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LE RIME

DEL PETRARCA

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Tip. Guigoni

Sembrerà fuor di luogo, il riprodurre per la millesima volta il Canzoniere di Francesco Petrarca, di lui

Che Amore nudo in Grecia e nudo in Roma
D'un velo grandissimo coprendo

Rendeva in grembo a Venere celeste;

e diciamo fuor di luogo, per ciò solo che sovrabbondano le edizioni oltre al bisogno: ma non vogliamo per questa ragione privar la nostra raccolta di una delle più belle gemme della poesia italiana, e di un autore che è salutato padre della nostra lirica. Sebbene il più ardente de'nostri voti sia che la gioventù italiana si nutra di forti studi quali si addicono 'all' età presente, è pure ne' nostri desiderii che non cessi per questo dall'amare le grazie della lingua, poichè, se la proprietà del dire accresce perspicacità alla forma, dà pure forza ed efficacia al pensiero. E nessun poeta italiano, per tacere dell'immensa dottrina che fu l'ammirazione de' suoi contemporanei, sparse nelle sue rime più soavità di melodia, più candore di favella, più vivezza di stile, più castigatezza di pensieri e d'imagini di questo dolce di Calliope labbro, come lo chiama il Foscolo.

Al Canzoniere del Petrarca abbiam fatto seguire una scelta di rime de' più illustri fra gli autori che lo precedettero, e ch'ora servono più ch'altro alla storia della nostra lingua e della nostra letteratura, le quali esordivano con que

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