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10 BAP • FILIO

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QVI OBIIT MDLXXVIII · NON · APRIL·

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Nello stesso luogo si legge ancor questa di un altro Bolognese defunto due anni dopo il Giubileo ibid. cxxviii. n. 1.

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