PROFESSIONE DI FEDE DELL'AUTORE O PARAFRASI IN TERZA RIMA DEL CREDO, DE' SACRAMENTI, DEL DECALOGO, DEI VIZI CAPITALI, DEL PATER NOSTER E DELL' AVE MARIA. lo scrissi già d'amor più volte rime (1), Perch'io conosco avere speso invano Tutte le cose (g), e da cui tutti i beni Procedon sempre di ben operare (9) (h). Della cui grazia Terra e Ciel son pieni (10), E da lui furon (i) fatti di niente, Perfetti, buoni, lucidi e sereni. E tutto ciò (k), che s'ode, vede e sente, Fece l'eterna sua bontà infinita, E ciò, che si comprende con la mente. E credo, ch' ei l'umana carne, evita Mortal prendesse nella (1) Vergin santa, Maria(11), che co'suoi preghi ognor(m) ci aiE che l'umana(n)essenza tutta quanta (ta(12): In Cristo fosse nostro, santo (o) e pio (13), Il qual veracemente è (a) Uomo e Dio, Simile al Padre(16); e 'l Padre ed esso è uno Questi volendo liberar ciascuno (e), Fu su la santa Croce crocifisso, D'Inferno tenebroso (20), per cavarne Umana, per lor trar dalla (g) prigione, Eretico, e nemico è di sè stesso: Genitum non factum, consubstantialem Pa- 170 Tolto di Croce, e nel sepolcro messo, Sempre in Inferno speri(29) (e) pene e guai Non vi si trova, che son senza fine, Com'è'l Figliuolo: l'uno è all'altro eguale, Che il Padre ed il Figliuolo un solo Dio Con lo Spirito Santo ciascun vale (35) (1): Da questo amore e da quel buon disio Procede questo, ch'è dal Padre e Figlio Non generato o fatto,al parer mio (36) (m); Ma sol di quell'eterno e buon consiglio Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato, passus, et sepultus est. Et resurrexit tertia die secundum Scripturas; El ascendit in Coelum, Sedet ad dexteram Patris: et iterum ventu- (a) e dritto (b) con grazia a suscitar (b) E (g) Alle pene infernai rimedio mai pianti e strida li è sempremai— e strida sempre troverai-e strida li sempre assai aiuti e guardo lo Spirital mauto (*) (i) Ci (k) E quant'è il Padre, è lo Spirito Santo, E quanto è il Figliuolo, e l'uno e l'altro è tale, Ed una cosa è sol di Santi un Santo (1) E vera Trinitade egli è cotale, Qual Padre e Figlio sono un solo Iddio Collo Spirito Santo ognuno iguale-ognuno è tale (m) Lo qual per quell' Amore e buon desio Che dal Padre al Figliuolo eternal regna, Procedente, e non fatto, è al parer mio (Ed. Quadrio) (*) Metaforicamente tutela, difesa: qui pare la grazia dello Spirito Santo (Rigoli). Del Padre e del Figliuol procede, e regna, Non prima l'un che l'altro fosse piglio (a). Chi più sottile (37) dichiarar s'ingegna, Che cosa sia quella divina essenza, Manca la possa, e così il cor ne inde- A ciaschedun d'andar a (k) vita eterna: (sta Che dallo Spirito Santo in noi risplende, E(p) per purgar la nostra voglia ingiusta (49), Tornar potemo (r) alla divina grazia, (zia (53). E' satisfar (54), che dietro a lei s'accoc(ca (55) (u), Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur, qui loquutus est per Prophetas. Et unam Sanctam Catholicam et Apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum Baptisma in remissionem peccatorum. Poenitentia. (a) Questa terzina manca nell'Edizione del Quadrio. (b) a dir cosa si degna (c) pur (d) lo dico (Ed. Quad.) (e) Della grazia di Dio (f) e poi di grazia (g) tutto(Ed. Quad.) (h) Quando sia di peccati alcun più brutto (i) Sanza lo quale (k) in (1) avesse ogni (m) Di diritto disio, e ci governa (n) E del Battesmo amor si forte accende L'ardor (Ed. Quadrio) (0) lui (p) Poi (q) e per nostr' arte (r) potremo (s) dalla sua (t) Il maladetto (u) dietro all' altra scocca (*) (*) Scocca, vale ne vien dietro, ne segue. (Rigoli.) Ci fa tornar con le predette insieme (56) La carne nostra (79) al mal pronta tultora, Dappoi (59) che 'l rio Nemico (60) pur ne pre-A Che sempre ci apparecchia quel Nemico (d), Il Corpo suo, e 'l suo Sangue, benigno In forma d' Ostia noi sì veggiam Cristo, Per far del Paradiso in esso acquisto(67)(k). Questo Mistero, e santo Sacramento, Contra le nostre rie tentazioni, Sì che per lui da noi 'l Nemico è vento (69). Che a lui son fatte, benigne (71) (1) e divote, Eucharistia. Confirmatio, et Extrema Unclio. (b) Ma poi per (c) Che sa che Id(d) Di questo ma (a) che drittamente tocca lo nimico che pur preme dio per noi poco si teme ledetto e rio nemico (Ed. Quad.) (e) Il santo corpo e sangue suo benigno Veder ci fa all'altar, di ciò ver dico (f) Quel (g) Di carne fu chiavato (b) Per noi levar (*) da spirito maligno (i) Qual, ch' il produsse il santo vergin parto. (k) Vero Iddio, uomo tutto, insieme misto In ispezie di pan puro e divino, Per cui del ciel facciamo il grande acquisto. (m) Quando son (1) si fanno ben giuste fatte con divozioni (n) Debbon (p) A rifermar questo (*) Per noi levar vale sottrarci, liberarci (Rigol). I sopraddetti setté Sacramenti, Invan, giurando (g), o in altre simil cose; D'ogni fatica un dì della semana (*) Matrimonium. Non habebis Deos alienos coram me. num. Memento, ut diem Sabbati sanctifices. Sex diebus operaberis. Septima autem dies Sabbatum Domini Dei tui est: non facies omne opus in eo etc. Honora patrem tuum et matrem tuam, ut sis longaevus super terram, quam Dominus Deus tuus dabit tibi. Non occides. Non furtum facies. Non mocchaberis. Non loqueris contra proximum tuum falsum testimonium. (a) Perchè l' un l'altro qui spesso s'accora |(b) A ripararci Iddio (c) Ordinando (d) Per qual cotal ( Ed. Q. ) (e) Tratti ci ha delle mani del Demonio Coi sopraddetti santi Sacramenti, Con limosine, e orare, e con digionio. (f) Nè in idoli di Dei siam più (g) In van giurare (h) Se non che sempre (i) vuol (k) a mandar pose (**) -ci propose (1) noi facciamo onore (m) di loro (n) Che tu no'infurii, nè sia rubatore; E vivi casto (Ed. Q. ) (*) Semana o Semmana, come si legge negli antichi Scrittori, invece di Settimana (Rigoli). (**) A mandar pose vale comando, precetto, a comandamento (Rigoli.) posc a Falsa testimonianza a alcun non (a) faccia, Perchè col falso il ver si mette al fondo (92) Nè mai distenda ad ira le sue braccia, ((b). Ad uccidere altrui in nessun modo, Che spegneria di Dio in noi la faccia '(c). Nè (94) delle col pe sue solverà il nodo (95) Chi (d) del prossimo suo brama la moglie, Perchè sarebbe di carità vodo (96). L'ultimo (97) a tutti s'è, che nostre voglie Non sian desiderar di tor l'altrui ; Perchè questo da Dio ci parte e toglie (e). Acciò che (f) ben attenti tutti nui Ognor siam a ubbidir ciò che ci dice (g), Fuggiamo il vizio, che ci toglie a (h) lui. Prima è Superbia d'ogni mal radice (98); Perchè l'uom si riputa valer meglio Del suo vicino (i), ed esser più felice (99). Invidia (100) è quella (k), che fa l' uom ver(meglio (101) (1), Perchè s'attrista (m) veggendo altrui bene, Al nemico di Dio lo rassomeglio (n). Ira all'irato sempre accresce pene, (de (102): Perchè l'accende in furia, e in fiamma l'arSegue il mal fare, e parteci dal be(ne (103) (0). Accidia d'ogni ben nemica (104), che arde(p), Enel mai far sempre sue voglie aggira (105), Al dispettar è pronta (106), e al ben è tarAvarizia è, per cui mai si ritira (de 107) (q). Il Mondo da' cattivi e rei contratti (108), E quel lecito fa, che a sè più tíra (109) (a). La Gola è, che consuma savi e matti(110) (b); E con ebbrezza, e con(c)mangiar soverchio, Morte apparecchia (111), e di (d) lussuria (gli atti (112). Lussuria, ched è poi settima al cerchio (113), O Padre nostro (i), che ne' Cieli stai, E Questa orazion (122): tua volontà si faccia, Siccome in Cielo, in Terrain (m)unione (123). Padre, da' oggi a noi pane, e ti piaccia, Che ne perdoni (n) gli peccati nostri; Nè cosa noi facciam, che ti dispiaccia. che noi perdoniam, la ti dimostri Esempio a noi per la tua gran virtute (124); Onde dal rio (0) Nemico ognun si schio(stri (125). Divino (p) Padre, pien d'ogni salute (126), Ancor ci guarda (q) dalla tentazione Dell'infernal (a) Nemico, e sue ferute (127); S1 che (128) a te facciamo (b) orazïone, Che meritiam tua grazia (c), e'l regno vostro A posseder vegniam con divozione (129). Preghiamti, Re di gloria, e Signor nostro, Che tu ci guardi da dolore (130):e fitto (131) La mente abbiamo in te col volto pro(stro (132) (d). La Vergin benedetta qui a diritto (133) Laudiamo e benediamo (e); anzi che fine Aggiunga a quello, che è di sopra scrit(to (134). E lei preghiam, ch'alle grazie (f) divine Si ne conduca co' suoi santi preghi, Sed libera nos a malo. (a) eternal (b) E che possiamo a te fare (c) Che ci guardi di male (d) dal dolore afflitto (*) La nostra mente, e sia a te il cor prostro. (e) omai a dritto Laudare e benedire (f) pregar ch'alle glorie E scampi noi dall'eternal (a) ruine (135). E tutti quei che dal peccar son cieghi (136), Allumi, e sciolga per sua cortesia (b), E dai lacci infernai sì gli disleghi (137). Ave (138) (c) Regina Vergine Maria Piena di Grazia: Iddio è (d) sempre teco: Sopra ogni Donna benedetta sia (e). El frutto del tuo ventre (f), il qual io pre(co (139), Che ci guardi dal mal Cristo Gesù, Sia benedetto, e noi tiri con seco (g). Vergine benedetta, sempre tu Òra per noi a Dio, che (h) ci perdoni (140), E diaci grazia a viver si quaggiù, Che'l Paradiso al nostro fin ci doni (i). Ave Maria, Gratia plena: Dominus tecum: Et benedictus fructus ventris tui, Jesus. Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc, et in hora mortis nostrae. (a) infernai (b) E svegli la lor tenebria (c) Salve (d) sia (e) Più ch'altra donna benedetta e pia (f) E benedetto il frutto (Ed. Quadr.) (g) E che alla nostra (h) che Cristo (*) Dolore afflitto. Forse qui Dante ha dato l'aggiuntivo aflitto alla voce generica dolore per indicare non solo i mali fisici del corpo, ma anche quelli dello spirito, che in-fin ci tiri seco ducono egualmente afflizione e tristezza (Rigoli). (i) E che a viver ci dia si ben quaggiù Che a nostra fin Paradiso ci doni. (Ed. Q.) |