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dir sia mio. Così può forse verificarsi che una versione sia quel ritratto che tanto lodaşi quanto somiglia; e che un tal ritratto non vi dispiaccia, o filosofi e scienziati uditori, rappresentandovi al tempo stesso le vostre scienze e filosofie più sublimi col più subli me stile poetico scritturale.

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E senza più apriamo il libro divino, e basta l'aprirlo. Il solo ingresso del Genesi, il primo istante del mondo rende attonito chi lo legge così grande insieme e così semplice. In principio creò Dio cielo e terra. Senza esordio, senza epiteto, senza figura, che ingrandiscon tra noi le troppo picciole nostre imprese. Qual verso, miei cari, qual rima ở metro può dir di più? S'io ne tolgo o v'ag giungo già non è più desso, nè v' ha nulla di più magnifico fuorchè quell'altro In prin cipio era il Verbo, e il Verbo era Dio e Dio era il Verbo. La Teogonia d'Esiodo, il Giove creante, d'Omero, e il celebre Caos d'Ovidio che sono rimpetto alla inanità, e vacuità della terra, alle tenebre in su la facc'a dabisso, allo spirito di Dio portato su l'acque ? Ma dov'è nè poemi più illustri quel sublimis.

simo (a) Sia la luce e la luce fu? Ne sepa pe un retore celebrato dell' antichità con tutta la greca immaginazione o fingersi in mente • prendere da' suoi Dei più grand'esempio di stil sublime, di ch'ei maestro eccellente facea trattato. Nè non io pur trovar nol saprei salvo hell' epoca di novo ciel nova terra per la re denzione prodotta in quel sì breve e profondo Et ibi crucifixerunt eum non esclamando non compiangendo, nè l'empietà pur riprendendo d' un deicidio, che è quel sublime silenzio che nella storia mosaica ammirasi tra Abramo ed Isacco nel gran sagrifizio simbol di questo, mentre Gioseffo Ebreo benchè storico fa parlar con eloquenza Abramo togliendone tutta la subli mità, e pari al silenzio di Cristo interrogato da Pilato, Quid est veritas, e quel della potenza di Ciro Siluit terra in conspectu ejus, e tant' altri nelle sacre carte. Tal nella Genesi l'opere del Creatore senza ornamento si Harrano com'ei le fece senza fatica

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é per dir

(a) Dixit Deus Esto lux et fuit lux V. Lovrt. tom. I. pag. 309. Salmo 148. Jussit & creata sunt. 33. Ille dixit et fuit : Ille jussia & constitite

dirlo con propria energia fece il mondo scher zando ludens in orbe terrarum , oppur con Paolo Dio chiama le cose che sono come quel le pur che non sono. Quest' augusta semplici-" tà sola è degna di lui per brevità maestosa e direi quasi per l'indifferenza del sacro stoFico in argomento sì alto.

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Vorreste voi più ampiezza nè men maestà? Ecco il linguaggio dell'eterna sapienza: (a) Qual primogenita, io, dic'ella divinamen-' te, dalla parola uscii dell' Altissimo avanti tutte le creature: Io feci nascer la luce inesauribile, e qual vel nebuloso tutto il globo terrestre io ricoprj, abitai negli altissimi spazj, e le nuvole fur colonne al mio solio. Di là piacquemi intorno agli orbi del cielo sola aggirarmi, or ne' profondi penetrar dell' abisso, e su l'onde del mar passeggiare, e in ogni terra fermare il piede. -- Non ci par quasi a tal poesia udire il suon delle sfere, o girne errando tra loro, e scendere visitando à volo qua i nembi, là i mari, e circuire la terra,

ed

(a) Eccl. 24. Ego ex ore Altissimi prodivi priš mogenita ante omnem creaturam. Ego feci &c.

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ed arrivarne al centro? Ma ben più alto rivola essa oltre i secoli in seno d'eternità. (a) -- Ab eterno io fui ordinata, e coll' antico dei giorni prima ancora del farsi la terra al principio, creata avanti de' secoli, non erano ancora gli abissi, ed io era concetta. Qual poema quell'è di tutto il capo 24. dell' Ecclesiastico non poeta a cui ben risponde il gran poeta Davidde nel salmo 92. (b) Iddio regno cantando, vestito della sua gloria, di sua potenza ammantato e cinto, poichè l'universo fissò su i cardini, onde non ismovesse giam mai, e sin d'allor fosse sede di lui. Le mie dice Dio per Isaja, dispiegarono i cieli in alto siccome tende, e padiglioni, eppur furono solidissimi, ripiglia Giobbe, qual

man

(a) Ib. Ab initio & ante sæcula &c.

fuso

(b) Dominus regnavit decorem indutus est induit Dominus fortitudinem confessionem & decorem induisti amictus lumine sicut vestimento. Ps. 103. Ps. 92. Præcinxit se virtute &c. Isai. 45. Manus mee tetenderunt cælos. Ps. 103. Extendens cœlum sicut pellem. Job. 38. solidissimi quasi ære fusi. Ps. 18. Cali enarrant &c.

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fuso bronzo, e narran tutti, segue Davidde, di Dio la gloria e l'opere annunciane il firmamento, il giorno al giorno sue voci tramanda, e insieme intendonsi l'una notte coll' altra la sapienza del lor fattore esaltando con tutto l'esordio tutto astronomico, direi quasi, e tutto certo sublime come or ora ve dremo. Ma seguiam colla Genesi ad ammirar le due lampane (a) grandi fatte da Dio perchè l' una al dì presedesse l'altra alla notte. E con qual penna o pennello il Sole dall' Ecclesiastico si rammenta! (b) Vaso ammirabile di calore e di luce, grand' opera dell' Eccelso la qual brucia la terra al meriggio, e chi potrà Pardor sostenerne? Egli è fornace a custodir la miniera di luce e d'ardore sempre operante, arde i monti di triplice fiamma trisulca, scocca rai folgoranti, (exufflans che è ancor più vivo) che l'occhio abbagliano e cieco il fanno Ob che grande è il Signor che l'ha

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fatto, alla cui voce affrettasi in suo viaggio,

& in

(a) Gen. Fecit Deus duo luminaria magna luminare majus ut praesset diei &c.

(a) Eccl. 43. Vas admirabile opus Excelsi &c.

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