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naria, nella Domenica, avanti l'Ascensione con molto apparato e concorso di Popolo, incominciandosi dalla Domenica antecedente alle Rogazioni fino a tutto il giorno dell' Ascensione, esponendosi il Venerabile, e dandosi con esso la Benedizione.

Di fatti nel 1752 per cinque giorni fu esposta netl'Altar maggiore, ornato di velluti con frangie d'oro, l'Immagine della B. V. ad imitazione di ciò, che si prattica in Bologna per le Rogazioni (1). In ciaschedun giorno si fece l'espozione del SS. Sagramento; e dopo la recita del Rosario, e delle Litanie fu data la Benedizione dal Signor D. Filippo Vernizzi, Prevosto della Cattedrale di S. Petronio, essendosi posto fine al pio esercizio col canto del Te Deum.

La stessa divozione per implorare una fertile Raccolta, fu replicata nel 1755, e nel 1769 per le stampe di Paolo Moneta. Fu pubblicato da Agostino Moneta un foglio volante col presente titolo, facendosi commemorazione delle Sagre Rogazioni nella Ch. de' SS. Gio. Evang., e Petronio della Natione Bolognese. Sonetto dedicato all' Emo, e Rmo Sig. Card. Cesare Facchinetti (2) Protettore. Si allude ad un' Immagine di M. V. dipinta da S. Luca Evangelista, posta sul Monte della Guardia di Bologna, e un ritratto di essa, che si espose nella Ch. de' SS. Gio., e Petronio della Natione Bolognese di Roma.

Carcere detenti calicem hunc cum toreumate, ob adeptam libertatem, voto debitum D. D. D. utque idem sit perenne grati animi erga Bononienses monumentum, a quibus in calamitate humanissime excepti, liberalissime omni officiorum genere sunt recreati. Vovimus. alma. Parens. tetro. sub

Parvi operis

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carcere. vincti

Compede. nunc. fracta. solvimus. ex animo
munus parvum sed amabile • signum,
Quod Christus moriens obtulit ipse Patri.
Prospetto Storico dell' Immagine di S. Luca. Bologna pel Franceschi 1803.

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(1) Con questo vocabolo si chiamano le Processioni, o Letanic minori, diverse dalla maggiore, per la Festa di S. Marco, che per tre giorni si premettono alla solennità dell' Ascensione. Sidonio Apollinare nel L. V. epist. 14. le dice instituite da S. Mamerto Arcivescovo di Vienna nel Delfinato, nel Sec. V. per una pubblica calamità, e infestazione di Lupi, come confermasi in un' Omilia di Alcimo Avito. Lo stesso Sidonio nella Lett. I. del L. VII. S. Cesario di Arles nel Serm. 373, nell' Append. de' Sermoni di S. Agostino, dell'edizione de' Maurini, e 'l Concilio d' Orleans dell' ann. 511, ci notificano, che quest' uso fu trasportato nell' altre Provincie della Francia. E però sotto Leone III. le Rogazioni, per essere state introdotte nelle Gallic, furon chiamate Litania Gallicana. Si fa menzione di esse in una lettera d'Innocenzo III. all' Arciprete, ed a' Cherici della Pieve Aretina, presso il Vezzosi nel T. IV. p. 100. delle Opere del Card. Tommasi. In Roma fu tralasciato il digiuno, non adattato alla letizia del Tempo Pasquale, benchè comandato dal mentovato Concilio d' Orleans, il quale però ingiunse, che i servi fossero esenti dall' obbligo delle opere servili, per poter interveniree cogli altri alle sacre funzioni. Tuttavia nel XIII. secolo la Chiesa Romana si asteneva in questi tre di dalle Carni, cibandosi di uova, e di latticinj, fuori della Vigilia dell'Ascensione, in cui osservava il digiuno, che però non fu poi continuato. Dalla Chiesa Ambrosiana si celebrano le Rogazioni, dopo l' Ascensione, per potervisi preparare coll'astinenza del digiuno.

(2) Ciaccon. JV. 621. Palagi IV. 299. Cardella VII. 28. Novaes IX. 284. Fiazza Gerarch. Cardin. 40. Borgia Episc. Velitern. 526. Ughelli Ital. Sacr. II. 881. Fantuzzi Scritt. Bol. 285. Fabrini in Append. p. 17.

Qui vera deità dal Ciel discese,
L'angelica beltà, gli atti divini
Fur di Luca i colori oltramarini,

Scelse le tempre, e in Ciel da Dio le tese.
Quivi del Sol, e delle Stelle ei prese,
Spargendo al Felsineo li biondi crini,
E dà più puri Spirti a Dio vicini

Diè in Guardia al Monte, ove Maria discese,
Deh lascia, o Padre, al tuo Petronio cura

La figlia, che in Giovanni hoggi si onora
La Madre, e Sposa, di chi oprò natura.
Apel celeste, il tuo desio ristora;

Maria è il disegno, e nell' idea misura,
Quanto al paterno Ren facesti Flora.
Di Agostino Volta.

In Roma per Paolo Moneta MDCLXIX.

....

Dopo la morte del Card. Monti, l' Archiconfraternita scelse per suo Protettore il Card. Gian. Jacopo Millo, aggregato alla nobiltà di Bologna (). Egli venne a prendere possesso in fiocchi, e con numeroso corteggio. La funzione fu eseguita ai .......... di Dicembre nel 1754 con ogni solennità, si nell' interno, che nell' esterno apparato della Chiesa, che nelle altre giulive dimostrazioni di musica, concerti di strumenti da fiato in due Palchi eretti per la strada, sparo de' Mortaletti, e rinfreschi copiosissimi.

CAPO XXX

Recita di 40 Ave Maria, e di 40 benedizioni, da' 29 di Novembre fino ai 23 di Dicembre, in preparazione alla Solennità del Santo Natale, ad imitazione di S. Caterina da Bologna. Unione di 150 Sorelle all' Archiconfraternita.

Fra le più divote prattiche di pietà, introdotte in questa

Chiesa, merita di essere annoverato il divoto esercizio della recita delle 40 Ave Maria, e di altrettante benedizioni, instituito da Santa Caterina, in preparazione del SS. Natale, da' 29 di Novembre fino ai 23 di Dicembre (2); o dalla Festa di S. Andrea Ap. ai 30 No.

12

(1) Galletti p. LXIV. n. 164. Cardella T. IX. pag. 48. Novaes T. XIV. p. 231. Fabrini p. 305.

(2) Ordine, che si deve tenere nel recitare le 40. Ave Maria, in onore del parto di M. V. ad imitazione di S. Caterina di Bologna, nella Ch. della Ven. Archiconf. de'San

vembre fino alla Vigilia di Natale. Questo divoto esercizio fu praticato dalla S., la quale solea recitare Tooo Ave Maria nella noite stessa del SS. Natale di N. S. G. C., come si narra nella sua vita stam

pata in Roma presso Franc. Gonzaga nel 1712 nel 1. 4. c. 16. pag. 321, e nella ristampa fattane in Venezia presso il Baglioni nel 1717 c. X. p. 3o6. n. 186.

In essa leggesi il seguente miracolo, che fu uno degli approvati dalla S. C. de' Riti per la sua Canonizzazione. Nel Monastero del Corpo di Cristo di Bologna, fu assalita Suor Maria Geltrude da febbre acuta con fierissimi sintomi. Furono chiamati due Medici alla Cura, ma nè col salasso, nè co' medicamenti ne poterono temperare l'ardore, che la fece cadere in deliquio, e poi in profondo letargo. Essendosi sempre più aggravata, fu munita de' Sagramenti, dopo de' quali peggiorò, e per due giorni non potè prendere cibo di sorte alcuna. Seguitò a stare in pericolo per 55 giorni, abbandonata affatto dai Medici, che protestavano essere incurabile il suo male. Sopraggiunse frattanto la Vigilia del S. Natale, in cui incominciò a riaversi. Le risovvenne, che S. Catarina soleva in tal tempo recitare mille volte la salutazione Angelica, e concepì una viva speranza di ricuperare la salute, qualora avesse potuto imitarla. Pigliò pertanto la Corona, che le pendea dal collo, e recitò 500 Ave Maria. Ma non permettendole l'estrema sua debolezza di proseguire, si addormentò. Risvegliatasi poco dopo, ne compì il numero, e appena terminò le ultime fortunatissime sillabe del divoto ossequio, che fu compiuta la grazia, ritrovandosi risanata con pienezza di forze. Si alzò da per sè stessa, e vestitasi se ne andò in Chiesa, ove servì di stupendo spettacolo alle Monache, che la viddero genuflessa alle tre Messe, e cibarsi della S. Eucaristia, portandosi con esse in processione alla visita di una sagra Immagine della B. V. alla quale bisognava salire per 40 gradini. Essendo venuta l'ora del pranzo, ando in Refettorio a cibarsi delle communi vivande, e nella seguente Quaresima fu in istato di osservarla con tutto il rigore, con ammirazione universale, e colla deposizione dei due Professori Galeazzo Mansi, ed Alberto Cantoni.

Nel 1726, e nel 1738 furono stampati i libretti di questa divozione, che poi nel 1755 (1) fu eseguita con maggior pompa. In

ti Gio: Evangelista, e Petronio della Nazione Bolognese in Roma, dalli 29. Novembre fino alli 23. Dicembre inclusive, e direzione a que' luoghi, dove si eserciterà in simil tempo questa pia divozione, aggiuntavi un' Orazione da dirsi alla Santa. Bologna 1727. Roma 1753. per il Zempel, e nel 1771. Ogni mattina, un' ora avanti giorno, per una lascita di Monsig. Giulio Benigni, la Campana della Chiesa di S. M. della Pace deve sonare nove tocchi, in memoria de' nove mesi, in cui la B. V. portò nelle sue sacrate viscere il Santissimo suo Figliuolo; e dopo finita la prima Messa, ne dee sonare altri 12, in onore de' 12. Apostoli.

(1) Chracas 10. Agosto 1754. N. 5784. 4. Gennajo 1755. n. 5847.

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oltre a' 15 di Dicembre si principiò la Novena del SS. Natale (1) con fervorosi discorsi del P. Angelo Maria da Osimo Cappuccino, e con la benedizione del SS. Sagramento esposto con copiosa illuminazione, data da ragguardevoli Ecclesiastici Nazionali, e nell' ultima dal Card. Millo Protettore (2). Questa fu replicata nel 1760, con i discorsi del Sacerdote Gaetano Sterbini, Benefiziato di S. M. in Via Lata (3).

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Nello stesso anno 1755 fu solennizzata anche la Festa di S. Caterina con Messa in musica, e con l'assistenza del Sig. Ambasciadore. Il Card. Millo (4) fu a celebrarvi l'incruento Sacrificio; ed il Cardinal Giorgio Doria (5) venne in treno a far visita all' Altare della Santa.

Per approfittare delle Indulgenze accordate, non meno a questo pio esercizio, che a quello delle Rogazioni, e delle 40 ore, si unirono 150 Sorelle, che si esibirono di concorrere con le loro elemosine alle spese necessarie per l'esecuzione delle indicate divozioni. E però dal Governatore, dal Priore, e dal Reggente fu modellata una Patente di aggregazione all' Archiconfraternita per le medesime Sorelle, di cui si troverà copia al N. VIII

CAPO XXXI

Feste fatte nel 1756 per la ricuperata salute di
Benedetto XIV.

Temette Roma di perdere nel 1756 il gran Pontefice Bene

detto XIV, per una pericolosa malattia. Ma poi ebbe motivo di consolarsi del suo perfetto ristabilimento. Si stimò pertanto in obbligo la nostra Archiconfraternita di segnalarsi nell'esternarne la sua gioja. Onde nella sera del Sabbato 1. di Gennajo nel 1757 (6), fu esposto nella sua Chiesa, apparata con gran magnificenza, e illuminata con quantità di cera, il SS. Sacramento. Verso le ore 23. vi si portò in fiocchi il Card. Millo Pro-Datario, e Protettore, corteggiato da tutta la Prelatura Nazionale, e fu ricevuto alla Porta dal Sig. Ambasciadore, che vi era venuto in forma pubblica, in rubbone di oro, e col seguito di tutta la Nobiltà Nazionale. II Cardinale prese i sacri paramenti nella Sagrestìa; e trasferitosi in

(1) V. le mie Notizie della Novena, Vigilia, Notte, e Festa di Natale. Rom. 1789. 8. (2) Chracas 3 Genn. 1756. n. 6003. (3) Ivi n. 6780. 20. Dic. 1760.

(4) Galletti p. 164. n. 164. Cardella T. IX. p. 40. Novacs T. XIV. p. 231. Fabrini P. 305.

(5) Cardella T. IX. p. 12. Novaes T. XIV. p. 62. Fabrini p. 127.

(6) Chracas n. 6162. 8. Gen. 1757.

Chiesa, dopo aver fatta la sua adorazione al Venerabile, intonò il Cantico Ambrosiano (1), che fu proseguito da un numeroso, e scelto Coro di Musici; e poscia cantatosi il Tantum-ergo, diede la triplice benedizione all' affollato Popolo. Intervennero ai Coretti i due Pro-Nipoti di S. S. Monsignor Caprara Governatore di Roma, e la Signora Ambasciatrice di Bologna, con altre Dame di primo rango, che assistevano alla Funzione con tutta la Fratellanza in Sacco.

CAPO XXXII

Esequie del Card. Gianjacopo Millo Protettore, e surrogazione del Card. Antonio Andrea Galli.

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1 fine però dello stesso anno, la medesima Fratellanza fu costretta di celebrare solenni esequie al medesimo Card. Millo, con apparato di lutto, e con Catafalco ricco di cera, alla presenza di tutta la Nobiltà Nazionale, a tenore dell' invito, che ne fu fatto precorrere (2).

In sua vece, prescelse per nuovo suo Protettore il Card. Ant. Andrea Galli, che nel 1758 prese il possesso con gran solennità (3).

CAPO XXXIII

Esequie solenni di Benedetto XIV. nel 1758, ed Iscrizioni,
e Motti allusivi alle sue virtù..

Ma molto più grande fu il suo lutto per la perdita fune

stissima del suo adorato Sovrano, che finì la sua gloriosissima carriera ai 3 di Maggio nel 1758. Egli l' avea ricolmata de' più gran benefizj; benchè non giunse in tempo di eseguire la sua grandiosa idea di acquistare il contiguo Palazzo Teutonico, per la stabile residenza degli Ambasciadori di Bologna, e di ampliare la Chiesa, con formarne la Facciata sopra la prossima strada Giulia, al pari di quella di S. Caterina di Siena. Pertanto per dare qualche sfogo al giusto suo dolore, giovedì agli 11 di Giugno (4), celebrò alla sua santa memoria le più solenni esequie, con gran numero di Messe, con lugubre apparato di tutta la Chiesa, con nobile e maestoso Catafalco, circondato da gran copia di Cerei ardenti, con Musica del Maestro di Cappella Casali, e coll' assistenza del Signor Amba

(1) V. Storia de' Possessi Pontificii p. 537. (2) Chracas n. 6303. 3. Diè. 1757. (3) Ivi n. 6330. 4. Feb. 1758. Guarnacci T. I. p. 153. Cardella T. IX. p. 5o. Novaes T. XIV. p. 232. Fabrini p. 315. (4) Chracas n. 6387. 17. Giugno 1758.

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