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DANTE E BEATRICE.

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La prima volta che intesi aver dato agli eruditi cagione di lunghe dispute il dubbio, se vera o ideale fosse l'esistenza della Beatrice del Divino Poema, altri non risguardandola se non come un simbolo della filosofia, altri della teologia, non seppi riavermi dallo stupore, parendomi impossibil cosa che s'avesse a far téma di seria quistione un soggetto di tanta evidenza.

Le replicate letture della Divina Commedia e della Vita Nuova mi raffermarono sempre più nella credenza, che Beatrice fosse l'imagine di donna veramente amata da Dante; nè d'altro per certo m'era bisogno a convincermene, perchè io credo che in siffatte cose le ragioni del sentimento possano tal fiata valere almeno quanto quelle, che viene sottilmente indagando l'erudizione.

Parvemi altresì che questa verità, onde la mia anima andava presa si forte, potesse dar argomento ad un Canto, nel quale il Divino Poeta, deposta la ghibellina fierezza,

ci venisse piuttosto ritratto nell' amore e nella costante gentilezza del cuor suo, a quella guisa che le sembianze di Lui effigiate da Giotto e di recente scoperte, colla lor tanta dolcezza ci traggono a temperare nel nostro pensiero l'austerità di un aspetto, che eravamo usi a credere il solo dantesco.

Persuasa che la poesia non debba mai scompagnarsi dalla verità, ma farne anzi maggiormente rifulgere lo splendore; nei versi, che ora offro al pubblico, cercai di attenermi fedelmente alla storia; e se alcuna lieve licenza mi presi, non mancai di giustificarla nelle note.

Sarei ben contenta se l'imagine che ivi tentai ritrarre di Dante e di Beatrice, tornar potesse feconda di alcun gentile e nobile sentimento.

Verona 20 agosto 1853.

CATERINA BON BRENZONI.

DANTE E BEATRICE.

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I.

Era di maggio un bel mattin sereno, »

E parea più giocondi i suoi zaffiri

Stendere il ciel sopra Fiorenza. Un lieto D'augurj e di saluti mormorìo Risuonava per l'aere senza nube A festeggiar la nova primavera. Oh veramente il tuo leggiadro nome Ben ti stava in quel dì, città de' fiori; E parean per incanto trasmutarsi

In rosëi giardini le tue vie;

E vaghi intrecci di novelle fronde
Fiorian le tue magioni, ed eran fiori,
Ed eran serti interpreti d'amore,

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