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balsami, infin d'erbe, d'olio, di latti, d'uva, d'orzo, e di frumento, onde Iddio stesso nel benedirli promette piogge e rugiade fecondatrici, piante cariche di lor frutta, seminagion, mietitura, vendemmia sino alla terra corrente latte, e mele, come poi d'altra parte › troviam sì spesso deserti e paludi, dirupi e spelonche, serpenti e fiere salvatiche in montuoso paese a lor famigliari. Intendesi quindi quell' evidenza, proprietà, verità d'oggetti, che noi prigioneri nelle città, e copiatori di lontananza prendiam dagli antichi, e crediam d'esser poeti co' giardini e fior dell'esperidi, coll'urna de' fonti e de' fiumi, col fiato de' zefiri,. colle lagrime dell'Aurora; così strignendo i gran quadri della natura nelle languide miniature degli arteffatti giardini cittadineschi. Studiam pure su i libri Pastronomia le meteore, la naturale istoria, ma essi vedeanle, parliam di coltivazione, ma essi l'esercitavano, facciamo ne insino accademie e colonie, ma ne facean essi la giornaliera lor vita, rallegrandomi intanto, al vederli emulati da voi accademici non per fregio inutile e vanto, siccome altrove, di specolazioni e metodi e leggi di peri

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na, ma con veri esercizj e sperienze (4) quali debbonsi ad una terra emulatrice della Promessa, e madre insieme e maestra del maggiore georgico, che dopo i sacri giammai scrivesse

cantasse.

Ed ecco lo stil pastorale maraviglioso onde tanto alzarono la poesia gl' inni, i cantici, i salmi da noi mal intesi, e gli amorosi lor drammi principalmente, che la sacra sposa e il suo diletto aggirano sempre tra proprie native immagini. Eccolo ratto, dic'ella, (b) salive i monti agile come daino o giovin cerbiatto. Ah ditemi dov' egli è! La sua chioma lo manifesta, la qual vince il nero ammanto del corvo, le sue pupille son di colom ba, che lungo il rivo candida come latte si specchia. Le molli guance sono cellette d'odor sparse d'aromi, di fior, d' unguenti, son le parole gigli stillanti eletta mirra, il por tamento altero a cedro eccelso del Libano lo pareggia. Ed ob mia bella, (c) ei risponde, mia bel

(a) Colonia agraria .

(b) Cantica,

(c) Flores apparuerunt in terra nostra. Vox turtu

bella vieni, che passò il crudo verno e la stagione piovosa, già nel giardin spuntan fiori, dolce cantano gli augelletti, sospira il tortore, e germina il fico, e grappoli acerbi ancora profumanci. Vieni, colomba mia, vola al nido là sotto il balzo e nel forame petroso. Irene a caccia delle picciole volpi che rodon le ́viti, e i fior ne guastaño tenerelli. Amica mia purissima, deh tu m'apri che di rugiada ho molle il crine, che già inannellato stilla tutto di gocce notturne. Dopo lei canta anch'es'so le bellezze di lei, e le sue chiome gli pajon greggi di Galaad i denti unite e candide pecorelle ch' escon dal fiume, i sottil labbri purpuree fila, le guance son melagrani, la cervise sull' alto collo l'eburnea torre di David " orto racchiuso, fonte segnato sei tu, mia bella. Ma basti un saggio di questo stil pastorale a giustificarlo nel suo costume lontan dai greci

e dai

ris audita est. Ficus protulit grossos suos -- Vinee florentes dederunt odorem suum .

Surge amica mea columba formosa mea veni. Capite nobis vulpes parvulas, quæ demoliuntur vineas.

e dai romani bucolici e proprio di quella vita e lingua. Così nou parrà strano veder chiamarsi il Messia desiderio de' colli eterni, (4) e veder questi danzar come arieti, alzar la voce i fiumi, fumare i monti da Dio tocchi, (b) e i monti di Dio, i fiumi i cedri di Dio per eccellenza detti così, come l'uom pio si dicea l'uom di Dio per idiotismo ben naturale a chi vedea Dio da per tutto nell' opere e ne' doni suoi. E quindi prendean lor nomi dal suo nome santo or d' Eli, Elia, Eliseo, Eliacimo, Eliabbo, Eleazaro, Ο Eliezero, Elimelecco, Elifaze, ed Elisabet

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(a) Donec veniret. Gen. 49. 26. Desiderium collium æternorum.

Ps. 111. Montes exultaverunt sicut arietes. (b) Sicut cera fluxerunt. Tange montes & fumigant.

Ps. 103. Respicit terram & facit eam tremere. Ps, 103. Illuxerunt fulgura ejus orbi terræ vidis commota est terra. Ps. 96.

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Exultet terra, & commoveatur mare.

Tunc exultabunt omnia ligna a facie Domini. Ps. 95.

ta, or di Jehovah, Joachaz, Joas, Josaphat, Jojada, Joatano o Jonata, Joachimo, Joadde, Joram per tacer altri presi da Adonai, o d' altronde con appellazione divina. In tal governo però teocratico era Dio padre del po. polo eletto, una la casa d'Israello, una so la famiglia dell'immensa nazione. Tutti figlj appellavansi, e distinguevansi que' di Dio da que' degli uomini, que' della pace e della luce dai figli di Belial del secolo delle tenebre e della collera, come figlj d'Edom, figli di Moab, e gli orientali figlj diceansi dell' Oriente. Tutti dunque fratelli per felice eguaglianza di nascita, di professione, di rango, tutti nobil del pari e gloriosi per discendenze famiglie e maritaggi d'ognuno a gara, onde ammiransi moltiplicare sino a milioni atti all'arme in terre anguste e tribù secondo il detto del Savio la moltitudin del popolo è la gloria del re, lo scemamento n'è l'ignominia. Tutti infine non d'altro studio, officio, e dignità ambiziosi fuorchè d'agricoltura, onde nobili eran pur quelle immagini comparazioni metafore del fior del campo del fien del prato a segnare la brevità della vita,

del

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