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fini nobilium Romanorum. Come a disteso potrà vedersi al N. 1. dell' Appendice p. 353.

Inoltre furono fatte varie convenzioni con la Nazione Teutonica, per l'appoggio del suo Palazzo, e delle sue adjacenze, alla nostra Chiesa; ed anche pel ritorno di tre oncie dell'acqua Paola, che le spettava, dalla Tazza del Fontanone di Ponte Sisto; e intendone varie memorie nel Libro della Colletanea di S. Petronio, da' 31. Luglio 1661. fino ai 29. Sett. 1689.

Questi beni formarono una porzione di quelli, che nella soppressione di questa Parrocchia, trasferita ed incorporata con quella di S. Salvatore in Campo, furono assegnati col Breve indicato di Gregorio XIII. alla Confraternita.

Nello stesso libro degli antichi Istrumenti sono registrate quest' altre memorie. 2. Aprilis 1565 Joh. Ant. Francisc. de Naro ad fabricandum domos in Emphyteusim perpetuam locaverunt quondam Illmo D. Lutio Lilio, et ejus uxori, nec non illmo D. Cap. Vincentio de Vetera.

Torquato, e Valerio della Vetera venderono a' 4 Luglio ad Antonio Naldi Bolognese per Scudi 830, una loro Casa, in faccia la Chiesa de' Greci. Anche quest' altri beni acquistati dalla Confraternita, mentre risiedeva a S. Gio. Calibita, restarono, come vedremo, in dominio della medesima, di là trasferita in quest' altro luogo.

Questa Chiesa fu chiamata ancora S. Tommaso della Catena; perchè vi era una Compagnia, i di cui Fratelli si disciplinavano, con una catena di ferro, come attesta il Panciroli (1). Ognun sa, che i Flagellanti (2) detti ancora Battuti, o Disciplini s'introdussero nel

dre Theutonique. Paris le Veuve Vafed. 1789. T. VII. 8. Vicino alla Chiesa de' Bolognesi esiste il Palazzo, che apparteneva al Gran Maestro di quest' Ordine. Il Diario del Chracas N. 864. 12. Apr. 1783., riferisce, che l'Arciduca Massimiliano G. M. dell' Ordine Teutonico, nella mattina del Sabbato 5, passò al suo Palazzo, nel di cui ingresso si trovò a riceverlo il Sig. Avv. Alessandro de Bonis, suo Agente, ed il Sig. Baron D. Paolo Foncet de Bardonnanche, Consigliere Elettoral Palatino, abitante nel primo Appartamento. Ivi S. A. R. passò prima a vedere il Giardino, e indi minutamente tutto il Palazzo, fermandosi per qualche tempo nella Sala, detta dell' Accademia, che oltre essere assai vasta, è adorna di Busti, rappresentanti varj Personaggi, opere del Cav. le Brun, ed altri celebri Maestri. Nel Lunedi 7. L' Architetto Sig. Carlo Antonini cbbe l'onore di presentargli nel Palazzo di Villa Medici, la Pianta, ed il Prospetto del Palazzo dell' Ordine Teutonico, che fu molto gradito da S. A. R. Il mio amicissimo Cav. Tiraboschi a' 14. di Maggio nel 1792, mi scrisse, per richiedermi le notizie di questo Palazzo, che io gli trasmisi, per soddisfare le richieste di un bravo Liegesc (non Patriotto), che ha già stampata la Storia dell'Ordine Teutonico in otto tometti in 8., e che vorrebbe aggiungervi un' appendice su gli stabilimenti dell'Ordine stesso in Italia, intorno a che mi è già riuscito di trovargli molte notizie. Il medesimo Palazzo è stato acquistato nel 1809., dal benemerito Šig. Vincenzo Sinibaldi, che vi ha eretto un amplissimo Lanificio, per fabbrica di Panni, Castorini, Droghetti, e Peloni, di cui tiene lo spaccio in un' Officina, aperta sul Cantone.

(1) Tescri nascosti. Di S. Gio. de' Bolognesi p. 554.

(2) Nic. Wolschoendorff. Disquisitio Historico-Theologica de Secta Flagellantium

l'Italia nel 1260, correndo per le strade, di Città in Città, ed aspramente flagellandosi, con implorar perdono, e pietà de' loro falli, ad alta voce, e con calde lagrime (1). Ma poi cessato l'uso della pubblica flagellazione, per impedirne gli abusi, che n'erano derivati, s'introdusse il costume, molto più lodevole, di unirsi in luogo determinato, per esercitare privatamente degli atti di penitenza, tra' quali il principale era quello di flagellarsi. A questo ascrive il Muratori (2) la prima origine delle Confraternite, o Compagnie, dette perciò de' Battuti. Una di queste dovea esser quella, che avea fissata la sua residenza in questa Chiesa; la quale era una delle antiche Parrocchie, in cui nel Giovedì Santo solea rappresentarsi il Sepolcro, custodito da Uomini, vestiti da Soldati, che per la loro singolarità attiravano un gran concorso di spettatori.

Nè Libri della Visita di Urbano VIII, (3) espressamente si dice Ecclesia S. Joannis Evangelistae, alias S. Petronii, Nationis Bononiensis, quae olim erat Parochialis, sub nomine S. Thomae de Catena, in regione Arenulae sita. Il Martinelli, riparlando in altro luogo di questa Chiesa (4), la chiama S. Thomae de Catena, nunc S. Johannis, Notionis Bononiensis. Erat Parochialis sub Titulo S. Laurentii in Damaso, di cui era filiale, come si ricava dal registro delle medesime, riportato dal Ciampini (5), dal Bovio (6), e da Monsignor Angelo Fonseca, Vescovo di Jesi (7).

Auche Tommaso del Sodo, Canonico di S. M. in Cosmedin, scrisse (8), che S. Tommaso della Catena, vicino per fianco al Palazzo del

Lips. 1636. 4. Jac. Boileau Historia Flagellantium et de recto ac perverso Flagellorum usu apud Christianos. Paris 1700. Joan. Bapt. Thiers Critique de l'Histoire des Flagellans et Justification de l'usage des Disciplines volontaires. Paris 17 3. 1705. 8. Jo. Fra. Mayerus de Flagellatione spontanea. Griphis. 1715. 4. Muratori delle Pie Confraternite de' Laici, dell' origine di esse, de' Flagellanti, e delle Sacre Missioni. Nella P. II. delle Diss. sopra l'Antich. Ital. Rom. 1754. p. 343. Ireneo Affò della Chiesa di S. Maria della Disciplina. Nelle antichità, e pregi della Chiesa Guastallense. Parma 1774. p. 120., e nel T. III. della Storia di Parma p. 256., e nel IV. p. 317. Nel Voyage en Italie de M. Duclos a Lausanne chez Jean Mourer 1791. 8. p. 1881., si descrive la Disciplina, che suol farsi una sera la settimana, a' lumi nascosti, nell' Oratorio del P. Gravita, descritto da Gio. Batt. Memmi nelle origine, e progresso dell' Oratorio della SS. Comunione Generale, e degli Uomini illustri, che in esso fiorirono. Roma 1730. 4. e nel Mercato pag. 213.

(1) Script. Rer. Ital. T. VI. col. 547. VIII. col. 712. IX. col. 704. X. col. 65. (2) Ant. Ital. T. VI. col. 474.

(3) Cod. Visit. T. II. fol. 773. sub die 2. Martii 1626.

(4) Roma ex Ethnica sacra p. 484.

(5) De Vice Gancellario p. 203.

(6) La Pietà Trionfante su le distrutte grandezze del Gentilesimo, nella magnifica fondazione dell' insigne Basilica di S. Lorenzo in Damaso. Roma 1729. fol. p. 186. (7) De Basilica S. Laurentii in Damaso. Fani 1745. fol. p. 315.

(8) Compendio delle Chiese di Roma, scritto nel Pontificato di Sisto V. e dedicato a Pietro Orsino, Vescovo di Spoleto p. 341.

Duca (1) in strada Giulia, già Parrocchia, oggi si rifà tutto di nuovo dalla Compagnia della Nazion Bolognese, e maggiore in bel disegno, qual Compagnia stava a S. Gio. Calibita all' Isola, sotto l'invocazione di S. Gio. Evangelista.

S. Thomas de Catena chiamasi questa Chiesa anche nella Pianta di Roma di Gio. Batt. Nolli (2) al num. 133, che poi al n. 713 dicesi S. Gio. Apost. e Petronio de' Bolognesi

se,

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Scherza su questo titolo della Catena, Andrea Mariani Bolognesul gusto del suo secolo. Ma essendo un Autor Nazionale, merita ciò non ostante, che se se ne riporti tutto l'intiero passo (3). Et tu, Bononia, tres amplissimos Proceres, Johannem, Thomam, et Petronium, hoc templo, nec ingenti, nec absoluto, coarctasti. Pendet opus interruptum vicinis obsessum aedificiis. Et quid profuit Petronio, tum novis moenibus protulisse Pomoerium? Templis, et Sacris Civitatem ditasse? Imperatoriis muneribus auxisse Gymnasium? ita ut ex nido Philosophorum evaderes in Juris Oraculum; si demum tanti benefactoris merito Templa rependis imperfecta? Athenarum gloriae substitui gloriosum, moribus succedere indecorum. S. Thomae de Catena.

Eligis in titulum tibi, Felsina docta Catenas

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Sat sapis, obsequio quae capis apta tuo.

Felsineos muros auri cinxisse corona

Rex Sardus voluit; nec tamen obtinuit (4) •

(1) Così chiamavasi in que' tempi il Palazzo Farnese. Gaspare Celio nelle Memorie dell' Artefici delle Pitture, che sono in alcune chiese, Facciate, e Palazzi di Roma. Napoli 1638. 12. p. 129. descrive le Pitture del Palazzo, detto del Duca.

(2) Nella Chiesa di S. Dorotea si legge questa Iscrizione riferita dal Chraces N. 6120.

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(3) Ruinarum Romae Epigrammata. Bononiae 1641. 12. p. 132.

(4) Nel mio Colombo p. 278. ho riferito, che Federico II. Imp. esibì tanta quantità di oro, quanta ce ne fosse voluta, a cingere tutte le mura di Bologna, per riscattare il suo figlio Enzio Re di Sardegna, e di Corsica, lor Prigioniero, che, non ostante sì strabocchevole offerte, ricusarono di liberare, e che, dopo la cattività di 22. anni, 9. mesi, e 16. giorni, cessò di vivere in Bologna, come attesta un' Iscrizione scolpita in bronzo, ed ivi posta nel 1232., acre pub. Joan. Franc. Aldovrando Dictatore, che si riporta da Franc. Swertio nelle Christ. Orbis Deliciae p. 367. ove si legge, tantum auri pro redimendo Filio polliceretur, quantum ad moenia Bononiae circulo aureo cingendą sufficeret. Ma l'offerta di questo cerchio d'oro, benchè ripetuta da molti Autori esteri, e nazionali, dee ritenersi per favolosa.

Nulla corona tibi par est; tibi nulla catena;

Aurea, nulla satis; ferrea nulla, nimis.

In catenis, et in sepulchris inventi olim Bononiae Sapientes, vel scilicet pluteis alligati, vel tumulis compressi. Fragor cadentium aquarum ab apposito specu (1), commixtus murmuri vicini Pontis, innuit Janiculensem Pontem, olim disjectum, Sixti IV. liberalitate compositum, et Transtiberinum fontem super Tiberim a Paulo V. deductum.

Fu in questa occasione, soppressa la Parrocchia, che già si era ridotta soltanto a 18 Famiglie, ed allora dirette dal Parroco Andrea Chalibeo. La medesima fu incorporata a quella di S. Salvatore in Campo (2), essendo stata assegnata una parte delle sue rendite al Collegio dei Beneficiati de' SS. Lorenzo, e Damaso, con Bolla di Gregorio XIII, spedita da Frascati a' 13 di Giugno nel 1581, e diretta al Card. Alessandro Farnese Vice-Cancelliere, e Titolare de' SS. Lorenzo, e Damaso, che sarà da noi riportata al Num. III. dell' Appendice p. 352, essendosi ai 26 di Giugno prestato l'opportuno consenso a questa soppressione, translazione, e concessione dal suddetto Parroco Andrea, da Monsignor Vincenzo Casali Governatore, da Bernardino Curioni, Camerlengo, e da Gio. Guidetti Deputato dell'Arciconfraternita. Ivi fu prescritto, che entro la Chiesa s'innalzas

(1) Allude al grossissimo Capo d'acqua, diramato dal Fontanone di S. Pietro in Montorio, che corre di nascosto sopra gli archi del vicino Ponte Sisto, e casca prima in una picciola conca, da cui si scarica nella sottoposta Vasca, che resta entro un grande, e maestoso Nicchione. V. Cassio corso dell' Acque. T. I. 479. Mercato p. 68.

(2) Franc. Maria Torrigio nella sua descrizione Ms. della Chiesa di S. Niccolò in Carcere riferisce le seguenti Notizie. Come altri hanno confuso la Chiesa di S. Salvatore in Campo, demolita per fabbricarne un' altra, in miglior forma, per ampliare il Sacro Monte di Pietà l'anno 1639. Chiesa molto antica, della quale nella Rubricella citata, ho trovata la seguente nota, che per non defraudare il lettore di questa curiosità mi è parso di qui notare, et è tale cavata dall' originale. S. Salvator in Campo. Li 10. Decembre Monsignor Latino Card. Ursino ne commandò ad me Fra Antonio Ro◄ mano, Frate dell'Ordine di S. Francesco, di assegnare per inventario tutte le robbe, mobili, e stabili appartenenti a S. Salvatore in Campo, e dare piena informazione de omnibus allo Priore, e Monaco della Badia di S. Salvatore, della Diocesi di Kieti. Li consegnai una Croce con Calice, et un Braccio di San Patrizio di argento. Item tutte le Case, che furono abbruziate dallo muro della Casa degli Anglisi, perfino allo Muro dello Chiostro di Renzo Barbarino si della detta Chiesa. Item l'Horto, che fè Renzio Barberino, paga una libra di Candele l' Anno. Idcirco cgo Frater Antonius, qui supra manu propria. Di questa Chiesa parla Pietro Moretti de ritu dandi Presbyterium p. 63. Narra il Baglioni nelle vite de' Pittori p. 170. Fu d'ordine d'Urbano VIII. edificata la nuova Chiesa di S. Salvatore in Campo appresso il Monte della Pietà; e sotto di lui è stata anche ingrandita la fabbrica del Palazzo dell' istesso Monte, Architettura di Francesco Paparelli Romano. Leone Pascoli nelle Vite de' Pittori p. 53. riferisce che il Pittore Gio. Domenico Cervini finì l'ultimo di Aprile di vivere nel 1581. e fu sepolto in S. Salvatore in Campo. Nel T. II. p. 337. aggiugne, che mori Bonaventura Lamberti, ed il suo cadavere portato in S. Salvatore in Campo fu onorevolmente sepolto. V. Jo. Ciampini de Eccles. S. Salvatoris in Campo p. 193. de S. R. E. Vicecancellario. Romae 1697. Bovio Pietà trionfante p. 179. Fonseca de Basil. S. Laurentii in Damaso p. 251. 351. In memoria dell' ampliazione del Monte di Pietà, e della riduzione delle Case contigue a forma di un' Isola, vi fu posta questa Iscrizione.

se un Altare con le Immagini de' SS. Tommaso, e Lorenzo; e che fuori della Porta si dipingesse quella del primo alla destra, e l'altra del secondo alla sinistra di quella di S. Gio. Apost. ed Evang., che dovea stare in mezzo ad ambedue. Ma quest' ordine non fu eseguito, come ho avvertito nel Mercato p. 113.

CAPO VIII

Generosi sovvenimenti di LXXXI. Bolognesi, dimoranti in Roma, pel ristauro della nuova Chiesa della Nazione, ed annui, e mensuali assegnamenti pel suo stabile mantenimento.

Spiced in questa circostanza la segnalata pietà, e generosa

beneficenza di 81 Bolognesi, che allora trovavansi domiciliati in questa Città. Poichè, come rilevasi da una Nota originale, fortunatamente da me rinvenuta, oltre l'obbligo, che assunsero, di somministrare ripartitamente per un triennio la somma di Scudi 684, improntarono per le prime spese del riattamento della nuova Chiesa la cospicua somma di Scudi 1134 50. Onde a perpetua memoria della loro pia munificenza, godo di poterne pubblicare l' Elenco, illustrato con varie Note, al N. IV. dell'Appendice p. 359, e con le Iscrizioni di quelli fra di loro, che sono rimasti sepolti

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ATQVE AD DIACONIAE S. LAVRENTII IN DAMASO
SIMVLOVE AD FARFENSIS COMM. JVRA SPECTABAT
VRBANI VIII. P. M. CONCESSV

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ET FARFENSIS · COMMEND. FRANCISCI BARBERINI
S. R. E. DIAC CARDINALIS

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TIT S. LAVRENTII IN DAMASO VICECANCELLAR ASSENSV

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