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tutti quelli che sono istruiti nella filosofia. chezza della scienza e della sapienza di Laonde altra è la virtù di questa stella e di Dio! quanto sono incomprensibili i giudiquella, ed altra di questa costellazione e dizii di lui, ed ininvestigabili le sue vie! E quella; ed altra virtù hanno le stelle che so- finalmente ascoltino la propria voce del Creano di qua dall' equinoziale, ed altra quelle tore, che dice: Dove io vado, voi non poche sono di là. Per lo che essendo simili i tele venire. E tanto basti alla ricerca della volti inferiori ai superiori, come dice Tolo- verità, cui si è mirato. meo; ne consegue, che questo effetto non può ridursi che nel cielo stellato, come si è veduto; perchè la somiglianza del virtuale agente consiste in quella regione del cielo, che sta sopra a questa terra scoperta. E siccome questa terra scoperta si estende dalla linea equinoziale sino alla linea, che descrive il polo del zodiaco intorno al polo del mondo, come di sopra si è detto; egli è manifesto, che una virtù elevante hanno quelle stelle, che sono nella regione del cielo da questi due cerchii contenute, sia che elevi per modo di attrazione, come il magnete attrae il ferro, sia per modo di compulsione, col generare vapori impellenti, come in alcune particolari montuosità. Ora per altro si ricerca: Essendochè quella regione del cielo è mossa circolarmente, perchè quella elevazione non fu circolare ? Rispondo, che appunto non fu circolare, perchè la materia non bastava a tanta elevazione. Ma allora vie più s'insiste, e domandasi: Perchè l'elevazione emisferiale fu piuttosto da questa parte, che dall'altra? A ciò dee replicarsi, come dice il Filosofo nel II del Cielo,allorchè domanda, perchè il cielo si muova da oriente in occidente,e non al contrario; ivi egli dice, che colali quistioni procedono o da molta stoltezza, o da molta prosunzione, perocchè sono superiori all' intelletto nostro. E però intorno a tale quistione dee dirsi, che quello Iddio dispensatore glorioso, il quale dispose del sito de'popoli, collocò il centro del mondo, stabili la distanza dell' estrema circonferenza dell'universo dal centro di lui, e diè ordine ad altre cose consimili,fece per lo meglio si queste che quelle. Ondechè quando disse: Sieno le acque congregate in un luogo, ed apparisca simultaneamente la terra, allora il ciclo ebbe la virtù di agi-vasi: Se la terra non fosse inferiore ec.; dico re, e la terra il potere d'esser passiva.

S XXIII. Vedute queste cose,è facile sciogliere gli argomenti che superiormente adducevansi in contrario; ed era ciò che in quarto luogo ci proponemmo di fare. Allorchè dicevasi dunque, che due circonferenze inegualmente da se distanti è impossibile che abbiano il medesimo centro, dico ciò esser vero, se le circonferenze sieno regolari e senza gibbosità. E quando dicesi nella minore, che la circonferenza dell'acqua e la circonferenza della terra sono di questa guisa, dico che non è vero se non per la gibbosità dello terra: e quindi la ragione non procede. Pel secondo argomento, allorquando dicevasi che a più nobile corpo si dee sito più nobile, dico esser vero giusta la propria natura; e concedo la minore : ma quando si conchiude, che perciò l'acqua dev'essere in luogo più alto,dico esser vero, giusta la natura propria dell' un corpo e dell'altro ; ma per causa sopraeminente (come di sopra si disse) avviene, che in questa parte la terra sovrasta: e cosi la ragione mancava nella prima proposizione. Sul terzo punto, quando dicesi che ogni opinione, la quale contradice al senso, è cattiva opinione, dico questa ragione procedere da falsa imaginazione. Imperocchè s'imaginano i nocchieri, stando in mare, di non veder la terra dalla nave, perchè il mare sia più alto della terra medesima: ma questo non è; anzi sarebbe il contrario, poichè vedrebbero di più. La ragione si è, che il raggio retto della cosa vibile frangesi, fra questa e l'occhio, dal convesso dell'acqua: poichè, essendo necessario che l'acqua abbia forma rotonda ovunque intorno al centro, è d'uopo che in qualche distanza essa apporti l'ostacolo d'alcun convesso. In quarto luogo, allorchè argomenta

che quella ragione fondasi sul falso; e però S XXII. Cessino adunque, cessino gli uo- nulla vale. Imperciocchè credono i volgari e mini dal ricercare quelle cose che sono a gl'ignari de'fisici argomenti, che l'acqua aloro superiori,e ricerchino solo fin dove pos- scenda alle cime de'monti, ed anche al luosono, affinché alzino sè stessi alle cose im-go delle fonti, in forma acquea; ma questo mortali e divine, per quanto è in lor potere, è molto puèrile, giacchè le acque si generae lascino le maggiori della loro intelligenza. no ivi (siccome sappiamo dal Filosofo nelle Ascoltino l'amico Giobbe, che dice: Com- sue Meleore), salendo la materia in forma prenderai forse le vestigia di Dio, e trove- di vapore. E per ultimo, quando dicesi che rai l'Onnipolente fin nella sua perfezione? l'acqua è corpo imitante il globo della Luna, Ascoltino il Salmista, che dice: Mirabile è e perciò conchiudesi che dev'essere eccenfalla la lua sapienza; ed hammi confor- trica, essendo eccentrico il globo lunare; lalo, e non potrò giungere ad essa. Ascolti dico che cotesta ragione non ha necessità: no Isaia, che dice: Quanto sono lontani i perché sebbene l'uno imiti l'altro in una cocieli dalla terra,allrellanto le mie vie dal-sa, non per questo è necessario che lo imiti le vostre. E ciò diceva certamente in perso- in tutte le cose. Vediamo il fuoco imitare la na di Dio all'uomo. Ascoltino la voce dell'A- circolazione del cielo, e tuttavia non lo imipostolo ai Romani: 0 sublimità della ric- ta nel non muoversi rettamente, nè nel non

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avere il contrario alla sua qualità: e perciò ¡ ni,i quali ardenti di troppo amore di sè,non

la ragione non procede. E ciò basti quanto agli argomenti. Così dunque si determina la disputa ed il trattato della forma e del sito de' due elementi, siccome fu proposto in principio.

ammettono gli altrui postulati, e per virtù di umiltà poveri di Spirito santo, per non sembrar d'approvare l'eccellenza degli altri, ricusano d'intervenire ai sermoni loro. - E ciò fu fatto nell'anno dalla natività del Signor S XXIV. Questa filosofica discettazione fu nostro Gesù Cristo millesimo trecenvigesideterminata, dominando lo invitto signore mo, in giorno di Domenica, che il prefato Cane Grande della Scala per l'impero sacro- nostro Salvatore per la gloriosa sua nascita santo Romano, da me Dante Alighieri,mini-e per la maravigliosa sua risurrezione c'immo tra i filosoli, nella inclita città di Verona, nel tempietto di Sant'Elena, alla presenza di tutto il clero veronese, eccetto certu

pose di venerare; il qual giorno fu pure il settimo delle idi di Gennaio, e decimoterzo avanti le calende di Febbraio.

INDICE

Sulle Poesie liriche col nome di Dante Alighieri Ragionamento filologico di P.I. Fralicelli,

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CAP.I.Delle opere minori di Dante.Poesie liriche e sacre. Convito. Vita Nuova. Epistole. Volgare Eloquenza. Opere spurie. Del sistema tenuto in questa edizione per rapporto alle Rime.Confrontisui Codici. Ortografia. Note. Argomenti. Varianti.—Della legittimità delle Rime medesime. Raccolte tutte quelle che trovansi a stampa col nome di Dante. Escluse le altre che col nome di lui si trovano inedite nei vari Codici.-Della eccellanza di Dante come poeta lirico.Bellissimi i suoi primi poetici componimenti.Autorità riportate. -Della illegittimità di molte poesie attribuite a Dante. Il Dionisi, il Perticari, il Witte conobbero in parte gli errori commessi dai vari editori delle Rime Dantesche CAP. I.Differenza del carattere di Dante Alighieri da quello di Francesco Petrarca.-Ambedue sommi poeti per natura e per arte.-Grandi come poeti Jirico-erolici-Degli amori di Dante: alcuni sono allegorici; altri veri e naturali.-La Divina Commedia è opera in qualche parte dell'amore di Dante per Beatrice.-Si prosegue il paralielo fra Dante e Petrarca come poeti moralisti.-L'uno e l'altro sentirono vivamente l'affetto della patria terra; l'uno e l'altro sublimi poeti pindarici. CAP. III. Ricerche bibliografico-filologico-critiche sulla legittimità delle Poesie liriche di Dante Alighieri, e note per l'intelligenza delle medesime. 34 PARTE PRIMA

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9

412

XXI.

Racconta ad Amore la vita che

XXII.

XXIII

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ei, stando seco, sostiene.. ivi Dimostra,non per temerità es

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sersi innamorato. Dalla benignità di una donna gentile, della quale esalta le virtù, è mosso a sperare. 114 XXIV. Colla Morte si lagna della involatagli donna, di cui piange le perdute bellezze. XXV. Dice non sperar che la sua donna si muove a pietà di lui . ivi XXVI. Parla del suo amore alle intelligenze del terzo cielo. 116 XXVII. Parla delle virtù e delle bellezze della sua donna . . 117 XXVIII. Tratta nobilmente della vera gentilezza.

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XXIX. Dice che il tormento del cuore non gli permette ragio

118

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Frammenti.

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PARTE SECONDA.

CONVITO

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186

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200

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La Vila Nuova a correlta lezione ridotta
ed illustrata da P. I Fraticelli.

-

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Dissertazione di Fraticelli.
Vita nuova..

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551

. 573

603

609

- Dissertazione sulla monarchia.
- In qual tempo fu scritto da Dante il
trallato della Monarchia, Nota del
professore Carlo Witte
Proemio di Marsilio Ficino fiorentino
sopra la Monarchia di Dante, tra-
dotta da Lui in lingua toscana — a
Bernardo del Nero ed Antonio di
Tuccio Manetti, cittadini fiorentini. 612
La Monarchia, LIBRO PRIMO-Della ne-
cessità della Monarchia . . . . 613
LIBRO SECONDO. Come il popolo ro-
mano s' attribui di ragione l'officio
della Monarchia ossia impero.. 620
LIBRO TERZO. Come l'autorità del
monarca, ovvero dell' imperio, di-
pende immediatamente da Dio. . 629
La questione dell'acqua e della terra.
Notizie preliminari.
La questione dell'acqua e della terra.
Aurca questione ed utilissima
pubblicata dall'eccellentissimo poe-
ta fiorentino Dante Alighieri intorno
alla natura de' due elementi acqua
e terra..
.. 641

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Avvertenza.

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425

FINE.

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