AVVERTIMENTO Il desidesio di giovare a’buoni studj, stato quello, che m' ha spinto a ristampare la Poetica di Franc. M. Zanotti, della quale disse il Parini che non vi è libro in sì fatto argomento il quale ad essa si possa contrapporre, e che è inutile che altri tessa dopo questa nuovi libri spettanti a poetica istruzione. La purezza della lingua è così propria di questo eccellente autore, che il ch. ab. Colombo ebbe a chiamarlo uno di quei pochi scrittori che si possono seguire a chiusi occhi in fatto di lingua, senza temer punto di errare. A questa aurea operetta ho aggiunto le tre Orazioni sulle arti del disegno, lavoro dello stesso Zanotti, non inferiori nel genere loro alla Poetica, e che possono a buon diritto chiamarsi quasi direi una poetica delle arti liberali. La presente edizione fu eseguita su quella che fecero i benemeriti Editori de' Classici Italiani di Milano, la quale a dire vero risplende per nitidezza di stampa e per correzione. V'ho premesse le più succose notizie biografiche tratte dai Secoli della letteratura italiana descritti da Giambattista Corniani, affinchè i giovani possano aver qualche idea non solo de' suoi studj, ma quello che più preme, delle virtù di cui fu fornito a gran dovizia l'animo del nostro autore. Aggradite queste mie cure, o egregi giovanetti, e attenetevi nel vostro scrivere a quelle sacre leggi poetiche, che qui troverete accennate, non già dettate dall' assoluta autorità di Aristotile e d'Orazio, ma dedotte dalla natura stessa delle cose, e dall'esempio degli ottimi poeti. Così renderete vani tutti gli sforzi del moderno romanticismo, che per una mal intesa letteraria libertà sovverte tutte le leggi, confonde tutti i generi e introduce l'anarchia nella repubblica delle lettere, e minaccia una totale distruzione del buon gusto; e manterrete l'Italia in possesso di quella gloria che a lei è derivata dalla giudiziosa imitazione de' Classici Greci e Latini, unici e veri modelli per noi d'ogni bello scrivere. Iddio vi faccia sempre lieti e felici. Il Tipografo FRANCESCO MARIA ZANOTTI AL CORTESE LETTORE Avendo io stesi, per comando di una dama, mia grande e singolar signora, quattro ragionamenti sopra l'arte poetica, ed essendo questi venuti alle mani di molti, intesi, dopo non lungo spazio, che alcuni pensavano di fargli imprimere; per la qual cosa non volendo io contraddir loro più di quello che mi convenisse, e temendo d'altra parte il pericolo della stampa, mi volsi subito a scrivere un altro ragionamento con intenzione che, quando quelli fossero usciti alla luce, dovesse egli comparir primo, e, andando innanzi a tutti, dare avviso d'alquante cose che in quelli desideravansi e potean parer necessarie: acciocchè i leggitori o non s'accorgessero di quelle mancanze, o fossero più disposti ad averle per escusate. Pure, o fosse per la fretta di emendare le cose mie, oper la mia poca intelligenza, alcune cose mi sfug girono della mente, le quali benchè non sieno necessarie alla materia avrei però voluto che voi, Lettor cortese, ne foste avvisato. Io intendo |